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Don Luca e don Stefano, due anni insieme a San Mauro: il Comune li ringrazia

Una serata di abbraccio simbolico da parte del Consiglio comunale. Due anni di impegno sul territorio, all'insegna della collaborazione tra mondo laico e religioso

Don Luca e don Stefano, due anni insieme a San Mauro: il Comune li ringrazia

Don Luca e don Stefano, due anni insieme a San Mauro: il Comune li ringrazia

Una serata di dialogo e di riconoscenza, all'insegna della collaborazione tra il mondo civile della politica e quello della fede. Giovedì 2 ottobre, la sala del Consiglio comunale di San Mauro Torinese ha accolto don Stefano Votta e don Luca Ramello, in occasione del secondo anniversario dal loro insediamento nelle comunità parrocchiali sanmauresi.

Una serata che ha unito – non da ultimo – gran parte dell'emiciclo comunale: infatti, accanto alla maggioranza, hanno preso parte anche i consiglieri Antonetto e Cerrato, all’opposizione con Fratelli d’Italia, oltre che il pentastellato Bongiovanni.

La sindaca Giulia Guazzora ha preso la parola per prima, introducendo l’incontro con parole cariche di gratitudine verso i due sacerdoti. Ha voluto esprimere come in soli due anni abbiano saputo «riaccendere la vita dell’oratorio», «rafforzare la dimensione spirituale di San Mauro» e tessere legami con famiglie, giovani e associazioni. Nel suo intervento ha scelto una metafora forte: i parroci come «una delle otto arcate del Ponte Vecchio», che uniscono geografie e cuori della comunità. Guazzora ha quindi ringraziato don Stefano e don Luca per la loro «testimonianza e servizio», che rendono San Mauro «una città più viva e più giusta».

È poi intervenuto Rudy Lazzarini, capogruppo cittadino del Partito Democratico, che ha sottolineato il «segno profondo» lasciato dai parroci in questi anni. Ha citato la loro capacità di «portare nuova energia», di «riattivare il tessuto dell’oratorio» e di dare centralità alla comunità spirituale. Il suo discorso ha evidenziato come non si tratti solo di un riconoscimento di tipo religioso, ma di un tributo civico: le istituzioni riconoscono il loro ruolo sociale e culturale, non solo come guide spirituali.

I parroci e la sindaca insieme durante la festa patronale

Ma chi sono i parroci che ieri sera sono stati al centro dell’attenzione? Don Stefano Votta e don Luca Ramello non sono figure nuove alla vita ecclesiale torinese. Prima del trasferimento a San Mauro, entrambi provenivano dalla parrocchia Maria Regina della Pace in Barriera di Milano, una zona delicata e complessa della città.

Don Stefano, ordinato nel 2005, si è distinto in quegli anni per un’azione coraggiosa sul fronte del degrado e dello spaccio: in più occasioni ha denunciato la mancanza di interventi concreti da parte delle istituzioni e ha alzato la voce per attirare attenzione sulle fragilità del quartiere.

Don Luca Ramello, ordinato nel 2003, ha affiancato quell’impegno con il suo lavoro pastorale e la vicinanza ai giovani: prima del trasferimento era attivo come direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile e figura riconosciuta nel mondo dell’oratorio.

Nell’ottobre 2023, don Stefano e don Luca hanno fatto il loro ingresso ufficiale come co-parroci delle quattro parrocchie sanmauresi (Santa Maria in Pulcherada, San Benedetto Abate, Sant’Anna e Sacro Cuore di Gesù). La celebrazione avvenne con una messa presieduta dal vescovo ausiliare Giraudo in piazzale Europa, davanti a una folla di fedeli e con la partecipazione delle istituzioni.

Fu una cerimonia carica di attese: i parroci promettevano di custodire la memoria delle comunità, di unire le diverse parrocchie in un percorso condiviso e di concentrarsi sui giovani come priorità pastorale. In Barriera di Milano, don Stefano aveva guadagnato fama come “prete di frontiera” per il suo impegno contro lo spaccio e il degrado urbano. Quando fu annunciato il suo trasferimento, la comunità reagì con stupore: molti lo vedevano come figura protagonista, che cercava di scuotere l’attenzione delle istituzioni. Durante la serata di commiato, alcuni fedeli raccontarono di aver visto in lui non solo un sacerdote, ma un pastore che difende il proprio gregge, costretto a far rumore contro il rischio di non essere ascoltati.

A San Mauro, i parroci hanno continuato a muoversi con quella stessa sensibilità: non si limitano a celebrare, ma sostengono progetti concreti per l’educazione, per le relazioni associative e per i bisogni delle chiese stesse. Nel 2024, ad esempio, hanno lanciato una lettera ai fedeli con una richiesta di sostegno per i numerosi lavori che le chiese sanmauresi necessitano: ripristino bagni, manutenzione dell’oratorio, sistemazione delle strutture parrocchiali. È un richiamo alla corresponsabilità: la comunità come parte attiva, non solo destinataria.

Nella sala del Consiglio comunale di San Mauro, i due parroci non si sono limitati aa ascoltare in silenzio. Hanno risposto con umiltà, ringraziando la città per la fiducia e chiedendo che il cammino condiviso non resti un momento, ma diventi prassi quotidiana. Il futuro, per loro, passa dal consolidamento delle comunità parrocchiali, dal rafforzamento della relazione con i giovani e dall’impegno nella cura materiale delle chiese.

Quella di giovedì non è stata solo una celebrazione, ma un passaggio. Un invito a guardare avanti: mondo laico e religioso insieme. Nelle rispettive funzioni, ma con un unico spirito di collaborazione che guardi ai bisogni dei cittadini.

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