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06 Ottobre 2025 - 12:29
Ritrovate le lettere di Re Carlo Alberto sottratte all’Archivio Storico di Torino
Cinque lettere, vergate di pugno da Re Carlo Alberto di Savoia, tornano finalmente nella loro casa originaria: l’Archivio Storico della Città di Torino. È il risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) del capoluogo piemontese, che ha permesso di rintracciare e restituire documenti di enorme valore storico e simbolico, sottratti in data imprecisata dal fondo archivistico della famiglia Pes di Villamarina.
Le missive, datate tra 1835 e 1836, erano state inviate dal Re al marchese Emanuele Pes di Villamarina, allora Primo Segretario di Stato di guerra e marina, figura centrale dell’amministrazione sabauda. Riguardano temi militari, questioni politiche e decisioni cruciali del Regno di Sardegna, in un periodo di fermento politico e militare per la monarchia piemontese. Tra esse, una lettera del 4 luglio 1835 in cui Carlo Alberto annuncia la nomina del nuovo comandante del Corpo dei Carabinieri Reali, il maggiore generale Michele Taffini d’Acceglio, a seguito della morte del suo predecessore.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, sono partite da un controllo di routine nel mercato antiquario, settore in cui i Carabinieri del TPC svolgono un monitoraggio costante per intercettare beni d’interesse culturale di dubbia provenienza. A far scattare l’allarme è stata la segnalazione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, che aveva individuato quattro delle lettere in una nota libreria antiquaria torinese.
Il commerciante, accortosi dell’importanza e della provenienza dei documenti, ha collaborato con le autorità, consentendo il sequestro immediato delle epistole e l’avvio delle indagini. Poche settimane più tardi, una quinta lettera è stata rinvenuta durante una perquisizione domiciliare nei confronti di un privato cittadino, chiudendo il cerchio investigativo.
Gli accertamenti successivi hanno confermato la provenienza delle missive dall’Archivio Storico torinese. In un caso, il ladro – rimasto ignoto – aveva perfino sostituito la lettera originale con una fotocopia, nel tentativo di occultare la sottrazione. Non è stato possibile stabilire con precisione il momento del furto, ma l’inchiesta ha permesso di ricostruire parte della catena di possesso e individuare due persone coinvolte nella circolazione dei documenti. Il procedimento penale si è concluso con l’archiviazione per prescrizione, ma la magistratura ha disposto la restituzione all’Archivio Storico della Città di Torino, legittimo proprietario.
La cerimonia di restituzione si è tenuta il 6 ottobre 2025 nella sede di via Barbaroux, alla presenza dell’assessora alla Cultura del Comune di Torino, Rosanna Purchia, e della soprintendente Deneb Teresa Cesana. In un clima sobrio ma denso di significato, le cinque lettere sono state consegnate ai funzionari dell’archivio, chiudendo una vicenda che testimonia l’efficacia del lavoro di tutela svolto quotidianamente dai Carabinieri TPC.
L’Archivio Storico della Città di Torino è uno dei più importanti d’Europa, con oltre 20.000 metri lineari di documenti che coprono quasi un millennio di storia, dal Comune medievale alla capitale del Regno di Sardegna, fino alla Torino industriale e culturale di oggi. Nei suoi fondi si conservano carte di famiglie nobili, istituzioni civiche e militari, relazioni politiche e documenti privati che raccontano le trasformazioni della città e del Paese.
Il recupero delle epistole di Carlo Alberto non rappresenta solo un successo investigativo, ma anche un atto di restituzione simbolica della memoria storica collettiva. Ogni lettera, infatti, è una finestra aperta sul passato: in quelle righe vergate a mano si leggono le strategie di un sovrano che guidava il Piemonte verso le grandi riforme che avrebbero poi segnato il cammino verso l’Unità d’Italia.
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, fondato nel 1969 come primo organismo di polizia al mondo dedicato esclusivamente alla salvaguardia dei beni culturali, conferma così il proprio ruolo chiave nella difesa del patrimonio storico e artistico del Paese. Solo nel 2024, il Nucleo di Torino ha recuperato oltre 3.000 reperti e documenti trafugati o esportati illecitamente.
Dietro a ogni indagine c’è una rete di collaborazione che unisce istituzioni, archivisti, soprintendenti e operatori del mercato antiquario, dimostrando che la tutela del patrimonio non è solo un compito di polizia, ma un lavoro corale di competenza e responsabilità civile.
E proprio questa sinergia ha permesso che le lettere di Carlo Alberto, dopo decenni di assenza, tornassero al loro posto tra le carte che raccontano la storia di Torino e del suo regno. Una piccola ma preziosa vittoria, nel silenzioso lavoro quotidiano di chi custodisce la memoria della nazione.
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