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Pazzo Derby d’Italia: più gol che difese

Juventus e Inter si sfidano tra tiri da fuori e difese ballerine, regalando un match da ricordare

Pazzo Derby d’Italia

Pazzo Derby d’Italia: più gol che difese

La partita che non ti aspetti ha regalato emozioni dall’inizio alla fine: la Juventus batte l’Inter 4-3 in un Derby d’Italia ricco di gol fuori area, rimonte e continui cambi di ritmo. Eppure, a guardare i dati sugli expected goals, sia bianconeri sia nerazzurri hanno creato davvero poco davanti: 0.6 xG per la Juve, 1 xG per l’Inter. Vale a dire che, nonostante sette reti complessive, le due squadre hanno spesso faticato a trovare spazi e occasioni pulite. Non è curioso come una partita così spettacolare possa nascondere così tante difficoltà offensive?

Tutto è iniziato con le innovazioni tattiche di Tudor. Il tecnico croato ha scelto un 3-5-1-1, con Teun Koopmeiners, Manuel Locatelli e Khéphren Thuram a centrocampo e Kenan Yildiz alle spalle di Dusan Vlahovic. L’idea era chiara: limitare il gioco di Çalhanoglu e controllare le mezzali nerazzurre. Funzionava a metà, perché Yildiz recuperava palloni importanti e metteva in moto l’azione del primo gol juventino, ma l’Inter reagiva immediatamente con il turco che firmava il pareggio, forte di spazi concessi dagli aggiustamenti difensivi della Juve. Curioso come basti qualche metro in più concesso a Çalhanoglu per cambiare l’inerzia della partita...

Çalhanoglu, centrocampista dell'Inter

Nel secondo tempo, la gara diventa un alternarsi di emozioni: Chivu prova la carta dei cambi offensivi, inserendo Dimarco, Bonny e Zielinski, mentre Tudor risponde con Openda, Adzic, Cabal, João Mário e Jonathan David, spingendo la Juventus in un assetto più aggressivo. I gol del 3-3 di Thuram e del 4-3 di Adzic nascono da errori individuali e letture tattiche precise. Ecco allora che i tiri da fuori area tornano decisivi, come un colpo di scena inatteso in un film già ricco di suspense. Ma tutto ciò lascia pensare che entrambe le difese abbiano ancora parecchie lacune da colmare

Nonostante la vittoria, la Juventus ha mostrato limiti nel palleggio e nella costruzione delle azioni offensive: senza i cambi mirati di Tudor, l’Inter avrebbe potuto mantenere il possesso e sfruttare meglio le occasioni. L’Inter di Chivu, invece, continua a mostrare problemi nel finalizzare e trasformare il dominio della palla in reti. Questi passaggi a vuoto potrebbero diventare un problema serio quando la squadra affronterà Coppa Italia e Champions League, dove gli spazi si riducono e gli errori si pagano subito. Riusciranno nerazzurri e bianconeri a trovare continuità su tre fronti?

Alla fine, il 4-3 racconta una partita spettacolare, fatta di colpi di scena, rimonte e tattica in movimento. La Juventus può festeggiare la vittoria, ma non certo la perfezione difensiva. L’Inter deve interrogarsi su come trasformare il possesso in gol concreti e su come migliorare la fase difensiva. E così, tra Tudor e Chivu, tra Vlahovic, Thuram, Çalhanoglu e Adzic, la Serie A 2025 si conferma imprevedibile e intrigante: le prossime settimane saranno decisive per capire chi saprà conciliare campionato, Coppa Italia e Champions con risultati concreti.

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