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Costume e società
19 Agosto 2025 - 10:21
Tra le tante “scoperte” di Pippo Baudo ce n’è una che più di tutte è rimasta nell’immaginario di un’intera generazione: quella di Heather Parisi. Americana, nata a Hollywood nel 1960, cresciuta tra San Francisco e New York, Heather aveva alle spalle anni di studio e disciplina quando arrivò in Italia, quasi per caso, alla fine degli anni Settanta. Non era una ragazzina improvvisata, ma una ballerina formata, capace di passare dalla danza classica al modern jazz con naturalezza. Eppure, fu proprio in Italia che la sua carriera prese una piega inattesa, grazie a quell’incontro destinato a cambiarle la vita: quello con Pippo Baudo.
La leggenda narra di un provino folgorante: Heather che danza su una scrivania negli uffici della Rai, lasciando tutti a bocca aperta. Una scena che oggi ha del cinematografico, ma che all’epoca convinse Baudo di trovarsi davanti a un talento fuori dal comune. Era il 1979, e da lì a poco Heather avrebbe fatto il suo ingresso nel mondo della televisione italiana, destinata a diventare una delle icone pop più amate degli anni Ottanta.
Il primo passo fu Luna Park, varietà condotto proprio da Baudo. Ma la vera consacrazione arrivò con Fantastico, il programma simbolo della Rai e del sabato sera italiano. In quegli anni la televisione non era solo intrattenimento: era un rito collettivo. Le famiglie si riunivano davanti allo schermo, e milioni di persone condividevano lo stesso spettacolo. Pippo Baudo era il cerimoniere assoluto di quella liturgia, ma Heather Parisi divenne rapidamente la regina.
Con le sue gambe lunghissime, il sorriso contagioso e una presenza scenica che bucava lo schermo, Heather portò nel varietà un’energia nuova, internazionale, fresca. Non era la classica soubrette: era qualcosa di diverso, capace di incarnare lo spirito degli anni Ottanta, tra leggerezza e modernità. Le sue sigle diventarono colonna sonora di un’epoca. Disco Bambina nel 1979 fu il primo colpo: un brano spensierato, ritmato, che si impose come tormentone. Poi arrivò Cicale nel 1981, e lì esplose il mito. Con quel ritornello ossessivo e giocoso, Heather non solo ballava ma cantava, trasformando una canzone apparentemente banale in un simbolo generazionale.
Gli anni di Fantastico furono, per Heather, anni magici. Insieme a Baudo e ad altri protagonisti dello show – da Loretta Goggi a Eleonora Brigliadori, fino a mostri sacri della musica ospiti in studio – la ballerina americana divenne presenza fissa e amatissima. Ogni sua apparizione era attesa, ogni coreografia diventava chiacchierata, ogni costume faceva tendenza. Non era un caso se i dischi delle sue sigle vendevano migliaia di copie, entrando nelle classifiche accanto ai grandi nomi della musica italiana.
Una delle edizioni più ricordate, Fantastico 4 del 1983, la vede accanto a Baudo e a Raffaella Carrà, in un mix che oggi sembra impensabile: due icone dello spettacolo nello stesso palco. Heather portava la freschezza e la modernità, la Carrà la tradizione già consolidata del varietà. Eppure, nonostante i rischi di rivalità, la trasmissione divenne un trionfo, capace di mescolare generi, ospiti internazionali, momenti comici e canzoni che ancora oggi si ricordano.
Il fascino di quegli anni “fantastici” stava anche nella grandiosità della messa in scena. Le scenografie firmate da Gianni Brezza o da scenografi di punta erano monumentali: scale infinite, fondali colorati, costumi che brillavano sotto le luci. Heather, con i suoi balletti, non era un semplice riempitivo tra un numero e l’altro: era il cuore pulsante di uno spettacolo che puntava a stupire. La sua presenza, accanto a un corpo di ballo imponente, trasformava ogni sigla in un piccolo videoclip ante-litteram.
