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09 Ottobre 2025 - 18:08
Mathi, valori del sangue fuori scala: 83enne cercato per ore e portato d’urgenza in ospedale
Quella che doveva essere una mattinata come tante si è trasformata, per un 83enne di Mathi, in un pomeriggio di tensione e incredulità. Tutto è cominciato con un semplice prelievo di sangue effettuato all’ospedale di Lanzo, un controllo di routine che per Felice Sebastiano, pensionato appassionato di meccanica e sempre indaffarato nella sua piccola officina, non lasciava presagire nulla di preoccupante. Ma nel giro di poche ore, il suo nome è diventato una priorità assoluta per i laboratori dell’Asl To4: uno dei valori emersi, quello del potassio nel sangue, risultava fuori scala, tale da indicare una possibile situazione di emergenza medica.
Mentre l’uomo, ignaro di tutto, proseguiva la sua giornata tra attrezzi e chiacchiere con i vicini, il laboratorio cercava di contattare il medico di base per verificare la gravità del dato e attivare la procedura di emergenza. Non ricevendo risposta immediata, i sanitari hanno deciso di proseguire con la segnalazione diretta. Nel frattempo, la centrale operativa coordinava l’invio di un’ambulanza e l’intervento dei carabinieri, indispensabili in questi casi per rintracciare tempestivamente il paziente e assicurarsi che non fosse già in pericolo di vita.
Quando Felice Sebastiano ha visto ambulanza e pattuglia davanti alla sua porta, il primo pensiero è stato di puro smarrimento. Non aveva alcun sintomo, non si sentiva male. Eppure, i soccorritori gli hanno spiegato che i risultati del suo esame indicavano un potenziale rischio cardiaco imminente e che doveva essere trasportato immediatamente in pronto soccorso. La paura, comprensibilmente, è stata forte. «Sto morendo e non lo so?», ha poi raccontato scherzando ai conoscenti, con la leggerezza di chi, a posteriori, sa di averla scampata.
Il protocollo dell’Asl To4, come spiegato dal direttore del Laboratorio Analisi, dottor Alfano, è chiaro: quando un esame presenta valori critici o incompatibili con la vita, viene avviata una catena di comunicazioni rapidissima. Il medico di laboratorio contatta il medico di famiglia, che valuta se confermare o meno la gravità della situazione. Se non è possibile ottenere un riscontro immediato, come accaduto in questo caso, viene lasciato un messaggio urgente in segreteria e si passa all’intervento operativo.
Solo in serata, dopo nuovi accertamenti all’ospedale di Ciriè, la situazione si è chiarita. I valori sono risultati normali, escludendo qualsiasi emergenza. L’ipotesi più probabile, spiegano dall’azienda sanitaria, è che il primo campione si fosse alterato durante il prelievo o il trasporto, provocando un errore di laboratorio noto come “pseudopiperemia”. In sostanza, una degradazione del siero può falsare i risultati, simulando livelli anomali di potassio.
Da parte dell’Asl, è arrivata una precisazione: questi episodi, per quanto rari, sono contemplati nei protocolli e non indicano un malfunzionamento del sistema, ma al contrario la sua efficienza. Ogni volta che emerge un valore potenzialmente pericoloso, anche con il rischio di un falso allarme, la macchina dei soccorsi si mette in moto immediatamente. La priorità è garantire la sicurezza del paziente, evitando ritardi che in altri casi potrebbero essere fatali.
Per Felice Sebastiano, tutto si è concluso con un grande spavento ma anche con un profondo senso di riconoscenza. Una giornata cominciata con un prelievo e finita in ospedale tra medici, infermieri e carabinieri ha lasciato spazio a una riflessione condivisa: la tempestività dei controlli può salvare una vita, anche quando si rivela un falso allarme.
A Mathi, l’episodio ha suscitato curiosità e anche un pizzico di sollievo collettivo. In un’epoca in cui si tende a criticare le inefficienze del sistema sanitario, questa storia ha mostrato il lato umano e professionale di chi, dietro i numeri di un’analisi, vede persone e agisce per proteggerle. L’Asl To4 ha ribadito che simili procedure sono indispensabili per prevenire rischi reali, specialmente in soggetti anziani o con patologie pregresse.
Felice, che ha già ripreso le sue abitudini quotidiane, ha scelto di sorridere dell’accaduto. E mentre racconta di quella porta aperta tra sirene e lampeggianti, ammette di aver imparato un’importante lezione: anche un esame apparentemente di routine può diventare un campanello d’allarme, e sapere di essere dentro un sistema che non lascia nulla al caso è, tutto sommato, una buona notizia.
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