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20 Agosto 2025 - 16:24
Marco Bussone, presidente UNCEM nazionale
Non sarà una semplice mattinata di fine agosto quella che domani, giovedì 21 agosto 2025, animerà Ala di Stura. Nel cuore delle Valli di Lanzo, la Sala Consiliare del Municipio ospiterà dalle 10.30 la presentazione del Rapporto Montagne Italia 2025, uno strumento che Uncem propone come bussola per capire presente e futuro dei territori alpini. Più di 800 pagine di numeri, analisi e confronti per raccontare come vivono, lavorano e cambiano le comunità montane italiane, in un momento storico in cui la montagna non è più soltanto un luogo di ritorno estivo, ma diventa scelta di vita per migliaia di famiglie.
All’appuntamento interverranno il sindaco Mauro Garbano, la presidente della Pro Loco Marina Bussetti, il vicepresidente Ermes De Vita, il presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero e il presidente nazionale Marco Bussone, che guideranno un confronto pubblico aperto a cittadini e amministratori.
Al centro della mattinata ci saranno i dati che riguardano da vicino le Valli di Lanzo, territorio che condivide con le Valli Ceronda e Casternone molte progettualità comuni. Dal Rapporto emerge un fatto non scontato: tra il 2019 e il 2023 nelle Valli di Lanzo hanno trasferito la residenza 1.638 nuove persone, segno che il territorio è in grado di attrarre famiglie e lavoratori. Il saldo migratorio è positivo e nel lungo periodo, dal 2009 al 2023, è cresciuto del 4,4%. Considerando i 37mila abitanti distribuiti in 25 Comuni, si tratta di un dato significativo, tra i migliori del Piemonte. In un periodo in cui la retorica del “paese che si svuota” è ancora diffusa, le valli a nord di Torino mostrano invece di poter invertire la rotta.
Non mancano tuttavia le ombre. Il tasso di occupazione nelle Valli di Lanzo si ferma al 44,2%, con una disoccupazione maschile al 6,6% e femminile al 10,7%. Dati che collocano il territorio in linea con la media della montagna italiana, ma sotto quella nazionale. È uno dei nodi più delicati: attrarre nuovi residenti è possibile, ma senza opportunità lavorative concrete il rischio di fughe future resta elevato.
Il Rapporto fotografa un tessuto imprenditoriale variegato: 8,3 imprese ogni 100 abitanti, una percentuale che conferma la vitalità locale. Colpisce che il 40% delle aziende sia artigiana, radicata nelle tradizioni produttive, mentre solo lo 0,5% sono cooperative. Una su cinque è a trazione femminile, il 10% ha titolari giovani, il 7,4% è straniera. Numeri che parlano di diversità e di voglia di fare, ma anche di fragilità strutturali, come la scarsa diffusione del modello cooperativo che altrove ha garantito maggiore resilienza.
Un capitolo importante riguarda l’agricoltura: nelle Valli di Lanzo ci sono 0,7 imprese agricole per km², con un valore aggiunto che supera i 19 milioni di euro e un peso del 10% sull’economia complessiva. Oltre metà del territorio è costituita da foreste, un patrimonio che il Rapporto definisce centrale per il futuro. La pianificazione e la certificazione forestale sono già avviate, e l’area si conferma protagonista in Piemonte nelle filiere del legno e nella “rivoluzione verde”.
Il turismo rimane uno degli assi portanti, ma i dati invitano alla cautela: ci sono 8,1 posti letto ogni 100 abitanti, un valore buono, ma la durata media dei soggiorni si ferma a 2,4 giorni, inferiore rispetto ai 3,4 giorni della media nazionale. Significa che chi arriva spesso si ferma per un fine settimana, senza trasformare il viaggio in un’esperienza prolungata. Per invertire questa tendenza servono nuove strategie di promozione e pacchetti integrati che valorizzino natura, cultura e prodotti locali.
Dal punto di vista economico, il PIL pro capite si attesta attorno ai 17mila euro, mentre il reddito medio pro capite è poco sopra i 20mila euro. Valori inferiori alla media nazionale, che confermano come il nodo delle disparità territoriali resti aperto e urgente.
Per Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, il Rapporto non è soltanto un volume statistico: è uno strumento politico che deve servire ad amministratori e cittadini. «Abbiamo molto bisogno di momenti di dialogo e confronto a partire da dati e numeri», osserva, ricordando che le Valli di Lanzo sono oggi interessate dall’attuazione della Strategia nazionale Aree interne e dai finanziamenti legati alle Green Community. «Meno critiche e screzi, più coesione e voglia di contare» è la linea indicata da Uncem per affrontare le sfide dei prossimi anni.
La presentazione di domani ad Ala di Stura non sarà dunque soltanto l’occasione per illustrare tabelle e grafici, ma il momento per trasformare i dati in azione politica. I numeri raccontano di un territorio che non si arrende, che cresce di popolazione e che tenta di reggere la competizione con le aree urbane. Le sfide restano molte: lavoro, imprese, turismo, servizi. Ma il Rapporto Montagne Italia 2025 dimostra che le valli non sono destinate allo spopolamento.
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