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Alcol, fumo e cattiva alimentazione sotto accusa: alle Molinette un convegno per cambiare la cultura della prevenzione oncologica

L’evento del 10 ottobre riunisce medici, ricercatori e istituzioni per affrontare l’impatto degli stili di vita sul rischio di tumori: “Serve consapevolezza, non abitudini di facciata”

Alcol, fumo e cattiva alimentazione

Alcol, fumo e cattiva alimentazione sotto accusa: alle Molinette un convegno per cambiare la cultura della prevenzione oncologica

Prevenire il cancro partendo dalle abitudini quotidiane: è questa la sfida che medici, ricercatori e istituzioni si preparano ad affrontare nel convegno “Prevenire il Cancro: il ruolo chiave dell’alcol, del fumo e dell’alimentazione”, in programma venerdì 10 ottobre 2025 nell’Aula Magna Achille Mario Dogliotti dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Un appuntamento che mette al centro la connessione, troppo spesso ignorata, tra stili di vita e rischio oncologico, in un momento in cui i numeri disegnano una realtà allarmante: 90% dei decessi in Europa legati a malattie croniche e 10.000 nuovi casi di tumore ogni anno in Italia riconducibili al consumo di alcol.

Il convegno nasce anche dai risultati di una survey condotta su 600 persone dalla dottoressa Elisa Picardo, ginecologa del Sant’Anna di Torino e presidente di ACTO Piemonte (Alleanza contro i Tumori Ovarici e Ginecologici), in collaborazione con ACAT Torino Centro e ANDOS Comitato di Torino, con il patrocinio della Città della Salute, dell’ASL Città di Torino, dell’A.O. Mauriziano e dell’Ospedale Gemelli di Roma. L’indagine ha rivelato una contraddizione profonda: la popolazione riconosce il legame tra alcol e tumore, ma non modifica i propri comportamenti. Molti dichiarano di “non bere”, ignorando che anche un singolo bicchiere di vino rappresenta consumo alcolico. Ancora più preoccupante, una parte consistente degli intervistati ritiene che diagnosi e prognosi oncologiche non siano influenzate dagli stili di vita, evidenziando la necessità di un nuovo linguaggio della prevenzione.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’alcol è responsabile di oltre 10.000 tumori l’anno nel nostro Paese e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo classifica come cancerogeno di gruppo 1, la stessa categoria di tabacco e amianto. Il 42% dei tumori femminili correlati all’alcol deriva da consumi “moderati”, inferiori ai 20 grammi al giorno, livelli che molti considerano erroneamente “sicuri”. I dati mostrano che non esiste una soglia innocua: più aumenta il consumo, più cresce il rischio di tumori al fegato, al colon-retto, alla bocca, alla laringe, all’esofago e al seno.

Il convegno, che vede la partecipazione di figure di spicco del panorama scientifico, tra cui Emanuele Scafato, dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità e direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol, il professor Massimo Aglietta, il dottor Mario Airoldi e il dottor Alessandro Comandone della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, si propone di fare chiarezza sui nessi biologici e sociali tra consumo di alcol, fumo, alimentazione e cancro.

Gli esperti evidenziano che il rischio oncologico è in larga parte evitabile, ma la prevenzione deve diventare un gesto culturale e sistemico, non un messaggio episodico. Oggi, spiegano, la percezione del rischio è distorta: si tende a temere l’inquinamento e a sottovalutare i danni derivanti dal quotidiano — una sigaretta, un bicchiere, un pasto squilibrato, la sedentarietà.

Il messaggio che arriva da Torino è netto: la salute è una scelta quotidiana. Prevenire non significa solo fare screening o controlli, ma ridurre i fattori di rischio prima che si trasformino in malattia. Da qui l’appello alle istituzioni affinché rafforzino le campagne di sensibilizzazione e le norme sulla regolamentazione dell’alcol, come già avvenuto per il tabacco.

Il convegno rappresenta così un doppio richiamo: agli operatori sanitari, perché integrino sempre la prevenzione nei percorsi di cura, e alle istituzioni, perché investano sulla comunicazione e sull’educazione alla salute. Un obiettivo che passa anche attraverso alleanze trasversali tra medicina, scuola, enti locali e associazioni civiche, indispensabili per modificare abitudini radicate.

In un’epoca in cui le malattie croniche e i tumori legati allo stile di vita crescono costantemente, l’iniziativa torinese vuole ribadire un principio semplice ma dimenticato: prevenire è agire, non attendere. E agire, oggi, significa anche scegliere un bicchiere in meno, una sigaretta in meno, un passo in più.

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