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Torino, tre milioni di euro per il canile: ampliamento in arrivo, ma il dato sulle adozioni è preoccupante

Previsti nuovi padiglioni entro il 2027, il Comune lancia un appello ai cittadini

Torino, tre milioni di euro

Torino, tre milioni di euro per il canile: ampliamento in arrivo, ma il dato sulle adozioni è preoccupante

Il canile rifugio municipale di Torino si prepara a una trasformazione significativa, con un progetto di ampliamento da 3 milioni di euro finanziato attraverso i fondi Pon Metro. L’intervento, che la Città conta di approvare in sede esecutiva entro l’autunno, prevede la realizzazione di tre nuovi padiglioni: uno destinato a canile sanitario con 16 box e spazi dedicati alla degenza dei felini, un altro come estensione del canile rifugio con 12 box aggiuntivi, e un terzo per migliorare la gestione complessiva della struttura.

Il cronoprogramma prevede l’avvio dei lavori nel secondo trimestre del 2026 e la conclusione entro la fine del 2027. Un percorso lungo, che però punta a dare respiro a una struttura che negli anni ha visto crescere i numeri degli ingressi e, parallelamente, diminuire quelli delle adozioni.

Secondo i dati forniti dalla stessa amministrazione, il canile registra in media 350 ingressi l’anno, con una popolazione attuale di 170 cani e circa 80 gatti. Nel 2024 le adozioni erano state 143, mentre nel 2025, da gennaio ad oggi, si contano appena 53 affidi, un calo che non riguarda solo Torino ma che riflette una tendenza nazionale.

Il sindaco Stefano Lo Russo, che ha visitato la struttura, ha definito il canile torinese “un servizio di eccellenza che il Comune svolge da tanti anni, con una forte attenzione al benessere degli animali ospitati”. Ha aggiunto che “i lavori serviranno ad ampliare la capienza e ad alleggerire il carico, lasciando più spazio agli animali”.

Lo Russo non ha nascosto la preoccupazione per il calo delle adozioni, legato soprattutto a fattori sociali ed economici. In molte situazioni, ha spiegato, gli abbandoni derivano da difficoltà personali delle famiglie, incapaci di sostenere i costi o la gestione quotidiana di un animale. Per questo la Città ha avviato campagne di sensibilizzazione e comunicazione, cercando di coniugare la tutela degli animali con il sostegno sociale alle persone in difficoltà.

Il problema, però, resta evidente: se i box del canile si riempiono più velocemente di quanto si svuotino, il rischio è che nemmeno l’ampliamento previsto basti a invertire la rotta. Il sindaco, nel corso della visita, ha rivolto un appello diretto ai cittadini: «Chi ha la possibilità lo faccia: adottare un cane o un gatto del canile è un gesto che cambia la vita, non solo all’animale, ma anche alla famiglia che lo accoglie».

Il progetto di Torino si inserisce in un contesto più ampio: i canili italiani stanno vivendo un periodo complesso. Il fenomeno degli abbandoni estivi resta alto, mentre l’incertezza economica delle famiglie porta molti a rinunciare all’idea di adottare un animale o, peggio, a riconsegnarlo al rifugio. Una dinamica che rischia di vanificare i progressi raggiunti negli ultimi anni nella lotta al randagismo.

L’ampliamento del canile municipale, quindi, è una risposta necessaria ma non sufficiente. Se da un lato garantirà strutture moderne e più spazio per ospitare animali in attesa di una nuova casa, dall’altro sarà inutile senza una crescita parallela delle adozioni consapevoli. La vera sfida, per Torino come per molte altre città, è quella di promuovere una cultura del rispetto e della responsabilità verso gli animali, in grado di prevenire abbandoni e sovraffollamenti.

In attesa che le ruspe entrino in azione nel 2026, i numeri del canile raccontano una realtà che non può essere ignorata. Ogni nuovo ingresso è la storia di un cane o di un gatto che ha perso la sua famiglia. E ogni mancata adozione è l’occasione persa di ridare dignità e affetto a un animale che aspetta dietro le sbarre di un box.

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