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Crisi alla Denso di Poirino: salgono a 180 gli esuberi, sindacati in allarme

La tensione cresce tra i lavoratori, mentre azienda e sigle sindacali tornano al tavolo in Unione Industriale a Torino

Alla Denso di Poirino contratti di solidarietà ed esodi incentivati

Alla Denso di Poirino contratti di solidarietà ed esodi incentivati

Nuovi segnali di crisi arrivano dalla Denso di Poirino, uno dei principali stabilimenti dell’indotto automotive piemontese, dove cresce la preoccupazione per il futuro della produzione e dei lavoratori. È quanto emerso dall’ultimo incontro tenutosi presso l’Unione Industriale di Torino tra la direzione aziendale e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm e Fismic, insieme alle Rsu di stabilimento.

I sindacati hanno espresso una forte e immutata preoccupazione per il destino del sito chierese, messo in difficoltà dal calo degli ordini da parte di Stellantis e di altri costruttori europei, in un contesto di crisi strutturale del settore automobilistico. L’unico strumento che finora ha permesso di limitare gli effetti della contrazione produttiva è quello dei contratti di solidarietà, in vigore da diversi mesi e prorogati fino al primo trimestre del 2026. Una misura che ha garantito la tutela dei posti di lavoro e dei redditi, ma che non è bastata a rasserenare gli animi.

Il nodo più critico resta quello degli esuberi, saliti da 150 a circa 180 unità, con una settantina di posizioni ancora da gestire. Finora le uscite sono avvenute su base volontaria e con incentivi, ma la tensione tra i lavoratori cresce, anche per alcune decisioni aziendali considerate segnali negativi, come la sospensione del servizio di trasporto dedicato ai dipendenti.

Durante il confronto, i rappresentanti sindacali hanno chiesto con forza la riapertura del tavolo sull’integrativo aziendale, ritenuto uno strumento fondamentale per garantire tutele e fiducia in una fase di incertezza profonda. La direzione ha accolto la richiesta, fissando un nuovo incontro per la fine del mese.

La direzione Denso, dal canto suo, ha annunciato l’avvio di una serie di misure correttive per rafforzare la competitività del sito e migliorare aspetti interni come sicurezza, comunicazione, ergonomia e qualità. Resta però alta la preoccupazione per il futuro di un presidio industriale che da anni rappresenta un pilastro occupazionale per l’area del Chierese e per l’intero distretto automotive piemontese.

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