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08 Agosto 2025 - 11:00
David Avino, Ceo di Argotec, e la nuova PCDU
Un cuore elettrico miniaturizzato, progettato e costruito in Italia, che resiste a radiazioni estreme e a condizioni spaziali proibitive, destinato a cambiare il futuro delle missioni nel deep space. Si chiama Curie, ed è la nuova PCDU (Power Conditioning and Distribution Unit, un sottosistema che si occupa della gestione, trasformazione e distribuzione dell'energia elettrica per satelliti) sviluppata da Argotec, azienda aerospaziale con sede a San Mauro Torinese. È stata presentata in anteprima mondiale allo Small Satellite Conference di Salt Lake City, uno degli eventi più importanti del settore a livello internazionale.
Curie è molto più di un componente tecnologico, fanno sapere dall'azienda. È il frutto di anni di sperimentazione, di una sinergia tra aziende e agenzie spaziali, e rappresenta un salto di generazione per tutto il comparto: piccola, modulare, potentissima, è la prima PCDU progettata specificamente per operare a distanze record dalla Terra, in condizioni di alta esposizione alle radiazioni solari, garantendo autonomia energetica e sicurezza ai satelliti di nuova generazione.
Un dispositivo "Curie"
Questa tecnologia sarà il motore silenzioso ma vitale di HENON, una delle missioni più ambiziose attualmente in fase di sviluppo, che partirà nel 2026 alla volta di un’orbita retrograda distante (DRO), oltre i 24,6 milioni di chilometri dalla Terra, per monitorare in tempo reale l’attività solare e lo Space Weather. HENON nasce nell’ambito del programma GSTP dell’ESA, con fondi dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e il contributo del Regno Unito e della Finlandia.
Il progetto di Curie, frutto di co-engineering con l’ESA, si inserisce in un contesto di sviluppo avanzato dell’industria spaziale italiana. Le sue caratteristiche — resistenza inedita alle radiazioni, lunga vita operativa, gestione ottimizzata della potenza — la rendono una componente strategica per i prossimi decenni. E l’applicabilità trasversale a piattaforme diverse le garantisce un futuro anche oltre la missione HENON.
Il progetto si basa sull’esperienza accumulata con VOLTA, l’unità che ha alimentato con successo i satelliti LICIACube e ArgoMoon, portando Argotec a detenere due primati assoluti, come evidenziano dalla sede di via Burgo: essere l’unica azienda al mondo con due piccoli satelliti operativi contemporaneamente nel deep space, e aver realizzato l’oggetto italiano più distante dalla Terra, oltre 14 milioni di chilometri. Con Curie e HENON, questi record sono destinati a essere nuovamente superati.
David Avino
Il CEO David Avino sottolinea: «Curie rappresenta un cambio di paradigma per l’industria spaziale italiana e internazionale. Con questa tecnologia abiliteremo missioni di esplorazione robotica di nuova generazione, capaci di portare la ricerca scientifica oltre i confini attuali. Siamo orgogliosi di mettere il nostro know-how al servizio della scienza».
Alle spalle del progetto, una squadra multidisciplinare che unisce ingegneri elettronici, specialisti in materiali, tecnici test e progettisti di missione, tutti operanti nella sede sanmaurese dell’azienda.
Ma non è solo tecnologia. Con Curie, Argotec intende riaffermare un approccio culturale e industriale in cui l’innovazione è sempre al servizio della conoscenza scientifica e della vita sul pianeta. Le implicazioni, in futuro, potranno riguardare non solo lo studio del Sole, ma anche l’anticipazione di eventi meteo-spaziali che impattano le telecomunicazioni, i viaggi aerei, la navigazione satellitare e le reti elettriche terrestri.
La "camera bianca" di Argotec, dove vengono assemblati i satelliti
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