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06 Ottobre 2025 - 10:08
Torino, tesori nascosti in un appartamento torinese: 254 reperti archeologici restituiti allo Stato (foto archivio)
Nel silenzio di un appartamento torinese si nascondeva un piccolo museo illegale. Domani, a Palazzo Chiablese, 254 reperti archeologici di eccezionale valore storico e culturale saranno ufficialmente restituiti allo Stato, dopo il loro recupero da parte dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tpc).
I manufatti, provenienti da aree archeologiche apule, umbre, etrusche, messapiche e romane, erano conservati all’interno di una collezione privata rinvenuta durante un’operazione dei militari del Comando Tpc di Monza, coordinati dalla Procura. Si tratta di un ritrovamento che, per quantità e varietà, rappresenta uno dei più rilevanti effettuati in Piemonte negli ultimi anni.
Alla cerimonia di consegna, in programma domani alle 11, parteciperanno il soprintendente Corrado Azzollini, il comandante del gruppo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza e l’avvocato Tiziana Pisani dell’Avvocatura distrettuale dello Stato. Sarà l’occasione per sancire il ritorno dei reperti sotto la tutela pubblica, dopo anni di sottrazione al patrimonio collettivo.
L’operazione è il risultato di indagini complesse che hanno portato gli investigatori sulle tracce di un collezionista privato, in possesso di oggetti antichi privi di documentazione di provenienza. Nei locali della sua abitazione sono stati rinvenuti vasi, monili, terrecotte, statuette e frammenti ceramici, tutti databili tra il VI e il II secolo a.C. Alcuni di essi presentano decorazioni e stili riconducibili alle produzioni peucete e dauniche della Puglia preromana, altri testimoniano la diffusione delle culture etrusche e umbre nel centro Italia.
Gli esperti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino hanno già avviato un lavoro di catalogazione e studio, volto a stabilire l’origine precisa di ciascun reperto e il percorso che li ha condotti nel capoluogo piemontese. Le prime analisi confermano che molti oggetti provengono da scavi clandestini, condotti in aree del Sud Italia note per la presenza di necropoli antiche.

La restituzione di domani rappresenta non solo un gesto di giustizia culturale, ma anche un segnale forte contro il traffico illecito di beni archeologici, un fenomeno che continua a colpire duramente il patrimonio italiano. Il Nucleo Tpc dei Carabinieri, attivo dal 1969, è considerato un modello internazionale nella lotta al saccheggio e al commercio illegale di opere d’arte. Solo nel 2024, in Piemonte, sono stati recuperati oltre 700 reperti sottratti o esportati clandestinamente.
La vicenda dei 254 oggetti ritrovati a Torino rientra in questa lunga battaglia. Gli inquirenti ritengono che i manufatti siano finiti in mani private dopo una serie di passaggi opachi sul mercato antiquario, attraverso intermediari non autorizzati. Il valore economico complessivo non è stato reso noto, ma il valore storico è incalcolabile. Ogni reperto racconta un frammento della storia antica d’Italia: tombe aristocratiche, riti funerari, usi domestici, simbologie religiose.
Dopo la cerimonia ufficiale, i beni torneranno sotto la custodia dello Stato e verranno trasferiti in depositi museali per il restauro e lo studio. Una parte di essi potrebbe essere esposta in futuro al pubblico, come testimonianza concreta del lavoro di tutela svolto dalle istituzioni.
L’operazione sottolinea ancora una volta quanto il traffico di reperti archeologici resti un fenomeno vivo, spesso alimentato dal collezionismo privato e da canali di vendita online. I Carabinieri Tpc ricordano che la detenzione di beni culturali senza idonea certificazione di provenienza costituisce un reato, e che ogni reperto sottratto al controllo pubblico rappresenta una perdita di memoria collettiva.
Torino, città da sempre legata alla ricerca e alla valorizzazione del patrimonio storico, si prepara così ad accogliere un pezzo della storia antica d’Italia tornato finalmente a casa.
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