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Un minore su cinque soffre di disturbi mentali: in Italia due milioni di bambini dimenticati dalla sanità pubblica

Ansia, depressione, disturbi del sonno e difficoltà relazionali colpiscono due milioni di giovani italiani. Gli esperti: “Serve intervenire prima dei 14 anni”

Un minore su cinque soffre di disturbi

Un minore su cinque soffre di disturbi mentali: in Italia due milioni di bambini dimenticati dalla sanità pubblica

Un bambino o adolescente su cinque in Italia convive con un disturbo neuropsichiatrico, pari a circa due milioni di giovani. È il dato, allarmante, diffuso dalla Sinpia, la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, alla vigilia della Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre. Il quadro tracciato non lascia spazio a interpretazioni: la salute mentale dei minori è una priorità sanitaria nazionale, e richiede interventi precoci e strutturati, ben prima dell’adolescenza.

Nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, un adolescente su sette, ossia circa 166 milioni di giovani tra i 10 e i 19 anni, ha ricevuto una diagnosi di disturbo mentale, con una distribuzione quasi paritaria tra ragazzi e ragazze. Ansia e depressione rappresentano da sole il 40% dei casi, mentre si registra un aumento del 20% dei disturbi psichici tra i giovani sotto i vent’anni rispetto a cinque anni fa.

In Italia, spiega la presidente della Sinpia Elisa Fazzi, direttrice della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza degli Spedali Civili di Brescia, il problema è aggravato da una diagnosi tardiva e da una rete di assistenza frammentata. «Dobbiamo sfatare il falso mito che la prevenzione cominci a 14 anni – avverte Fazzi –. I campanelli d’allarme si manifestano molto prima: disturbi del sonno, disregolazione emotiva, deficit di attenzione, difficoltà nelle relazioni sociali, ritardi comunicativi o disturbi alimentari. Se ignorati, possono trasformarsi in patologie croniche».

L’obiettivo, per gli esperti, è chiaro: intervenire precocemente e garantire una continuità di cura fino all’età adulta. La diagnosi precoce, come ricorda Antonella Costantino, past president Sinpia e direttrice della Uonpia della Fondazione Irccs Ca’ Granda di Milano, «può cambiare la traiettoria evolutiva di un bambino». E aggiunge: «È fondamentale costruire un modello di rete integrata tra ospedale, scuola, famiglia e servizi territoriali. Nessun intervento, da solo, può bastare».

La Sinpia denuncia anche la mancanza di risorse e l’assenza di un piano nazionale strutturato per la salute mentale dei minori. In Europa, un bambino o adolescente su tre non riesce ad accedere a cure adeguate, e il nostro Paese non fa eccezione: le liste d’attesa nei centri di neuropsichiatria infantile superano spesso i sei mesi, e in molte regioni mancano specialisti.

Il post-pandemia ha poi accentuato il disagio. Secondo un’indagine condotta nel 2024, quasi il 30% degli adolescenti italiani ha manifestato sintomi di ansia o depressione, e cresce il numero di casi di autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare. «I nostri reparti sono pieni di storie di ragazzi che non hanno ricevuto aiuto in tempo», osserva Costantino. «Quando arrivano da noi, spesso è già tardi per la prevenzione, e bisogna intervenire in urgenza».

Per questo, Sinpia rilancia la necessità di programmi di screening nelle scuole, di formazione per insegnanti e genitori, e di finanziamenti stabili per la neuropsichiatria infantile, oggi sostenuta da personale insufficiente e strutture inadeguate.

Dietro le cifre, ci sono volti e vite: bambini che non dormono, adolescenti che si chiudono in sé stessi, famiglie disorientate che non sanno a chi rivolgersi. La salute mentale, conclude la Sinpia, non è un lusso ma un diritto. E il tempo per agire è adesso — prima che il disagio diventi destino.

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