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69 anni fa il disastro di Marcinelle. Il Comune ricorda le vittime e l'importanza della sicurezza sul lavoro

L'8 agosto 1956 persero la vita 262 lavoratori, di cui 136 italiani. Ogni anno rimangono però troppe le morti "bianche" in Italia e all'estero

69 anni fa il disastro di Marcinelle

I minatori di Marcinelle

L’8 agosto 1956 nella miniera di Bois du Cazier a Marcinelle, in Belgio, persero la vita 262 lavoratori, di cui 136 italiani, sepolti vivi da un incendio che si propagò senza lasciare scampo.

Il Comune di San Mauro Torinese si unisce oggi, l'8 agosto di 69 anni dopo, alla commemorazione nazionale della Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita per ricordare e onorare i milioni di nostri connazionali emigrati all’estero in cerca di una vita migliore, spesso pagata a caro prezzo.

Gli uomini di Marcinelle erano minatori. Erano padri, mariti, fratelli, figli. Partiti da regioni come Abruzzo, Sicilia, Veneto, Calabria e Campania, lasciarono tutto alle spalle per firmare un contratto che li vincolava, in cambio del permesso di soggiorno e di un lavoro in miniera, a condizioni spesso disumane. Dormivano in baracche gelide, scendevano fino a 1000 metri di profondità, lavoravano fino a 12 ore al giorno in gallerie malsicure, respirando polveri e gas senza alcuna protezione.

Il disastro avvenne poco dopo l’inizio del turno del mattino. Alle 8:10, una scintilla, provocata da una manovra errata su un vagoncino elettrico, innescò un incendio devastante all'interno del condotto d’aerazione. Le fiamme si propagarono rapidamente, risalendo i pozzi e invadendo i livelli inferiori della miniera. I sistemi di sicurezza si rivelarono del tutto insufficienti. Le squadre di soccorso impiegarono oltre due settimane a estrarre i corpi. Solo 12 minatori sopravvissero. L’Italia pianse in silenzio.

Il disastro di Marcinelle

All’epoca, la notizia giunse nel nostro Paese attraverso radiocronache e titoli di giornali sconvolti, che riportavano i nomi dei caduti. In molte città italiane, soprattutto nei paesi d’origine delle vittime, vennero indetti lutti cittadini. La tragedia di Marcinelle fu il simbolo brutale delle condizioni in cui versavano migliaia di lavoratori italiani emigrati in Belgio, dopo il Protocollo Italo-Belga del 1946, che sanciva la cessione di manodopera in cambio di carbone. La formula fu cinica: un minatore italiano per ogni 200 kg di carbone al giorno. Marcinelle fu la conseguenza.

Per anni, quel dolore rimase sotterraneo, rimosso dalla retorica del boom economico. Solo nel 2001 lo Stato italiano decise finalmente di istituzionalizzare la memoria. La Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo fu istituita dal Ministero degli Affari Esteri con una direttiva indirizzata alle rappresentanze diplomatiche italiane nel mondo, affinché ogni 8 agosto venisse ricordato il contributo, spesso silenzioso e drammatico, degli emigrati italiani allo sviluppo economico dei Paesi ospitanti. Una memoria che non riguarda solo il passato, ma parla anche all’oggi.

La giornata è anche un’occasione per riflettere sulle migrazioni contemporanee: milioni di italiani oggi continuano a cercare all’estero opportunità che non trovano in patria, in condizioni certo diverse, ma con la stessa esigenza di lavoro dignitoso e futuro possibile, tanto per i manovali quanto per i giovani laureati. Le tragedie come quella di Marcinelle ci ricordano quanto alto sia stato il prezzo pagato da intere generazioni per il sogno di una vita migliore, e quanto fragile possa diventare la dignità umana se non sostenuta da diritti, sicurezza e riconoscimento.

Anche a San Mauro Torinese, oggi, questa memoria viene onorata. L’amministrazione comunale ha espresso la propria adesione simbolica, invitando i cittadini a ricordare, trasmettere la memoria e non abbassare mai la guardia di fronte ai temi della sicurezza sul lavoro e della giustizia sociale, sia in Italia che all’estero.

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