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Barriera di Lanzo senza medici di base: in aula l’allarme del M5S, dalla Giunta promesse ma i cittadini restano scoperti

L’interrogazione del consigliere Unia riporta al centro la carenza sanitaria nel quartiere torinese: l’Asl promette rinforzi, ma per anziani e fragili i disagi continuano

Barriera di Lanzo

Barriera di Lanzo senza medici di base: in aula l’allarme del M5S, dalla Giunta promesse ma i cittadini restano scoperti

Barriera di Lanzo continua a fare i conti con una sanità territoriale fragile. È quanto emerso nell’aula del Consiglio comunale di Torino, dove il consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Unia, ha sollevato il tema con un’interrogazione a risposta immediata, raccogliendo le numerose segnalazioni arrivate dai residenti. Al centro, una mancanza che pesa come un macigno: pochi medici di base per un quartiere popoloso, dove vivono molti anziani e persone fragili che avrebbero bisogno di cure di prossimità e di un rapporto diretto con il proprio medico.

Il quadro tracciato dai cittadini è netto. Trovare un medico disponibile a Barriera di Lanzo è diventato complicato: chi non riesce deve rivolgersi ad altri quartieri, affrontando spostamenti difficili soprattutto per chi ha mobilità ridotta, oppure ricorrere troppo spesso ai pronto soccorso, aggravando ulteriormente strutture già congestionate. Il tema, già noto da tempo, resta dunque irrisolto, malgrado le rassicurazioni istituzionali.

A rispondere in aula per la Giunta Cirio è stato l’assessore Maurizio Vignale, intervenuto in sostituzione del collega Riboldi. Secondo i dati presentati, la copertura dei medici di base a Torino sarebbe complessivamente migliore rispetto ad altre zone della Regione, con un trend in progressivo miglioramento. Ma la criticità rimane proprio nella Circoscrizione 5, che comprende Barriera di Lanzo. Qui, nel 2024, a fronte di 19 carenze dichiarate nel distretto Nord-Ovest, ben 13 sono state vincolate all’apertura di studi medici nella circoscrizione, nel tentativo di colmare i vuoti.

Vignale ha sottolineato come l’Asl stia indirizzando i nuovi professionisti proprio verso i quartieri meno serviti e ha annunciato che la situazione dovrebbe migliorare nei prossimi mesi e anni, anche grazie al potenziamento delle Aggregazioni Funzionali Territoriali, strutture che dovrebbero garantire un’assistenza più diffusa e capillare. La Giunta regionale, ha aggiunto, ritiene di aver adottato tutti gli strumenti di programmazione possibili, in linea con la normativa vigente, e di aver già messo in campo scelte strategiche per potenziare l’assistenza di base nel quartiere.

Ma le parole, per ora, non bastano a chi ogni giorno si trova a dover affrontare la realtà. In Barriera di Lanzo il problema resta visibile e concreto: file per cercare un medico, spostamenti obbligati in altri quartieri, pronto soccorso usati come sostituto della medicina di prossimità. Non solo il M5S, ma anche i residenti sottolineano come le soluzioni annunciate non abbiano ancora avuto ricadute tangibili.

Il tema diventa così un banco di prova per la sanità territoriale torinese: se davvero gli strumenti messi in campo — vincoli all’apertura di nuovi studi, aggregazioni funzionali, programmazione regionale — riusciranno a garantire un servizio all’altezza, lo si vedrà solo nel medio periodo. Intanto, però, a Barriera di Lanzo la carenza di medici di base rimane un’urgenza quotidiana, che rende più vulnerabili proprio i cittadini più fragili.

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