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Proteggere chi cura: in Piemonte un progetto pilota contro il burnout del personale sanitario

Percorsi formativi, debriefing e corsi ECM per medici, infermieri e operatorio socio-sanitari

Proteggere chi cura: in Piemonte un progetto pilota contro il burnout del personale sanitario

Proteggere chi cura: in Piemonte un progetto pilota contro il burnout del personale sanitario (immagine di repertorio)

Mettere al centro il benessere di chi cura per garantire servizi migliori ai cittadini: con questa premessa l’ASL TO3 ha avviato un progetto ambizioso rivolto al personale dei DEA di Pinerolo, Rivoli e Susa, nato dall’analisi dei dati e da uno studio pubblicato su Internal and Emergency Medicine. L’obiettivo dichiarato è affrontare in modo sistematico e scientifico alcune piaghe che da anni affliggono i reparti di emergenza: il burnout, l’aumento delle aggressioni al personale e il deterioramento del clima lavorativo. L’approccio scelto è chiaro — misurare, intervenire, monitorare — e si basa sulla collaborazione tra la Psicologia aziendale dell’Azienda, il Dipartimento di Emergenza e la Direzione Professioni Sanitarie.

La fotografia del contesto, condotta dall’Azienda attraverso le liste di controllo INAIL 2022 e il Link Burnout Questionnaire (LBQ), ha restituito numeri che non lasciano spazio a facili rassicurazioni. I livelli di stress lavoro-correlato e i punteggi medi di rischio misurati tra medici, infermieri e OSS segnalano in particolare un elevato deterioramento delle relazioni interne e un marcato esaurimento psicofisico tra infermieri e operatori socio-sanitari. Non si tratta di un fenomeno nuovo: lo studio piemontese citato a supporto dell’iniziativa (Civita et al., 2021) indicava già che il 43% del personale medico e infermieristico nei Pronto Soccorso presentava livelli elevati di burnout, con un esaurimento emotivo particolarmente marcato nei medici. Partendo da questa evidenza, l’ASL TO3 ha deciso di non limitarsi all’analisi, ma di tradurre i risultati in un percorso operativo che possa produrre effetti concreti e misurabili.

A dirigere il progetto sono figure ben note all’interno dell’Azienda: la Psicologia aziendale diretta da Alessandro Bonansea, il Dipartimento di Emergenza guidato da Marina Civita, e il DIPSA — Direzione Professioni Sanitarie sotto la responsabilità di Luisella Audisio. La collaborazione tra queste strutture serve a introdurre percorsi che coniugano la prospettiva clinica con quella organizzativa e formativa: il personale non viene visto solo come soggetto da proteggere, ma come risorsa centrale la cui salute psicofisica è condizione necessaria per la qualità dell’assistenza.

Il progetto si sviluppa su più fronti concatenati. Innanzitutto, la formazione continua: corsi ECM specifici rivolti alla prevenzione del trauma vicario, alla gestione delle aggressioni e alla comunicazione di notizie complesse. In concreto, non si tratta di lezioni frontali sterile, ma di percorsi che includono momenti pratici — simulazioni, role playing, esercitazioni — e sessioni strutturate di debriefing, pensate per offrire spazi di riflessione e condivisione dopo eventi critici. Queste attività puntano a fornire competenze tecniche e strumenti emotivi per gestire la forte pressione emotiva che caratterizza il lavoro nei DEA.

Parallelamente, l’ASL TO3 inserisce logistici e relazionali interventi volti a rafforzare la coesione del team: percorsi di team building e attività di outdoor training che favoriscano la conoscenza reciproca, la fiducia e la capacità di collaborare in situazioni ad alta intensità. Accanto a questo, l’Azienda ha deciso di costituire un gruppo interno di operatori esperti in defusing e tecniche di decompressione: figure formate per attivare prontamente supporti interni nei momenti critici, favorendo la stabilizzazione emotiva del personale e l’attivazione di percorsi di sostegno più approfonditi, quando necessari.

Un altro aspetto non meno rilevante è l’attenzione alla prevenzione e gestione delle aggressioni. Il fenomeno è in crescita in tutto il Paese e impatta non solo sulla sicurezza fisica del personale, ma anche sulla qualità delle cure e sulla capacità di attrazione e mantenimento delle professioni sanitarie. Per questo il progetto ASL TO3 integra moduli specifici sulla prevenzione degli episodi violenti, sulla defusione dei conflitti e sulla comunicazione con pazienti e familiari in situazioni di forte tensione, con l’obiettivo di tutelare al tempo stesso operatori e pazienti.

La strategia adottata prevede un rigoroso monitoraggio «prima e dopo» l’intervento, così da poter valutare in termini quantitativi e qualitativi l’efficacia delle azioni messe in campo: riduzione dei punteggi LBQ, miglioramento delle relazioni di lavoro, diminuzione degli episodi di aggressione segnalati e, più in generale, aumento del senso di supporto percepito dal personale. Questo approccio rende l’iniziativa più di una semplice politica di welfare aziendale: la trasforma in un progetto di ricerca-applicata, capace di produrre evidenze utili a replicare il modello altrove.

Proprio per questa dimensione scientifica e sistemica, l’iniziativa rientra nella rubrica regionale “CURARSI CON LA RICERCA IN PIEMONTE”, promossa dalla Regione Piemonte in collaborazione con il DAIRI Regionale (DAIRI-R). La rubrica vuole mettere in luce le esperienze di ricerca all’interno delle singole Aziende Sanitarie Regionali e valorizzare i buoni esempi che possono contribuire a un sistema sanitario più innovativo e fondato sull’evidenza. In questo contesto, l’ASL TO3 si candida a diventare un modello replicabile per altre realtà piemontesi e nazionali, offrendo una strada concreta per trasformare la gestione dello stress lavoro-correlato in una leva strategica di qualità e sicurezza delle cure.

L’operazione dell’ASL TO3 mette sul tappeto una questione più ampia: prendersi cura di chi cura non è solo un dovere etico, ma un investimento sulla sostenibilità del servizio sanitario. Garantire strumenti per la gestione dello stress, spazi di confronto e percorsi formativi significa non soltanto ridurre l’assenteismo o il turn-over, ma assicurare che il paziente trovi professionisti motivati, concentrati e psicologicamente disponibili. In una prospettiva dove gli IRCCS e la governance della ricerca giocano un ruolo sempre più cruciale, iniziative come questa dimostrano che la sinergia tra pratica clinica, formazione e ricerca può produrre risultati misurabili a vantaggio della collettività.

Se la prima fase del progetto confermerà i benefici attesi, l’ASL TO3 avrà fatto un passo importante non solo per i propri reparti di emergenza, ma per l’intero sistema sanitario regionale, tracciando una strada che altre aziende potranno seguire per mettere davvero il personale — e quindi i cittadini — al centro del sistema.

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