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08 Settembre 2025 - 10:14
Un compleanno che fa cultura: nasce il Museo identitario Aperto a Campo Canavese
Un compleanno che si fa cultura. È accaduto a Campo Canavese, dove sabato 6 settembre è stato inaugurato il Museo identitario Aperto, un progetto che mette al centro memoria, paesaggio e comunità. L’iniziativa nasce da un gesto inedito: le offerte raccolte in occasione del 100º compleanno di Giovanni Frasca Pozzo, classe 1923, sono state destinate dai figli Luciana e Claudio a finanziare opere d’arte pensate per raccontare e radicare l’identità del territorio.
Il dono ha preso forma grazie alla creatività di Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn, artisti capaci di tradurre la memoria collettiva in immagini scolpite. Tra le opere spicca il pannello ad altorilievo “Il Paese 2025”, che fonde in un unico modellato le architetture e il paesaggio di Campo, rendendo visibile la trama di storie e segni che uniscono passato e presente. Non semplici decorazioni, ma interpretazioni profonde che danno vita a un dialogo continuo tra comunità e territorio.
L’inaugurazione ha visto la presenza di numerosi esponenti istituzionali e politici, segno tangibile dell’interesse suscitato dall’iniziativa. C’erano l’onorevole Alessandro Giglio Vigna, i consiglieri regionali Sergio Bartoli, Mauro Fava, Gianna Pentenero e Alberto Avetta, oltre al sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza, all’assessore alla cultura Claudio Bethaz, al consigliere di maggioranza Alessandro Musso e al consigliere comunale Damiano Goglio. Hanno preso parte anche il curatore della Mostra della Ceramica, Giuseppe Bertero, e i presidenti delle associazioni locali, a testimonianza di una regia corale che unisce Comune, associazioni e società civile.
Il progetto gode infatti del patrocinio del Comune di Castellamonte, dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Campo ASDC e della Società Agricola Operaia di Mutuo Soccorso di Campo Canavese. Una rete di realtà che certifica la natura aperta e partecipata del museo, lontana dall’idea di un monumento statico. La sua forza è proprio nella dimensione “abitata”: un luogo che può essere attraversato, discusso e arricchito, un laboratorio identitario sempre in movimento.
La vicenda dimostra come la filantropia dal basso possa diventare leva culturale. Un compleanno, tradizionalmente occasione intima, si è trasformato in un patrimonio condiviso che oggi trova casa a Castellamonte. Nel Canavese, terra di tradizioni ceramiche e di memorie forti, il Museo identitario Aperto si candida così a essere un punto di riferimento stabile, capace di restituire al territorio non solo la sua immagine, ma anche la consapevolezza di potersi raccontare attraverso l’arte.
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