Il rapporto con Baudo era fatto di stima ma anche di tensioni. Lui si considerava il suo scopritore, lei non accettava l’idea di essere ridotta a “creatura di Pippo”. Heather rivendicava con forza i suoi studi, la sua disciplina, la sua carriera costruita con sacrificio. In più occasioni, soprattutto negli anni successivi, contestò pubblicamente la versione “romanzata” che Baudo dava del loro incontro, sostenendo che la sua ascesa non era frutto di un colpo di fortuna ma di un percorso professionale vero. Eppure, quelle divergenze non incrinarono il mito che insieme avevano contribuito a costruire.
Oltre a Fantastico, Heather fu protagonista di altri programmi di grande richiamo. Nel 1986 partecipò a Serata d’onore, sempre accanto a Baudo, confermando di essere ormai un volto imprescindibile della Rai. Nel frattempo, i suoi brani come Crilù e Ti Rockerò si affiancavano alle sigle televisive, consolidando la sua doppia carriera di ballerina e cantante. Anche se la critica non la prese mai troppo sul serio sul piano musicale, il pubblico la amava e premiava ogni sua uscita discografica.
Un aspetto poco raccontato è il dietro le quinte: Heather era perfezionista, lavorava ore e ore alle prove, pretendeva il massimo da sé stessa e dal corpo di ballo. Non era soltanto la “bambolina sorridente” che il pubblico vedeva in tv, ma una professionista esigente e consapevole del proprio ruolo. Ed è proprio questa sua determinazione a spiegare perché, ancora oggi, i suoi balletti vengano ricordati come momenti televisivi di altissimo livello.
Un sabato sera con Heather significava assistere a qualcosa di più di uno spettacolo televisivo: era la creazione di un immaginario collettivo. Le bambine la imitavano, sognando di danzare come lei. Gli adolescenti tappezzavano le camere con le sue foto. Gli adulti la consideravano un fenomeno di costume. In un’Italia che stava cambiando rapidamente, tra boom economico e voglia di modernità, Heather rappresentava l’incontro perfetto tra sogno americano e tradizione italiana del varietà.
Il periodo d’oro si estese per quasi un decennio. Ma come tutte le stagioni televisive, anche quella di Heather iniziò a cambiare. L’ascesa di nuove soubrette, in primis Lorella Cuccarini, aprì la strada a confronti e rivalità che fecero versare fiumi d’inchiostro ai giornali. Un dualismo che divenne leggenda: Parisi contro Cuccarini, due volti diversi di un’Italia che si specchiava nella tv di quegli anni.
Con il passare del tempo, Heather scelse poi di cambiare strada. Negli anni Novanta si allontanò progressivamente dal piccolo schermo, fino alla decisione radicale di trasferirsi a Hong Kong, dove vive tuttora con il marito e i figli. Da lontano, però, non ha mai smesso di far parlare di sé: con interviste pungenti, prese di posizione polemiche, e soprattutto con un distacco ironico da quel mondo che pure le aveva dato tanto.
Il legame con Baudo, mai del tutto reciso, riaffiora ogni volta che si celebra la carriera del conduttore. Heather, invitata o meno, presente o assente, diventa sempre argomento di discussione. Lei stessa ha spiegato più volte che certe assenze non sono legate a rancori, ma ad altri impegni o a scelte di vita. Altre volte, invece, non ha risparmiato frecciate all’ex pigmalione, accusandolo di avere “memoria corta”.
Eppure, al di là delle polemiche e delle distanze, resta un fatto incontestabile: senza Pippo Baudo, Heather Parisi non sarebbe stata la stessa. E senza Heather, anche il regno del sabato sera di Baudo avrebbe avuto meno luce. Gli anni Ottanta in Italia sono stati davvero “fantastici”: anni in cui la televisione univa il Paese, in cui le sigle diventavano inni, in cui il sorriso e le gambe di Heather Parisi hanno regalato a milioni di spettatori la sensazione che la vita, almeno per una sera a settimana, potesse essere semplice, colorata e leggera.
Oggi, rievocare quella stagione significa raccontare non solo la storia di una ballerina e del suo scopritore, ma di un’intera epoca. Un’epoca che, per molti, resta irripetibile.
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