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Sessant'anni di arretramento dei ghiacciai, persa un'area più grande del lago di Como: "un bilancio drammatico"

Otto ghiacciai sorvegliati speciali tra Italia, Svizzera e Germania: arretramento frontale, annerimento, instabilità e rischio frane. Persi 170 km quadrati in 60 anni

Sessant'anni di arretramento dei ghiacciai, persa un'area più grande del lago di Como: "un bilancio drammatico"

Sessant'anni di arretramento dei ghiacciai, persa un'area più grande del lago di Como: "un bilancio drammatico"

Sessant’anni di arretramento glaciale, equivalenti a 170 km² di ghiaccio scomparso, un’area pari alla superficie del lago di Como. È il bilancio drammatico emerso dalla sesta edizione della Carovana dei ghiacciai 2025, la campagna di Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e con la partnership scientifica della Fondazione Glaciologica Italiana.

Dal 17 agosto al 2 settembre, il team della Carovana ha percorso l’arco alpino monitorando lo stato di salute di otto ghiacciai, cinque in Italia e tre all’estero. In Lombardia l’attenzione si è concentrata sull’Adamello, il più grande ghiacciaio delle Alpi italiane, e sul Ventina, ormai non più misurabile. In Alto Adige è stato osservato il ghiacciaio di Solda, annerito da colate detritiche e frane. In Piemonte il bilancio riguarda i ghiacciai della Bessanese e della Ciamarella, entrambi segnati da forti perdite di superficie e volume. All’estero i riflettori si sono posati sull’Aletsch, considerato il “Re delle Alpi”, e sui ghiacciai della Zugspitze in Germania, con il Schneeferner settentrionale che entro il 2030 si ridurrà a poche placche e il permafrost destinato a scomparire entro 50 anni.

I dati raccolti mostrano un arretramento frontale generalizzato e un preoccupante annerimento delle superfici glaciali, segno di un ghiaccio sempre più ricoperto da detriti e instabile. Al Solda la fronte è arretrata di 26 metri solo nell’ultimo anno, mentre al Bessanese, rispetto alla metà dell’Ottocento, la superficie si è ridotta a 0,3 km² con una perdita di volume di 3,9 milioni di metri cubi tra il 2010 e il 2023. Fenomeni che cambiano il volto della montagna: i ghiacciai lasciano spazio a laghi glaciali, morene e nuovi ecosistemi che si sviluppano sulle aree proglaciali.

La situazione dei ghiacciai

Accanto al tema della fusione glaciale, la Carovana ha posto l’accento sulla degradazione del permafrost, lo strato di terreno ghiacciato che in Europa si sta scaldando a ritmi accelerati, in alcuni casi di oltre 1 °C nell’ultimo decennio. La sua scomparsa comporterà un aumento dei rischi legati a frane e instabilità dei versanti.

L’appello di Legambiente e Fondazione Glaciologica è rivolto alle istituzioni europee: serve una governance comune per i ghiacciai, con monitoraggi coordinati e politiche più incisive di mitigazione e adattamento. Vengono citati come modelli positivi l’esperienza di Blatten in Svizzera, dove il collasso del ghiacciaio Birch ha imposto nuove strategie di gestione del rischio, quella della Germania per il monitoraggio del permafrost e quella del Piemonte con la ricerca multidisciplinare nell’area sperimentale del bacino della Bessanese.

Non solo scienza: Carovana dei ghiacciai ha insistito anche sul tema della fruizione responsabile della montagna. In collaborazione con la campagna “Puliamo il mondo”, lungo il sentiero del Ventina sono stati raccolti rifiuti di ogni tipo: plastica, mozziconi, fazzoletti, ma anche oggetti insoliti come un tubetto di crema solare, dei calzini e persino un catetere. Un segno tangibile della necessità di maggiore civiltà da parte di chi frequenta l’alta quota.

A sostenere l’edizione 2025 non sono mancati testimonial del mondo della cultura, della musica e della letteratura, tra cui la scrittrice Marta Aidala, il musicista Enzo Avitabile, la band Eugenio in Via di Gioia, la poetessa Antonella Anedda e la giornalista Milena Boccadoro. I loro contributi, insieme ai video di tappa, sono disponibili sul canale YouTube di Legambiente.

La campagna si chiude con una chiamata all’azione: firmare la petizione “Una firma per i ghiacciai”, per chiedere al Governo l’attuazione dei sette interventi contenuti nel Manifesto europeo dei ghiacciai e delle risorse, presentato insieme a Fondazione Glaciologica Italiana, CIPRA Italia, CAI ed EUMA.

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