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Chivasso, “spy story” interno al Comune: agente della Polizia Municipale a processo

Contestati i reati di accesso abusivo a sistema informatico e detenzione illecita di codici. Il Comune si costituisce parte civile. Usava il pc della funzionaria per spiare le mail con il comandante

Chivasso, “spy story” interno al Comune: agente della Polizia Municipale a processo

Chivasso, “spy story” interno al Comune: agente della Polizia Municipale a processo

Un agente della Polizia Municipale di Chivasso, attualmente sospeso dal servizio, finirà davanti al gup del Tribunale di Torino con l’accusa di accesso abusivo a sistema informatico e detenzione illecita di codici di accesso.

È quanto emerge dalla determinazione n. 708 del 24 settembre 2025 del Comune di Chivasso, pubblicata all'albo pretorio, con la quale il dirigente Roberta Colavitto ha disposto la costituzione di parte civile del Comune nell’imminente processo.

Il procedimento penale è iscritto al n. 20871/2024 R.G.N.R. presso la Procura di Torino. A portare avanti l’accusa sarà la sostituta procuratrice Eugenia Ghi, che ha richiesto il rinvio a giudizio lo scorso 26 agosto.

L’udienza preliminare è stata fissata per il 31 ottobre alle 9.30, davanti alla giudice Paola Odilia Meroni, gup del Tribunale di Torino.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’agente avrebbe utilizzato il computer di una funzionaria comunale responsabile del personale per accedere alle mail intercorse tra lei e il comandante della Polizia Municipale Marco Lauria. Un comportamento ritenuto grave, tanto da spingere l’Amministrazione a prendere una posizione netta.

«Considerata la gravità dei reati contestati – si legge nella determinazione – è opportuno e necessario costituirsi parte civile».

Aula di tribunale

La vicenda si inserisce in un quadro più ampio che vede lo stesso agente e il Comune di Chivasso coinvolti anche davanti al Tribunale di Ivrea - Sezione del Lavoro. Un filone d’inchiesta, questo, che si annoda e si complica, lasciando intendere che l’episodio dell’accesso abusivo non sia un fatto isolato, ma parte di una dinamica più estesa.

E' proprio quello su cui si concentra la difesa, rappresentata dall'avvocato Claudio Strata: secondo la difesa l'accesso abusivo sarebbe avvenuto successivamente e in conseguenza di alcuni provvedimenti disciplinari a carico dell'imputato. Provvedimenti che l'imputato riteneva ingiusti e figli di un metro di giudizio errato.

Sul piano giuridico, i reati contestati si fondano sugli articoli 81, 615 ter e 615 quater del codice penale. In particolare, l’accesso abusivo a un sistema informatico – aggravato dalla qualità di pubblico ufficiale dell’imputato – e la detenzione di codici di accesso a sistemi informatici senza autorizzazione. Reati che la Procura di Torino non ha ritenuto di archiviare, decidendo invece di portarli in udienza preliminare.

La determinazione del Comune di Chivasso richiama anche diversi precedenti giurisprudenziali che chiariscono la natura gestionale della scelta di costituirsi parte civile. Non si tratta infatti di un atto politico-amministrativo, ma di una decisione di natura tecnica, spettante al dirigente competente. Tant’è che la giurisprudenza del Consiglio di Stato (sentenze del 2005 e del 2012) e della Cassazione (2015) hanno ribadito come la difesa in giudizio sia attività di gestione, e non d’indirizzo politico.

Da Palazzo Santa Chiara fanno sapere che la delibera di autorizzazione alla costituzione di parte civile è stata approvata ieri, venerdì 26 settembre, dalla Giunta del sindaco Claudio Castello ma l'amministrazione non ritiene opportuno aggiungere altro al momento.

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