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Attualià
20 Agosto 2025 - 16:48
Luciana Littizzetto e Pippo Baudo
Il ricordo di Pippo Baudo, scomparso nei giorni scorsi, continua a intrecciarsi con le voci di chi lo ha conosciuto e condivide oggi aneddoti, memorie e frammenti di vita professionale e personale. Tra i tanti omaggi arrivati dal mondo dello spettacolo, spicca quello di Luciana Littizzetto, che a Repubblica ha raccontato un episodio emblematico del loro rapporto, fatto di ironia, affetto e grande stima reciproca.
La comica torinese ha ricordato innanzitutto il tratto distintivo di Baudo, che secondo lei non fu soltanto un grande artista e conduttore, ma soprattutto un uomo capace di essere gentile, generoso, attento agli altri. «Credo che sia stato un uomo, intanto, gentile. Un artista che ha aperto la strada a tanti, è stato generoso, sapeva capire dove c’era il talento. E aveva una dote rara: diventava la spalla perfetta», ha detto Littizzetto, sottolineando come Pippo fosse in grado di riconoscere il potenziale anche nei giovani esordienti, offrendo opportunità e sostegno senza mai porsi come protagonista assoluto.
La comica ha insistito su un punto spesso trascurato: Baudo non si limitava a dirigere la scena con autorevolezza, ma aveva la capacità di mettersi a disposizione dei colleghi. «Davvero per tutti: per una giovane ballerina, un comico, un attore serio, un cantante. Pippo si metteva sempre al servizio dello spettacolo, a lui piaceva farsi prendere in giro. Era l’istituzione e si faceva distruggere», ha ricordato, con l’ironia che la contraddistingue, spiegando come proprio quella disponibilità fosse un segno di grandezza umana e professionale.
Ma il ricordo di Littizzetto non si è fermato agli aspetti generali. C’è stato spazio anche per un aneddoto personale che racconta meglio di mille elogi la spontaneità e la complicità che aveva con Baudo. Tutto nacque durante Sanremo 2003, quando la comica fu ospite del Festival. Pippo le telefonò proponendole un incontro a casa sua: «Mi annunciò: “Luciana, dobbiamo fare una cosa potente, vengo da te a casa tua, che dobbiamo pensare a qualcosa di forte”. Chi si immaginava che sarebbe venuto davvero».
La scena che seguì, come la ricorda oggi Littizzetto, sembra un piccolo film. Pippo che entra in casa e si siede sul divano, di fronte al televisore acceso, trasformando per lei quell’elettrodomestico in un paradosso vivente: da una parte la tv, dall’altra Pippo Baudo in carne e ossa. Un momento surreale, quasi intimo, in cui però non si parlò mai di baci o gag programmate. «Parlammo di tutto e di niente, mai del bacio. Non era previsto», racconta.
E fu proprio quella improvvisazione a rendere speciale l’episodio. Dovevano ballare insieme, e lei scherza ancora sull’altezza: «Gli arrivavo all’ombelico». Ma fu lì che scattò l’idea spontanea, quel bacio che sarebbe diventato una firma, un rituale da ripetere ogni volta che si incontravano. «Sì, tutte le volte che ci vedevamo. Dopo Sanremo, ci veniva naturale». Un gesto che dice molto del rapporto tra i due: complicità, rispetto, leggerezza.
Oggi, mentre si attende il funerale del conduttore che sarà trasmesso in diretta televisiva e celebrato come un evento collettivo, Littizzetto affida il suo saluto a un misto di commozione e ironia, consapevole che la mancanza di Baudo si sentirà non solo nel mondo dello spettacolo, ma anche nella quotidianità di chi lo ha conosciuto da vicino. «Mi mancherà molto», conclude, quasi a voler chiudere un capitolo personale oltre che professionale.
Un ricordo che lascia emergere l’immagine di un Pippo Baudo non soltanto maestro della televisione, ma anche uomo capace di instaurare rapporti autentici, di giocare con se stesso e di diventare, persino nei momenti più solenni come un Festival di Sanremo, il protagonista di un gesto che resterà nella memoria: quel bacio che iniziò come una gag e finì per trasformarsi in tradizione.
La camera ardente per l'ultimo saluto a Pippo Baudo al Teatro delle Vittorie Rai di Milano
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