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03 Ottobre 2025 - 18:44
Ospedale unico a Cambiano, svolta storica per la sanità del Torinese (immagine di repertorio)
Un passo che si attendeva da decenni, un’opera di cui si è discusso a lungo senza mai arrivare a un punto concreto. Ora il nuovo ospedale unico dell’ASL TO5 a Cambiano è finalmente più vicino a diventare realtà. Il 29 settembre è stata aperta la Conferenza dei Servizi, il procedimento tecnico e amministrativo che dovrà portare all’approvazione definitiva del progetto di fattibilità e all’avvio dei lavori. Nella Sala Trasparenza della Regione Piemonte il progetto è stato illustrato agli stakeholders con toni che hanno mischiato soddisfazione e orgoglio istituzionale: l’opera servirà oltre 310.000 cittadini residenti nei 40 comuni dei distretti sanitari di Carmagnola, Chieri, Moncalieri e Nichelino, sostituendo i tre attuali presidi, il Santa Croce di Moncalieri, il Maggiore di Chieri e il San Lorenzo di Carmagnola.
Il nuovo ospedale di Cambiano sarà un’infrastruttura da 302 milioni di euro, progettata con il supporto dell’intelligenza artificiale per ottimizzare percorsi interni, fabbisogni e costi gestionali. Si tratta di uno dei primi esempi in Italia di struttura sanitaria completamente pensata con tecniche di simulazione digitale e digital twin, un modello che promette maggiore efficienza e un’organizzazione snella. La scheda parla chiaro: 470 posti letto, di cui 32 di terapia intensiva, una superficie di 80.300 metri quadri, 1.200 posti auto, un blocco operatorio con 10 sale (tra cui due d’emergenza e una ibrida), un blocco parto con 7 sale (cinque per il travaglio e due per i cesarei) e 63 ambulatori specialistici. Numeri che fotografano la volontà di offrire un servizio dimensionato alle esigenze reali del territorio e con uno sguardo rivolto al futuro.
Non a caso, come hanno spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, il progetto di Cambiano rientra in un piano straordinario che prevede la costruzione di 11 nuovi ospedali in Piemonte, con un investimento complessivo di oltre 5 miliardi di euro, il più importante dal dopoguerra. Nella provincia di Torino, oltre al nuovo presidio dell’ASL TO5, il piano comprende anche il futuro ospedale di Torino Nord e quello di Ivrea, tasselli fondamentali di una rete che punta a modernizzare l’offerta sanitaria piemontese.
Dal punto di vista architettonico e impiantistico, l’ospedale unico non sarà solo un presidio di cura ma anche un’infrastruttura all’avanguardia per il personale sanitario. Lo ha sottolineato Fabio Inzani, presidente di Tecnicaer Engineering, la società che ha redatto il progetto: l’obiettivo è garantire “le migliori condizioni di lavoro agli operatori” attraverso ambienti progettati con attenzione all’ergonomia, all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale. Il 75% dell’energia sarà prodotta da fonti rinnovabili e la struttura seguirà protocolli di certificazione ambientale come LEED, ITACA e BREEAM, con l’ambizione di diventare un modello a livello nazionale.
La soddisfazione è palpabile anche nelle parole del direttore generale dell’ASL TO5, Bruno Osella, che ha definito l’apertura della Conferenza dei Servizi “un passaggio fondamentale, atteso da anni da cittadini e operatori”. La procedura durerà 60 giorni, al termine dei quali si chiuderà l’iter urbanistico ed edilizio e sarà possibile procedere verso i lavori veri e propri.
Sulla stessa linea d’onda il presidente del Consiglio Regionale Davide Nicco, che ha parlato di “momento storico” non solo per Cambiano ma per l’intero territorio. «Di questo ospedale – ha detto – si parla da oltre quarant’anni, ma mai nessuno era riuscito a trasformare le parole in fatti concreti. Finalmente ora c’è un progetto avviato, che sorgerà su un’area già compromessa, evitando di consumare nuovo suolo e dimostrando attenzione per l’ambiente».
L’ospedale unico di Cambiano, dunque, non sarà soltanto una nuova struttura sanitaria, ma anche un simbolo del rinnovamento della sanità piemontese, frutto di un piano imponente che punta a lasciare alle spalle anni di strutture inadeguate e frammentate. Le aspettative sono altissime: si tratta di dare ai cittadini servizi migliori e più vicini, con spazi moderni, tecnologie avanzate e percorsi di cura integrati. Dopo decenni di attese e rinvii, l’impressione è che il traguardo sia finalmente a portata di mano.
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