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24 Settembre 2025 - 11:43
Molinette, arriva la prima spettrometria di massa automatizzata
Per la prima volta in Italia, la Città della Salute e della Scienza di Torino introduce una soluzione che automatizza l’intero ciclo di analisi della spettrometria di massa, trasformando una tecnologia finora confinata a centri specialistici in uno strumento praticabile per la clinica di routine. L’innovazione, sviluppata da Roche Diagnostics, è stata installata presso il laboratorio di Biochimica Clinica dell’ospedale Molinette, diretto dal professor Giulio Mengozzi, e promette di incidere in profondità sul modo di fare diagnosi e monitoraggio terapeutico.
Il dato che colpisce di più è il tempo: con il nuovo sistema, i risultati dei test saranno disponibili in meno di 40 minuti, contro i tempi più lunghi richiesti dai protocolli tradizionali. Non è solo una questione di velocità, ma di efficienza. Il processo è ora totalmente automatizzato: dalla preparazione dei campioni fino all’interpretazione dei dati, passando per la refertazione e la tracciabilità. Il laboratorio potrà così garantire un servizio 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, con standardizzazione dei risultati e riduzione dei margini di errore.
Il potenziale di questa svolta riguarda aree critiche della medicina. La spettrometria di massa è considerata un gold standard diagnostico in molte discipline: dal monitoraggio delle terapie antibiotiche per un uso responsabile dei farmaci, al controllo degli immunosoppressori per i pazienti sottoposti a trapianto, fino alla misurazione degli ormoni steroidei in endocrinologia. Serve anche per rilevare sostanze di abuso, monitorare farmaci antiepilettici, analizzare vitamine e piccoli peptidi. La sua diffusione, però, era rimasta limitata a centri di ricerca e laboratori specialistici, frenata da complessità operative, tempi lunghi di preparazione e scarsa standardizzazione tra un laboratorio e l’altro.
L’automazione introdotta alle Molinette cambia radicalmente lo scenario. Le fasi manuali, che richiedevano personale altamente specializzato, vengono sostituite da un sistema integrato che libera risorse umane e consente agli operatori di concentrarsi su attività scientifiche, validazioni e ricerca. La standardizzazione, garantita dal flusso automatizzato, elimina le differenze tra un laboratorio e l’altro, aumentando l’affidabilità dei dati. Per i pazienti significa diagnosi più rapide, monitoraggi tempestivi e trattamenti calibrati con maggiore precisione. Per il sistema sanitario, si traduce in costi ridotti grazie alla diminuzione dei ricoveri prolungati e a una gestione più mirata delle terapie.
«Con oltre 8 milioni e mezzo di prestazioni effettuate nel 2024, il Laboratorio della Città della Salute e della Scienza di Torino si colloca come eccellenza regionale e nazionale ed è punto di riferimento per molte indagini specialistiche» ha dichiarato il direttore generale Livio Tranchida, sottolineando come «questa innovativa soluzione della spettrometria di massa permetterà un ulteriore salto di qualità sia per il lavoro dei nostri professionisti sia per una migliore assistenza dei nostri pazienti».
L’introduzione del nuovo sistema viene presentata ufficialmente oggi, mercoledì 24 settembre 2025, durante l’evento “Il valore della medicina di laboratorio”, ospitato nell’Aula Magna A.M. Dogliotti delle Molinette. È un appuntamento che riunisce professionisti e ricercatori per discutere del ruolo crescente della diagnostica di laboratorio come pilastro della medicina moderna.
Il significato di questa innovazione va oltre l’aspetto tecnico. In un’epoca in cui il tempo è spesso il fattore determinante tra una diagnosi efficace e una complicanza, ridurre i minuti di attesa può salvare vite. Nei reparti di terapia intensiva, ad esempio, avere un risultato in meno di 40 minuti può orientare immediatamente la terapia antibiotica o la gestione dei farmaci immunosoppressori. Non è più solo una questione di accuratezza, ma di rapidità decisionale.
L’automazione, d’altra parte, rappresenta anche una risposta concreta alla carenza di personale specializzato che affligge i laboratori italiani. Se fino a ieri la spettrometria di massa era appannaggio di pochi centri con competenze avanzate, oggi diventa uno strumento potenzialmente estendibile a più contesti clinici, senza sacrificare la qualità. È un passo verso una democratizzazione della tecnologia, che potrebbe portare benefici anche in regioni meno dotate di grandi strutture ospedaliere.
Il sistema introdotto a Torino non cancella tutte le sfide: servirà monitorare il reale impatto sulla routine clinica, valutare la sostenibilità economica su larga scala e garantire che l’automazione non impoverisca, ma potenzi, le competenze professionali. Tuttavia, l’esperimento delle Molinette apre una strada nuova, quella di un modello in cui efficienza, qualità e accessibilità possono convivere.
Torino si conferma così laboratorio non solo clinico, ma culturale: il luogo dove la medicina di laboratorio smette di essere un comparto invisibile e diventa protagonista della trasformazione del sistema sanitario. E se la spettrometria di massa automatizzata riuscirà davvero a cambiare la routine, il 24 settembre 2025 potrebbe restare come una data di svolta nella storia della sanità italiana.
La spettrometria di massa è una tecnica di analisi chimica e biochimica che serve a identificare e misurare le molecole presenti in un campione sulla base della loro massa e della loro carica elettrica.
In pratica funziona così: le molecole vengono trasformate in ioni (cioè particelle cariche) e fatte passare attraverso un campo elettrico o magnetico. Ogni molecola, in base al suo peso e alla sua carica, percorre una traiettoria diversa e arriva in un “rivelatore”. Questo processo permette di ottenere uno spettro di massa, una sorta di grafico che mostra quali molecole ci sono e in quale quantità.
È una tecnica estremamente precisa e sensibile, capace di distinguere molecole molto simili tra loro. Per questo è diventata fondamentale in tanti settori:
in clinica, per monitorare terapie farmacologiche, controllare immunosoppressori nei pazienti trapiantati, dosare ormoni e vitamine;
in ricerca, per studiare proteine, peptidi e metaboliti;
in ambito forense, per rilevare sostanze di abuso o veleni;
in ambiente e sicurezza alimentare, per controllare contaminanti e residui.
In sintesi, la spettrometria di massa è uno strumento che “pesa” le molecole invisibili e ne svela l’identità. Una bilancia ultratecnologica, ma al livello del mondo microscopico.
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