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29 Settembre 2025 - 17:46
10 giorni di sciopero della fame: la protesta di Claudio Borsello scuote Torino
Da dieci giorni Claudio Borsello, attivista di Ultima Generazione e residente a Mappano, ha scelto di interrompere ogni forma di alimentazione come gesto di protesta politica. La sua presenza oggi davanti al Comune di Torino, in concomitanza con la seduta del Consiglio Comunale, ha reso ancora più visibile una battaglia che si lega strettamente alla guerra in Palestina.
Seduto ai piedi della statua del Conte Verde in piazza Palazzo di Città, Borsello ha ricordato come la sua scelta estrema non sia isolata. Da Roma, tre attiviste portano avanti lo stesso sciopero, arrivato ormai al decimo giorno. «Chiediamo due cose: che Giorgia Meloni riconosca il genocidio in corso e che ci siano garanzie di protezione per gli equipaggi civili della Global Sumud Flotilla, che cerca di aprire un corridoio umanitario verso Gaza», ha dichiarato.
Le sue richieste non si fermano qui: alla protezione della Flotilla, Borsello affianca la necessità di un riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina e la sospensione di ogni forma di cooperazione con Israele. Un messaggio che si inserisce nella scia di altre mobilitazioni portate avanti in questi giorni davanti a piazza Castello, ribattezzata “piazza Palestina”, luogo abituale del presidio dell’attivista.
Per oggi la sua protesta si è spostata simbolicamente davanti a Palazzo Civico, ma già domani Borsello ha annunciato che si recherà a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, per chiedere una presa di posizione anche da parte delle istituzioni piemontesi.
La sua non è una battaglia solitaria. In queste ore anche il Centro Studi Sereno Regis ha aderito all’iniziativa con l’avvio di uno sciopero della fame a staffetta, a sostegno delle stesse richieste avanzate dagli attivisti.
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All’interno della mobilitazione è stato diffuso 4 giorni fa anche il testo con cui Ultima Generazione spiega le ragioni della protesta: «Claudio è ormai al sesto giorno di sciopero della fame in PiazzaPalestina a Torino. Come lui a Roma, davanti Montecitorio, anche Alina, Beatrice e Serena sono da sabato scorso senza cibo. Stiamo portando avanti questo sciopero della fame e lo continueremo a oltranza fino a quando il governo non accetterà le nostre due semplici e giuste richieste: protezione reale della Flotilla durante il viaggio verso Gaza e riconoscimento ufficiale del genocidio in corso. Meloni, cosa stai aspettando ancora? Dobbiamo fare pressione politica con azioni di resistenza civile nonviolenta, blocchiamo tutto di nuovo, a oltranza. Boicottiamo i supermercati creando pressione economica. Commenta con BOICOTTIAMO e ti inviamo il link di adesione!».
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