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11 Settembre 2025 - 15:30
Mathi tra culle vuote e cantieri scolastici: il futuro dell’asilo “Varetto” è un enorme incognita
A Mathi il nuovo anno scolastico si apre con numeri che raccontano più di tante analisi. Le iscrizioni segnano un calo evidente: appena 42 i bambini all’asilo “Varetto”, con soli 9 nuovi iscritti al primo anno. Un dato che riflette la crisi demografica locale, testimoniata dal 2022 – definito un vero “annus horribilis” – in cui si sono registrate soltanto nove nascite. La media storica, già bassa, si aggira attorno ai 13 nati all’anno, e la conseguenza è chiara: classi sempre più vuote e una prospettiva che impone di rivedere la programmazione dei servizi.
Le cifre parlano di 24 iscritti alla prima elementare e 31 alle scuole medie. L’istituto scolastico, comunque, cerca di mantenere un’offerta completa: la mensa e il doposcuola saranno garantiti, con locali recentemente riqualificati, dal refettorio tinteggiato alla posa di pannelli fonoassorbenti per rendere più confortevole il momento del pranzo. La cerimonia di benvenuto ai nuovi allievi con i tradizionali berrettini rossi resta uno degli appuntamenti simbolici per la comunità.
Ma accanto ai dati sulla popolazione scolastica, a Mathi resta centrale il tema dei lavori sull’asilo “Varetto”. Lo storico edificio di via Domenico Borla, nato alla fine dell’Ottocento, è oggetto da oltre un anno di un cantiere imponente per l’adeguamento antisismico e la riqualificazione energetica. Nel corso degli interventi sono emerse criticità strutturali che hanno fatto lievitare costi e tempi, alimentando un acceso scontro politico. Da un lato chi denuncia l’onerosità dell’acquisto e delle opere, dall’altro chi rivendica i finanziamenti pubblici ottenuti e sottolinea come la statalizzazione dell’istituto abbia garantito la sopravvivenza di un servizio fondamentale.
Il cronoprogramma prevede la consegna definitiva per aprile 2026, con la riapertura fissata all’anno scolastico 2026-27. Gli spazi, in un contesto di frequenze ridotte, saranno probabilmente destinati anche a laboratori e nuove forme di didattica, un tentativo di trasformare la scarsità di alunni in un’opportunità di personalizzazione e innovazione. L’investimento non riguarda solo la sicurezza e l’efficienza energetica, ma anche la possibilità di immaginare un asilo che risponda a bisogni educativi più flessibili.
Parallelamente l’amministrazione ha presentato due candidature ai bandi della Città Metropolitana di Torino, uno per il miglioramento della palestra e un altro per il consolidamento generale della scuola. La ricerca di fondi esterni è indispensabile: i costi complessivi sono elevati e le casse comunali non permettono interventi di tale portata senza contributi aggiuntivi.
La situazione della scuola di Mathi, in definitiva, è un crocevia tra emergenza demografica e sfida infrastrutturale. La crisi delle nascite mette in discussione la tenuta del sistema educativo locale, mentre il cantiere del “Varetto” rappresenta il tentativo di preservare un presidio storico e sociale che rischiava la chiusura. In mezzo, un dibattito politico che riflette le difficoltà di un territorio chiamato a scegliere se investire ancora nella scuola come strumento di coesione comunitaria o cedere a logiche di ridimensionamento inevitabili.
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