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24 Settembre 2025 - 14:43
Medaglie d’onore ai familiari degli internati: la Prefettura ricorda il sacrificio degli IMI
Nella Sala d’onore della Prefettura di Torino, il 19 settembre è stata celebrata la prima Giornata degli Internati italiani nei campi di concentramento tedeschi con la consegna di tredici medaglie d’onore — conferite dal Presidente della Repubblica — ai familiari di altrettanti cittadini della area metropolitana di Torino deportati e destinati al lavoro coatto durante la Seconda Guerra mondiale. Alla cerimonia hanno preso parte il Prefetto Donato Cafagna, il Sottosegretario alla Presidenza della Regione Piemonte Claudia Porchietto e l’Assessore alla Sicurezza del Comune di Torino Marco Porcedda.
La cerimonia organizzata in occasione della Giornata degli Internati ha avuto un forte valore simbolico e civile: la consegna delle medaglie d’onore ha voluto riconoscere il sacrificio di militari e civili che — dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 — furono privati della protezione della Convenzione di Ginevra, trasformati in internati e costretti a lavori forzati nei lager nazisti. Il gesto delle istituzioni si è accompagnato a un monito forte alla memoria: resistere alla guerra e ricordare le vittime come monito per il presente.
Nel suo intervento il Prefetto Donato Cafagna ha richiamato il valore della scelta degli internati militari che, seppure disarmati, optarono per la resistenza non armata al nazifascismo. Un esempio, ha detto il Prefetto, «che può rappresentare per ognuno di noi un invito a ripetere un No a tutte le guerre». Cafagna ha inoltre ricordato il significato istituzionale della data del 20 settembre — quando, nel 1943, Hitler modificò lo status dei prigionieri di guerra italiani — e la recente legge che ha ufficialmente istituito la Giornata degli Internati: la legge n. 6 del 13 gennaio 2025, pensata per conservare la memoria dei cittadini internati nei campi di concentramento e onorare quanti furono uccisi per il rifiuto di collaborare con il regime nazionalsocialista.
Alla cerimonia, organizzata nella Prefettura, sono state consegnate tredici delle quindici medaglie previste per l’area metropolitana: un momento di commozione per i parenti che hanno ritirato l’onorificenza, testimonianza pubblica del tributo dovuto alla sofferenza e al coraggio delle vittime. Tra i nomi ricordati c’è quello di Nelson Bracco, originario di Issiglio: per onorare la memoria del parente, la nipote Marilena Mattioda ha ritirato la medaglia e ha sottolineato il valore di mantenere vivo il ricordo. «Un momento di profonda emozione — ha dichiarato — che rinsalda il legame tra passato e presente. Questo riconoscimento ribadisce che il sacrificio degli IMI non è stato vano e che i loro valori restano attuali».
La figura di Nelson Bracco è stata collegata a un progetto culturale che guarda al futuro: nella sua abitazione, infatti, è nata Casa Bracco, il Convivio sull’arte, la natura e la tecnologia ideato da Marilena Mattioda. L’edificio, un complesso del Seicento trasformato in uno spazio di riflessione e incontro, è pensato non come un museo tradizionale ma come un laboratorio di idee e proposte in cui storia e tradizione dialogano con tematiche contemporanee. Casa Bracco costituisce così un esempio concreto di come la memoria personale e familiare possa diventare un bene collettivo, occasione di iniziativa culturale e di riflessione pubblica.
La consegna delle medaglie ha avuto un carattere sobrio ma solenne: la presenza del Sottosegretario Claudia Porchietto e dell’Assessore Marco Porcedda ha sottolineato l’attenzione delle istituzioni regionali e locali al tema della memoria storica. L’iniziativa rientra in un più ampio sforzo istituzionale volto a rafforzare il ricordo delle vittime delle deportazioni e a promuovere iniziative educative rivolte soprattutto alle nuove generazioni, affinché la lezione del passato non vada perduta.
La Giornata degli Internati, sancita dalla legge del gennaio 2025, assume dunque per il territorio torinese un significato speciale: non solo l’onore formale di una medaglia, ma la possibilità di trasformare il dolore individuale in memoria collettiva attiva, capace di alimentare progetti culturali, iniziative didattiche e momenti di incontro che tengano viva la storia. Le medaglie consegnate il 19 settembre sono un monito a perseverare nel ricordo e a ribadire, con chiarezza, il valore della pace e della dignità contro ogni forma di oppressione.
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