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13 Settembre 2025 - 23:38
L’uccisione di Charlie Kirk, ideologo e influencer del movimento Maga di Donald Trump, ha scatenato un’ondata di reazioni e polemiche che hanno travolto anche il dibattito italiano. Al centro della bufera ci sono le parole del matematico Piergiorgio Odifreddi, accusato di aver ridimensionato la gravità dell’omicidio con un confronto giudicato inaccettabile.
Secondo Odifreddi, "sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante Maga non è la stessa cosa". Una frase che ha acceso subito il dibattito, con molti che l’hanno letta come una forma di giustificazione della violenza politica.
La reazione più dura è arrivata direttamente da Giorgia Meloni, che ha definito l’affermazione “spaventosa”: "In questi giorni ho letto molti commenti disumani sulla morte di Charlie Kirk. E ne ho letti altri spaventosi. Uno di questi è di Piergiorgio Odifreddi, intellettuale della sinistra che ha detto: ‘sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante Maga non è la stessa cosa’. Ora io vorrei chiedere a questo illustre professore cosa intende esattamente. Intende che ci sono persone a cui è legittimo sparare in base alle loro idee? O a cui è meno grave sparare perché non condividiamo le loro idee? O a cui è comunque comprensibile che venga voglia di sparare in base alle sue idee? Noi dovremmo immaginare pene inferiori per chi spara un esponente di destra, magari prevedendo come attenuante il fatto che le sue idee sono impresentabili?".
Messo alle strette dalle polemiche, Odifreddi ha cercato di precisare il senso delle sue parole: "Non condivido l'azione: io sono contro le armi, un no gun, non ho fatto il militare ma l'accompagnatore per i non vedenti, e ho fatto un'affermazione semplicemente sensata". Il matematico ha aggiunto di "non condividere assolutamente" l’uccisione di Kirk e ha richiamato il Vangelo: "Gesù diceva chi di spada ferisce di spada perisce. Io sono contrario alla premessa: infatti, non ferirei mai di spada e preferisco le persone che non feriscono di spada; se poi però uno usa quei mezzi, ci si può anche aspettare di suscitare delle reazioni di questo genere. Il che non significa giustificarlo ovviamente".
Odifreddi ha poi insistito sulla cattiva interpretazione delle sue frasi: "Semplicemente io ho fatto forse un esempio che non è piaciuto o perché c'è cattiva fede o malafede o la Meloni è stata malconsigliata, non credo guardi la televisione. Ho detto che nel caso di Martin Luther King, per esempio, che non ci si aspetterebbe che venisse ammazzato perché uno che predica la non violenza, Nobel della pace, si pensa che agisca a un livello diverso".
La vicenda è rimbalzata anche alla Festa dell’Unità di Torino, dove la vicepresidente del Senato Anna Rossomando ha replicato alle parole del ministro Cirianni: "Al ministro Cirianni è scappata la frizione. Noi non accettiamo lezioni da nessuno. Noi abbiamo condannato senza se e senza ma l'omicidio commesso negli Stati Uniti. Un Paese, peraltro, dove Trump ha graziato chi diede l'assalto al Campidoglio. Negli anni Settanta la sinistra ha portato gli operai in prima linea nella lotta al terrorismo e ha avuto i suoi morti: pensiamo a Guido Rossa. Ecco perché non accettiamo lezioni".
Pronta la replica del ministro Paolo Zangrillo: "A Cirianni non è scappata la frizione. Negli ultimi giorni Tajani è stato definito da una parlamentare ‘un influencer prezzolato da Israele’. E l'esimio professor Odifreddi ha detto che sparare a Martin Luther King o a Trump non è la stessa cosa. È di questo che stiamo parlando".
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Un botta e risposta che dimostra come il caso Odifreddi sia ormai diventato terreno di scontro politico, intrecciando temi di etica, linguaggio pubblico e violenza politica.
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