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18 Settembre 2025 - 12:15
Autotrasporto piemontese sotto pressione tra chiusura del Monte Bianco e cantieri infiniti sulla Torino-Savona
Con l’arrivo dell’autunno, il settore dell’autotrasporto piemontese si trova a fare i conti con un nuovo scenario di difficoltà che rischia di mettere in ginocchio un comparto già provato da anni di problemi strutturali. La chiusura fino a dicembre del traforo del Monte Bianco, decisa per consentire interventi di manutenzione straordinaria, rappresenta un ostacolo pesante per le aziende che operano con la Francia e il Centro Europa. A questo si somma la ripresa dei lavori sulla Torino-Savona, con due maxi cantieri all’altezza di Savona che rallentano ulteriormente i collegamenti.
Il presidente dell’autotrasporto di Confartigianato Imprese Piemonte, Giovanni Rosso, non nasconde la preoccupazione. «La manutenzione deve essere fatta – ha sottolineato – ma non possiamo penalizzare ulteriormente il comparto dell’autotrasporto sul quale gravano difficoltà ormai ataviche come la carenza di personale, gli extracosti di percorrenza e il ridimensionamento del volume d’affari». Rosso evidenzia come la chiusura del Bianco, nonostante l’alternativa del Frejus, provochi comunque ingorghi e allunghi i tempi di percorrenza, con conseguenze dirette non solo per gli autotrasportatori ma per l’intero sistema produttivo.
Il problema, infatti, non riguarda solo le imprese di trasporto: a subire i contraccolpi sono anche le multinazionali esportatrici, che vedono rallentare le catene di fornitura e la distribuzione delle merci in tutta l’Unione Europea. A livello locale, invece, i disagi lungo la A6 si traducono in perdite di tempo, consumi maggiori di carburante e un impatto ambientale significativo a causa delle code e del traffico rallentato.
Rosso è netto: «I disagi sulla Torino-Savona rendono sincopata la percorrenza di molti tratti e questo rappresenta un danno importante per il mondo produttivo, senza dimenticare l’aumento dell’inquinamento». Una situazione che, secondo Confartigianato, non può ricadere interamente sulle spalle delle imprese del settore, già strette tra margini ridotti e nuove incertezze geopolitiche.
La richiesta è chiara: sostegni concreti, ristori economici e la possibilità di esentare gli autotrasportatori dal pagamento dei pedaggi nei tratti interessati dai cantieri. Una misura che, nelle intenzioni della categoria, potrebbe rappresentare un primo passo per alleggerire l’impatto di mesi che si preannunciano complicati.
Il quadro complessivo non è nuovo. Negli ultimi anni il comparto dell’autotrasporto ha denunciato più volte le difficoltà legate alla concorrenza internazionale, al caro carburante, alla burocrazia e alla difficoltà nel reperire personale qualificato. La chiusura del Bianco e i rallentamenti sulla Torino-Savona diventano così l’ennesima prova di resistenza per un settore che rappresenta un ingranaggio fondamentale della logistica italiana.
Se non arriveranno risposte rapide da parte delle istituzioni, il rischio è che molte piccole imprese non reggano l’urto. Il Piemonte, crocevia naturale tra Italia ed Europa, potrebbe trasformarsi in una terra di passaggio sempre più difficile da attraversare, con ricadute pesanti sull’intero tessuto economico regionale.
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