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Corteo pro Palestina, traffico bloccato tra città e tangenziale: obiettivo l’aeroporto di Caselle

Spezzone in bici da Palazzo Nuovo, traffico bloccato in piazza Baldissera; gruppo a piedi verso gli svincoli

Torino, corteo pro Palestina entra in tangenziale e punta all’aeroporto di Caselle

Corteo pro Palestina, traffico bloccato tra città e tangenziale: obiettivo l’aeroporto di Caselle

Un pomeriggio di caos ha trasformato Torino in una città a due velocità, divisa tra la quotidianità e una mobilitazione pro Palestina che ha preso di mira gli snodi nevralgici della viabilità. Non un corteo tradizionale, ma due flussi distinti: da un lato uno spezzone mobile di manifestanti in bicicletta, dall’altro un corteo a piedi, entrambi con la stessa meta dichiarata, l’aeroporto di Caselle.

La scintilla è partita dal cuore accademico cittadino, da Palazzo Nuovo, dove un gruppo di ciclisti ha imboccato le strade fino a raggiungere piazza Baldissera. Lì, una delle rotonde più congestionate del capoluogo, il traffico si è fermato del tutto. Lo stop ha avuto un effetto a catena, con code che si sono rapidamente estese sulle vie di accesso e che hanno reso necessaria la deviazione di molte auto.

Contemporaneamente, il corteo a piedi ha attraversato il sottopasso di corso Massimo d’Azeglio, imboccando corso Unità d’Italia. Una scelta logistica precisa: il viale conduce direttamente verso gli innesti con la tangenziale, porta di accesso alla rete autostradale e collegamento immediato con Caselle.

Il momento di maggiore tensione si è verificato quando il blocco ciclistico è riuscito a fare ingresso in tangenziale, spostando la protesta dal cuore urbano alle arterie a scorrimento veloce. Un passaggio che ha inevitabilmente provocato rallentamenti sul raccordo e ritardi nei collegamenti verso l’aeroporto.

Il dispositivo scelto dai manifestanti sembra voler massimizzare l’impatto della protesta: due colonne parallele, dislocate su fronti differenti, capaci di interferire sia con la mobilità interna sia con la rete extraurbana. Una strategia che rende più complesso anche l’intervento delle forze dell’ordine, costrette a distribuire pattuglie e presidi su più assi contemporaneamente.

Gli effetti sulla città sono tangibili: automobilisti bloccati per decine di minuti, mezzi pubblici in ritardo, itinerari quotidiani stravolti. La pressione maggiore si è registrata lungo piazza Baldissera, nodo già critico per la viabilità torinese, e negli svincoli che collegano il centro con la tangenziale sud ed est.

Al momento, restano aperti diversi interrogativi. In primo luogo, fino a che punto il corteo riuscirà a spingersi verso Caselle e se l’aeroporto possa diventare realmente teatro della conclusione della protesta. In secondo luogo, quali saranno le misure delle autorità per contenere l’impatto su una città che, in poche ore, si è trovata stretta tra i flussi della mobilitazione e quelli della mobilità quotidiana.

Il messaggio dei manifestanti è chiaro: portare la questione palestinese al centro dell’attenzione pubblica, non solo con slogan e cartelli, ma incidendo sulla quotidianità dei cittadini attraverso un blocco visibile, tangibile, che lascia dietro di sé code e rallentamenti.

Verso le ore 14:30. Circa 70 manifestanti, che erano partiti in bicicletta da Palazzo Nuovo, a Torino, imboccando poi la tangenziale Nord, hanno tagliato le reti dell'aeroporto Sandro Pertini di Caselle e sono entrati nel perimetro dello scalo. È terminato invece il passaggio del corteo a piedi sullo svincolo della tangenziale Sud.

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