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25 Settembre 2025 - 17:29
"Meloni come Kirk": la scritta a Porta Susa scatena la polemica
La comparsa della scritta «Meloni come Kirk» su un pilastro della stazione di Porta Susa ha provocato oggi una forte reazione politica, mentre a Torino proseguono le manifestazioni pro Palestina. L’episodio — fotografato e rilanciato sui social dai presenti — arriva in una fase di tensione dopo le occupazioni dei binari e altre azioni di protesta che hanno caratterizzato le mobilitazioni cittadine degli ultimi giorni.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato su X l’immagine della scritta, definendo le frasi e i simboli rivolti alla presidente del Consiglio «minacce inaccettabili» e assicurando «piena solidarietà» a Giorgia Meloni. Al post è stata allegata la foto della frase comparsa nella stazione, che richiama il nome di Charlie Kirk, l’attivista statunitense ucciso durante un comizio e diventato nei giorni scorsi un riferimento retorico in alcune frange della protesta.
Minacce inaccettabili, piena solidarietà a @GiorgiaMeloni.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 25, 2025
Si respira un clima d’odio preoccupante, che va fermato. pic.twitter.com/Ne6l3zWqKs
Anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è intervenuto definendo «naccettabili i blocchi di Torino, i danneggiamenti e le minacce al premier Meloni e rivolgendo alla presidente del Consiglio «la mia piena solidarietà». Cirio ha sottolineato che la libertà di manifestare non può mai travalicare il rispetto della legalità, e ha condannato in termini netti le frasi che evocano la violenza contro una carica istituzionale, sottolineando come tali minacce costituiscano un’offesa non solo alla persona ma anche all’istituzione stessa.
Chi invoca la morte di un rappresentante democraticamente eletto non può sfilare per la pace. Perché non è degno di sentirsi rappresentante di quel valore.
— Elena Chiorino (@ElenaChiorino) September 24, 2025
Piena solidarietà a Giorgia Meloni. Invocare la morte di un avversario politico non è dissenso: è barbarie. pic.twitter.com/6zu7cxZ3pd
A commentare la vicenda anche la vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino, la quale, nel suo intervento, ha espresso a sua volta «piena solidarietà a Giorgia Meloni», rimarcando che «invocare la morte di un avversario politico non è dissenso: è barbarie». Le dichiarazioni raccolte oggi dalle agenzie ricalcano la posizione delle istituzioni regionali e nazionali che hanno condannato l’episodio.
I fatti si inseriscono in una settimana particolarmente calda a Torino, segnata da manifestazioni di piazza legate alla mobilitazione pro Palestina e alla solidarietà verso la Global Sumud Flotilla. Nelle ultime ore gruppi di manifestanti avevano occupato porzioni delle stazioni cittadine, bloccando per alcune ore la circolazione ferroviaria e determinando disagi alla mobilità. In tale contesto, l’apparizione della scritta e il linguaggio usato hanno subito catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche.
L’accaduto ha riacceso il dibattito sulla linea di confine tra legittima protesta e forme di intimidazione. I richiami alle istituzioni in difesa della libertà e della sicurezza pubblica si accompagnano alla richiesta di garantire al contempo il diritto a manifestare in modo pacifico. I toni usati nelle reazioni ufficiali odierne sono chiari: qualsiasi forma di violenza verbale o simbolica rivolta verso rappresentanti delle istituzioni deve essere respinta senza ambiguità.
Le autorità competenti hanno avviato accertamenti per individuare gli autori dei vandalismi. Nel frattempo, le immagini della scritta hanno continuato a circolare online, alimentando un confronto acceso sui limiti dell’azione pubblica e sul ruolo delle manifestazioni di piazza in momenti politicamente sensibili.
La vicenda arriva in una fase in cui Torino è teatro di mobilitazioni ampie e plurali. Le istituzioni locali e regionali, citate nelle dichiarazioni di oggi, hanno ribadito l’esigenza di mantenere il confronto nel solco della legalità e del rispetto reciproco, evitando ogni forma di istigazione alla violenza. La protesta, d’altra parte, ha continuato a portare in strada decine di migliaia di persone nelle giornate precedenti, con momenti di alta tensione ma anche con la presenza di manifestazioni organizzate e pacifiche.
Per ora, la scritta rimane il simbolo più immediato dell’escalation retorica che preoccupa parte dell’arena politica. Le reazioni di Salvini, Cirio e Chiorino, tutte espresse oggi attraverso comunicazioni ufficiali, tracciano la linea della condanna e della solidarietà istituzionale verso la presidente del Consiglio, richiamando al contempo la necessità che il dissenso si eserciti sempre entro i confini della civiltà e della legge.
Sulla scritta è intervenuta in serata su X anche la stessa premier Giorgia Meloni, che ha commentato: «Chi vive di odio e intimidazioni non sarà mai come Charlie Kirk, perché non conosce il valore del dialogo, del confronto e della democrazia. Essere accostata a lui è motivo di orgoglio: Kirk ha fatto della sua vita una battaglia per la libertà di pensiero».
“Meloni come Kirk”.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) September 25, 2025
L’hanno scritto come minaccia. Ma chi vive di odio e intimidazioni non sarà mai come Charlie Kirk, perché non conosce il valore del dialogo, del confronto e della democrazia.
Essere accostata a lui è motivo di orgoglio: Kirk ha fatto della sua vita una… pic.twitter.com/Hqk2T95kVH
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