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Italia a rischio paralisi: 24 ore di stop per regionali, Alta Velocità e lunga percorrenza

Dal 2 al 3 ottobre il sindacato Si Cobas ferma FS, Italo e Trenord: disagi attesi per pendolari e viaggiatori

Italia a rischio paralisi

Italia a rischio paralisi: 24 ore di stop per regionali, Alta Velocità e lunga percorrenza

Un nuovo sciopero nazionale si prepara a fermare i binari d’Italia per 24 ore consecutive, mettendo in difficoltà milioni di viaggiatori. La mobilitazione, proclamata dal sindacato Si Cobas, coinvolgerà il personale del Gruppo FS Italiane, Italo e Trenord, e scatterà dalle 21 di giovedì 2 ottobre fino alle 20:59 di venerdì 3 ottobre 2025. Una giornata di passione che, secondo le prime stime, colpirà in particolare le linee regionali e i treni utilizzati dai pendolari, ma con ripercussioni attese anche sull’Alta Velocità e sulla lunga percorrenza.

Il Ministero dei Trasporti ha avvertito che, per tutta la durata dell’agitazione, si potranno registrare cancellazioni, ritardi e riprogrammazioni su larga scala. Le aziende ferroviarie hanno ribadito che, come previsto dalla normativa vigente, saranno comunque garantiti i servizi essenziali nelle fasce di maggior tutela, ma le criticità restano inevitabili. Il rischio principale è quello di un effetto domino: i disagi potrebbero non fermarsi allo scadere delle 24 ore di sciopero, ma proseguire anche nelle ore successive, specie sulle tratte più congestionate.

A preoccupare sono soprattutto i treni regionali, colonna portante della mobilità quotidiana di studenti e lavoratori. È qui che si concentreranno le maggiori difficoltà, con la prospettiva di corse ridotte o sospese e coincidenze saltate. Non è escluso, però, che anche i convogli Frecciarossa e Italo subiscano modifiche e cancellazioni, rendendo complesso lo scenario per chi viaggia da città a città.

Lo sciopero si inserisce in un contesto di tensione crescente nel settore dei trasporti. Solo pochi giorni prima, il 26 settembre, sarà la volta di una protesta che riguarderà gli aeroporti italiani, con voli a rischio in tutto il Paese. Una sequenza di agitazioni che rischia di trasformare l’autunno in una stagione difficile per la mobilità nazionale, con conseguenze tangibili su economia e vita quotidiana.

Le motivazioni della mobilitazione toccano temi trasversali: dal rinnovo dei contratti alla sicurezza sul lavoro, fino alle politiche industriali nel settore ferroviario. La proclamazione dello sciopero generale da parte di Si Cobas non riguarda dunque solo il trasporto ferroviario, ma coinvolge più categorie di lavoratori pubblici e privati. Il peso maggiore, tuttavia, si abbatterà sui passeggeri che contano ogni giorno sull’affidabilità del sistema ferroviario.

Le istituzioni e le imprese hanno lanciato un invito alla prudenza. Il Ministero raccomanda ai viaggiatori di verificare in tempo reale lo stato della propria corsa tramite i canali ufficiali: app e siti web di FS, Trenord e Italo, ma anche biglietterie e personale in stazione. Chi si metterà in viaggio dovrà considerare tempi più ampi per gestire eventuali cambi di programma e valutare soluzioni alternative laddove possibile.

Sul fronte della sicurezza, la preoccupazione riguarda soprattutto le grandi stazioni urbane, dove l’afflusso di viaggiatori rischia di accumularsi nelle ore di punta. L’assenza di treni regolari può infatti generare affollamenti, ritardi a catena e tensioni tra i passeggeri. Una situazione che richiama l’urgenza di piani di emergenza condivisi tra aziende, istituzioni e forze dell’ordine.

Il nodo rimane quello della comunicazione tempestiva. In passato, scioperi simili hanno lasciato migliaia di viaggiatori senza informazioni chiare, costretti ad attendere ore senza sapere se e quando il treno sarebbe partito. Stavolta l’obiettivo dichiarato è ridurre al minimo la confusione, ma l’esperienza insegna che sarà difficile.

Per i pendolari del Nord come per i lavoratori del Centro e del Sud, lo sciopero del 2 e 3 ottobre rappresenta quindi un appuntamento da gestire con attenzione. Chi non potrà rimandare i propri spostamenti dovrà affidarsi alla pazienza e a un costante monitoraggio delle comunicazioni ufficiali.

Lo scenario appare chiaro: una giornata di disagi diffusi, con potenziali riflessi anche oltre la finestra temporale prevista. Un nuovo banco di prova per un settore dei trasporti che negli ultimi mesi ha mostrato tutte le proprie fragilità, tra infrastrutture sotto pressione e tensioni sindacali irrisolte.

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