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18 Agosto 2025 - 22:18
Roma si è fermata oggi, 18 agosto 2025, per salutare per l’ultima volta Pippo Baudo, il mattatore della televisione italiana. La camera ardente, allestita nel luogo che per decenni è stato la sua casa professionale, il Teatro delle Vittorie, ha visto un flusso incessante di persone: volti noti, autorità, colleghi, ma soprattutto migliaia di cittadini comuni. Un’umanità variegata che si è messa in fila fin dal mattino, per stringersi attorno a quel feretro posto davanti a un sipario rosso, circondato da rose, mentre sullo sfondo scorrevano immagini della sua lunga carriera. Un omaggio silenzioso e commosso, interrotto soltanto dagli applausi spontanei che hanno più volte riempito la sala.
Si calcola che siano stati oltre 8.000 i visitatori in questa prima giornata, a testimonianza di quanto l’uomo che scoprì talenti e inventò programmi sia stato, nel bene e nel male, un punto fermo della televisione nazionale. La camera ardente resterà aperta fino alle 20 di questa sera e riaprirà domani mattina, dalle 9 alle 12.
A rendere omaggio sono arrivati in tanti. Antonio Tajani, visibilmente commosso, ha ricordato Baudo come “un italiano positivo”, capace di trasmettere ottimismo anche nei momenti più difficili. Eros Ramazzotti, che proprio grazie a Pippo si affacciò al grande pubblico, ha sussurrato poche parole: “Il migliore”. La stessa Katia Ricciarelli, ex moglie, si è raccolta in preghiera davanti alla bara, senza trattenere l’emozione.
Non sono mancati ricordi ironici, capaci di strappare un sorriso tra le lacrime. Lino Banfi ha evocato la loro amicizia di lunga data con tono struggente: “Scherzavamo che eravamo le quattro B del ’36… ora sono rimasto solo io”. Fiorello, fedele alla sua natura istrionica, ha proposto quasi scherzando di sostituire il cavallo simbolo della Rai con una statua dedicata a Baudo.
Accanto a loro, anche Carlo Conti, che con voce rotta dall’emozione ha detto: “Con la sua morte si è spenta la tv”. Laura Pausini, insieme a Paola Cortellesi e Riccardo Milani, ha voluto sottolineare la lezione più grande ricevuta da Pippo: “Essere autentici, così da diventare eterni”. Poi i volti storici della musica e dello spettacolo italiano: Renzo Arbore, Gloria Guida, Gianni Morandi arrivato mano nella mano con Giorgia, i Jalisse, Max Giusti, Fabrizio Moro. Una sfilata che non voleva sembrare vetrina, ma testimonianza viva di un legame che ha unito generazioni.
Al di là delle dichiarazioni, il clima è stato quello della grande famiglia televisiva che si stringe intorno al suo patriarca. Non più “Pippo nazionale”, ma “Pippo di tutti”, come lo chiamava la gente.
Non è escluso che proprio quel teatro, il Teatro delle Vittorie, possa un giorno portare ufficialmente il suo nome. L’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, ha annunciato che la proposta sarà discussa presto in consiglio di amministrazione. Un segno tangibile per scolpire nella memoria collettiva non solo il ricordo dell’uomo e del conduttore, ma l’eredità di chi ha saputo incarnare un’epoca.
Oggi a Roma, davanti a quel sipario chiuso per sempre, l’Italia intera ha tributato il suo ultimo applauso a Pippo Baudo. Un applauso lungo, corale, fatto di ricordi, di malinconia e di gratitudine. Perché, come ha detto qualcuno tra la folla, “se se ne va Baudo, se ne va un pezzo di noi”.
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