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02 Ottobre 2025 - 10:57
Bambino salvato senza pacemaker, il caso che premia la sanità astigiana
Un bambino di undici anni, sportivo, affetto da una grave cardiopatia congenita, ha evitato l’impianto di un pacemaker grazie all’intervento della Cardiologia del Cardinal Massaia di Asti. Una vicenda che unisce tecnologia, esperienza e coraggio clinico, diventando un simbolo di ciò che la sanità piemontese è in grado di offrire anche fuori dai grandi centri metropolitani.
La storia comincia a Milano. Davide (nome di fantasia), ragazzino vivace e impegnato nello sport, soffriva di una via elettrica anomala nel cuore che correva parallelamente al normale fascio di conduzione. Questo difetto congenito provocava accessi di tachicardia molto rapida e pericolosa. Nel suo ospedale di riferimento era stato sottoposto a un intervento di ablazione, affidato a un grande centro specializzato. Ma l’operazione non aveva dato l’esito sperato. Non solo: il trattamento aveva trasformato l’aritmia in una forma ancora più aggressiva, incessante e resistente ai farmaci. Il passo successivo, inevitabile, sembrava essere l’impianto di un pacemaker permanente, un dispositivo che avrebbe segnato profondamente la vita del bambino.
In quel momento si è aperta un’altra strada: il trasferimento urgente ad Asti, presso la Struttura complessa di Cardiologia dell’Asl AT, guidata da un’équipe con lunga esperienza nel trattamento delle aritmie, anche pediatriche. Qui i medici hanno scelto una tecnica particolare: la crioablazione, che utilizza il freddo estremo per distruggere in sicurezza la via anomala. Grazie a questa metodica, il cuore del ragazzo è stato liberato dall’aritmia senza rischi aggiuntivi e soprattutto senza dover ricorrere a un pacemaker. Dopo due giorni di ricovero, il giovane paziente è potuto tornare a casa, pronto a riprendere una vita pressoché normale.
Il caso non è isolato. La Cardiologia del Cardinal Massaia di Asti è da decenni una delle realtà più avanzate in Italia ed Europa per la cura delle aritmie. Già nel 2000 il reparto fu tra i primi in Europa a dotarsi della tecnologia della crioablazione, accumulando negli anni una competenza che lo ha reso punto di riferimento a livello nazionale. Oggi può contare su tutte le metodiche di ultima generazione per il trattamento delle aritmie sia negli adulti sia nei bambini, compresi i pazienti con cardiopatie congenite.
I numeri raccontano la portata del lavoro svolto. Oltre 13 mila pazienti sono stati sottoposti ad ablazione nella struttura astigiana, con un flusso costante di persone che arriva da tutta Italia: il 66% dei pazienti proviene da fuori provincia. Una percentuale che evidenzia come la reputazione del reparto abbia superato i confini piemontesi, trasformandolo in un polo di attrazione nazionale.
Il centro collabora con strutture pediatriche di altissimo livello, come il Regina Margherita di Torino, il Gaslini di Genova e il Sant’Orsola di Bologna, a conferma di un network che rende Asti un tassello fondamentale della sanità italiana. Non solo: la Cardiologia astigiana è anche sede di training dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione e ospita specializzandi provenienti da università di tutta Italia, da Torino a Roma, da Verona a Palermo, fino a Catania e L’Aquila. Il reparto partecipa inoltre a studi scientifici internazionali, consolidando un profilo che unisce assistenza clinica, ricerca e formazione.
L’eccellenza di Asti non si misura solo negli interventi più complessi, ma anche nella gestione quotidiana delle emergenze cardiologiche. Secondo l’ultimo rapporto Agenas, la Cardiologia dell’Asl AT è prima in Piemonte e quinta in Italia per sopravvivenza a 30 giorni dall’infarto e ancora prima in Piemonte per la rapidità con cui viene eseguita l’angioplastica nei pazienti colpiti da infarto acuto. Ogni anno il reparto gestisce circa 200 procedure in urgenza, all’interno di un totale di 1.300 interventi di emodinamica. Nel 2024 sono stati inoltre eseguiti 25 impianti di TAVI, le sofisticate protesi aortiche che rappresentano una delle tecniche più innovative nel trattamento delle patologie valvolari.
Un altro tratto distintivo è l’attenzione al paziente nella sua globalità. Nel 2018 il Cardinal Massaia è stato il primo ospedale al mondo a introdurre l’ipnosi come tecnica di analgo-sedazione durante l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo. Oggi questa metodica è diventata una prassi consolidata, applicata in oltre 2.000 procedure di elettrofisiologia interventistica. L’ospedale ha già formato più di 100 operatori tra medici e infermieri e il prossimo 7 ottobre partirà un nuovo corso per una trentina di professionisti, con l’obiettivo di estendere ulteriormente l’uso dell’ipnosi nelle procedure cliniche.
Non è un dettaglio secondario: significa rendere le cure meno traumatiche, avvicinarsi all’idea di un “ospedale senza dolore” e collocare l’umanizzazione delle cure sullo stesso piano della tecnologia. Una filosofia che sta diventando un marchio distintivo del Cardinal Massaia e che lo rende un punto di riferimento non solo per la qualità clinica, ma anche per l’approccio umano al paziente.
Il riconoscimento ufficiale è arrivato anche dalla Regione Piemonte, che nel novembre 2022 ha designato il reparto come Centro di Alta Specializzazione e di riferimento regionale per l’Elettrofisiologia interventistica e l’Aritmologia. Un titolo che conferma la centralità di Asti in questo ambito e che valorizza il lavoro di un’équipe che da oltre trent’anni coniuga rigore scientifico, formazione e capacità di innovazione.
La storia dell’undicenne salvato senza pacemaker si inserisce dunque in una cornice più ampia: quella di un reparto capace di trasformare un ospedale provinciale in un centro di rilevanza internazionale. Dimostra che eccellenza non significa solo grandi città e grandi policlinici, ma anche ospedali di dimensioni più contenute che, con investimenti mirati e professionalità di alto livello, diventano fari per la sanità pubblica.
E mentre le statistiche certificano i risultati, le singole storie di pazienti come Davide raccontano l’impatto umano: la possibilità per un bambino di tornare a fare sport senza il peso di un dispositivo nel petto, la serenità restituita a una famiglia, la conferma che in Piemonte si può trovare una sanità capace di unire tecnologia d’avanguardia e cura delle persone.
Ospedale di Asti
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