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02 Ottobre 2025 - 00:07
Sarah Disabato
Due anni e mezzo. Tanto è passato dall’approvazione della legge regionale che avrebbe dovuto garantire il tatuaggio gratuito dell’areola mammaria alle donne operate di tumore al seno. Una legge di civiltà, approvata con grande enfasi a gennaio 2023, che però è rimasta imprigionata nei cassetti della burocrazia piemontese. Ad oggi, per le pazienti non è cambiato nulla: i fondi sono lì, ma i diritti restano sulla carta.
A sollevare nuovamente il caso è stata la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Sarah Disabato, che in Consiglio regionale ha presentato un question time rivolto direttamente alla Giunta Cirio. La denuncia è chiara: “Non ci possono volere anni per scrivere e approvare una delibera. Le donne che hanno già dovuto affrontare il dramma della malattia non possono attendere ancora”.
La legge non prometteva miracoli, ma un piccolo grande passo: permettere, attraverso il tatuaggio, di ricostruire l’areola mammaria dopo un intervento di asportazione e ricostruzione. Non un vezzo estetico, ma un sostegno psicologico ed emotivo fortissimo. Un segno di ritorno alla normalità, una risposta al trauma. Eppure, il Piemonte resta fermo.
In aula, l’assessore Bussalino, parlando a nome del collega Riboldi, ha tentato la difesa d’ufficio: gli uffici – ha spiegato – stanno ancora lavorando agli atti amministrativi. Una giustificazione che suona come una presa in giro per chi da mesi, anzi da anni, attende che qualcuno si decida a firmare un foglio. Perché i soldi ci sono già, stanziati da tempo. Manca solo la volontà politica di tradurre quella legge in fatti.
E Disabato non si è risparmiata: “Ho già presentato due interrogazioni e un emendamento alla legge Omnibus per semplificare la procedura. Nulla si muove. Le leggi non vanno solo approvate per fare titoli sui giornali, vanno anche attuate. Non possono giacere nei meandri degli uffici della Giunta a tempo indeterminato”.
Il punto politico è lampante: quante altre leggi in Piemonte sono state approvate con squilli di tromba per poi restare senza seguito? Quante volte la Giunta Cirio ha annunciato soluzioni per poi lasciarle incagliate nella palude amministrativa?
La capogruppo 5 Stelle parla di “gesto di civiltà” rivolto al centrodestra, ma la verità è che qui non servono gesti, servono atti concreti. Perché ogni giorno che passa, ogni ritardo e ogni scusa burocratica, pesa come un macigno sulle spalle di chi la malattia l’ha già combattuta e vinta, e che ora si vede negato un diritto.
Due anni e mezzo di attesa per una delibera: questo è il dato che resta, impietoso. Un tempo infinito per chi ha già sofferto troppo. E un’altra pagina nera di un’amministrazione che continua a promettere senza mantenere.
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