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26 Settembre 2025 - 12:47
Torino, Extinction Rebellion irrompe durante l'inaugurazione del Salone dell'Auto
L’inaugurazione del Salone dell’Auto di Torino 2025 in Piazza Castello si è trasformata, questa mattina, in un evento dal doppio volto. Accanto alla celebrazione ufficiale della quarta edizione, con il pubblico accorso per ammirare i modelli di punta dell’industria automobilistica, si è fatta spazio una protesta muta e scenografica che ha catturato l’attenzione e sollevato polemiche.
A rompere la ritualità della cerimonia sono state le Red Rebels di Extinction Rebellion, figure vestite di rosso acceso che hanno attraversato lentamente la piazza, sfilando in silenzio tra gli stand. Un’apparizione surreale, che ha suscitato curiosità tra i visitatori e imbarazzo tra gli organizzatori, trasformando l’apertura del Salone in un atto politico.
Il gruppo, ideato nel 2018 nel Regno Unito dall’artista Douglas Francisco, utilizza il corpo e il colore per veicolare un messaggio diretto: il rosso rappresenta il sangue versato a causa della crisi climatica e connette simbolicamente tutti gli esseri viventi. Il passo lento e le espressioni solenni sottolineano il dolore e lo sgomento per la distruzione ambientale e sociale. «Il Salone dell’Auto è una vetrina del lusso, dell’ingiustizia e dell’insostenibilità», denunciano gli attivisti, che con questa performance hanno voluto opporsi a un modello di sviluppo ritenuto incompatibile con l’urgenza della transizione ecologica.
La protesta ha toccato anche un nervo geopolitico: Extinction Rebellion ha denunciato la presenza al Salone di aziende coinvolte, secondo rapporti ONU e Amnesty International, nelle operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania. Nel mirino soprattutto Hyundai, presente con i suoi SUV elettrici di punta, accusata attraverso la controllata Hyundai Heavy Industries di aver partecipato alle demolizioni di abitazioni palestinesi nei Territori Occupati. Un collegamento che, secondo gli attivisti, rende «ancora più surreale» l’evento nel centro di Torino, proprio nei giorni in cui la Global Sumud Flotilla si appresta a portare aiuti umanitari verso Gaza.
La contestazione arriva in una città che vive in prima persona le contraddizioni della mobilità. Torino è tra i centri più inquinati d’Europa: l’inquinamento atmosferico legato al traffico provoca fino a 900 morti premature all’anno, con l’80% delle emissioni di ossidi di azoto e polveri sottili riconducibile al trasporto su strada. Un quadro che stride con l’enfasi celebrativa del Salone e con i numeri che raccontano la crisi occupazionale del settore automobilistico, dove migliaia di lavoratori devono affrontare cassa integrazione e licenziamenti.
«A Torino, città in cui l’inquinamento atmosferico dovuto al traffico provoca ogni anno centinaia di vittime e in cui migliaia di lavoratori dell’automotive affrontano licenziamenti e cassa integrazione, si inaugura un evento che celebra un modello di mobilità in netto contrasto con la necessità di una transizione verso una società più giusta e sostenibile», hanno dichiarato da Extinction Rebellion.
Gli attivisti hanno poi puntato il dito contro le politiche governative in tema di trasporti: la Legge di Bilancio 2025 non ha previsto nuovi fondi per metropolitane, tramvie, busvie veloci e mobilità ciclistica, mentre sono stati ridotti gli stanziamenti già esistenti. Al contrario, il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina ha ricevuto ulteriori 1,5 miliardi di euro, per un totale che supera ormai i 13,5 miliardi. Per Extinction Rebellion, un segnale chiaro delle priorità politiche: grandi opere e spese militari al posto di un serio piano di trasporto pubblico.
«Il Salone dell’Auto si conferma, ancora una volta, come la celebrazione di un modello di sviluppo fondato sulla distruzione ambientale, sociale e umana», hanno ribadito gli attivisti. «Il mondo che vorremmo è invece colorato, gioioso, un mondo in cui le città non sono vetrine per turisti o strumenti di profitto per pochi, ma luoghi da vivere, condividere e curare».
Non è la prima volta che Torino diventa teatro di proteste legate al Salone dell’Auto. Già nelle passate edizioni, movimenti ambientalisti e associazioni cittadine avevano contestato l’evento, accusandolo di rappresentare un modello obsoleto e dannoso per l’ambiente. Quest’anno, però, la presenza delle Red Rebels ha dato alla contestazione un carattere fortemente visivo e simbolico, difficile da ignorare persino per chi era arrivato solo per osservare le nuove proposte dell’industria automobilistica.
La loro marcia lenta in mezzo alle carrozzerie scintillanti ha restituito l’immagine di due mondi in collisione: da un lato, il mercato dell’auto che si reinventa tra elettrico e lusso; dall’altro, chi denuncia la necessità urgente di un cambiamento radicale per affrontare l’emergenza climatica e sociale.
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