Cerca

Attualità

Il fuoco celeste nel Chivassese: un bolide illumina i cieli tra mito e scienza

Il 17 settembre, i cieli del piccolo comune piemontese si sono trasformati in un palcoscenico spettacolare. Un bolide luminosissimo ha solcato la notte in verticale verso sud, lasciando dietro di sé una scia incandescente e frammenti che hanno catturato lo sguardo di curiosi e appassionati di astronomia

Lauriano

Un bolide, un tipo di meteorite, è sceso lentamente con traiettoria verticale verso sud

Mercoledì notte, 17 settembre, intorno alle 23:30, i cieli sopra Lauriano si sono accesi di un bagliore improvviso e spettacolare. Un bolide, un tipo di meteorite, è sceso lentamente con traiettoria verticale verso sud, lasciando dietro di sé una lunga scia luminosa che ha catturato lo sguardo di chi stava osservando il cielo. Dopo pochi secondi, alcuni frammenti laterali si sono staccati dalla scia principale e, polverizzandosi, il fenomeno è svanito, restituendo al cielo la quiete della notte. La luce intensa e la traiettoria precisa hanno reso il passaggio del bolide uno spettacolo quasi irreale, come un fuoco d’artificio naturale tra le stelle. 

A raccontare l’avvistamento è Sergio Sapetti, referente del gruppo storico-culturale Laberianum: “Esco sul balcone di casa in compagnia della mia pipa per le ‘consuete meditazioni serali’ ed osservo il bosco, avvolto nelle tenebre; quand’ecco che all’improvviso il cielo notturno si illumina di una luce bianca molto intensa, come fosse un fuoco d’artificio. Un ‘bolide’ (un tipo di meteorite) scende lento con traiettoria verticale esattamente a sud. Lascia dietro di sé una lunga scia di frammenti luminosi. Dopo due o tre secondi vi si staccano alcuni piccoli bagliori laterali e poi, polverizzandosi, scompare di colpo.” 

Pochi giorni dopo l’avvistamento, sono arrivate le prime conferme scientifiche. “Nei giorni successivi ho trovato la notizia dell’avvistamento del bolide nel cielo del Nord Italia, posso confermare che è stato visibile anche dal Piemonte,” aggiunge Sapetti. 

Il referente di Laberianum ricorda anche il legame storico del territorio: “Fu Plinio il Vecchio, cioè lo stesso storico romano da cui noi traiamo la conoscenza di com’era il nostro territorio di Bodincomagus-Lauriano all’epoca romana (fonte: Christian Parolo e Sergio Sapetti – Bodincomagus – Lauriano: Tesi sulla coincidenza dei due insediamenti – Laberianum, 2023), che nella Naturalis Historia sostenne l’origine naturale e non soprannaturale delle meteoriti, come invece ritenevano i Galli.” 

Il suo racconto collega il fenomeno odierno alle credenze antiche: “Tornata la quiete della notte, ripenso agli antichi Galli (celto-liguri) che qui, nel mio stesso luogo dove mi trovo ora, oltre due millenni fa, avrebbero potuto vedere e interpretare questo fenomeno, immaginando quale ‘futuro avesse potuto predire’.” 

Sapetti cita anche studi accademici sulle credenze in Plinio il Vecchio: “Fonte: Prof.ssa Maria Veronese – La magia in Plinio il Vecchio e il suo confine con la cosmologia, la ‘religio’, la medicina e le credenze popolari – anno accademico 2017-2018 per l’Università di Padova.” 

Secondo le analisi, (Clicca qui) l’oggetto seguiva un’orbita di tipo Apollo, con afelio situato nella Fascia Principale degli asteroidi. Il bolide si è disintegrato a circa 32 km di quota, viaggiando a una velocità ancora molto elevata, circa 10 km al secondo. In queste condizioni, è molto probabile che l’oggetto si sia completamente consumato nell’atmosfera, senza lasciare frammenti capaci di raggiungere il suolo come meteoriti.

Nel frattempo, sui social continuano a diffondersi racconti e immagini di chi ha assistito allo spettacolo celeste. “Un lampo verdastro improvviso, mai visto nulla di simile”, racconta un testimone dalla Toscana; “un bagliore così intenso che per un attimo sembrava giorno”, aggiunge un osservatore dall’Emilia.

Dal punto di vista scientifico, i bolidi sono meteore particolarmente luminose che attraversano l’atmosfera terrestre, visibili per pochi secondi ma capaci di suscitare meraviglia. Quello del 17 settembre diventa così, secondo Sapetti, un ponte tra scienza, mito e storia locale, ricordando come l’uomo, in ogni epoca, abbia osservato il cielo con stupore e curiosità. 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori