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Virus West Nile: a Nole cresce il rischio sanitario ma il Comune resta fermo

Il gruppo “Nole Futura” chiede di aderire al piano metropolitano di prevenzione e di avviare subito interventi anti-zanzare

È ufficiale: il Sindaco Luca Bertino si ricandida per il terzo mandato consecutivo

Luca Bertino

Mentre i casi di virus West Nile aumentano anche in Piemonte, con i primi decessi registrati a luglio, a Nole esplode il dibattito politico sull’assenza di una strategia comunale per la lotta alle zanzare. I consiglieri del gruppo “NoleSì” — Valeria Castellar, Elisa Aimo Boot, Giulia Novero e Davide Arminio — hanno presentato un’interpellanza urgente per chiedere conto al sindaco dell’immobilismo dell’amministrazione.

L’attacco parte dai dati sanitari: il proliferare delle zanzare è ormai un problema che travalica il fastidio estivo, assumendo una rilevanza epidemiologica. Le zanzare, ricordano i firmatari del documento, sono vettori riconosciuti di virus pericolosi, e la West Nile è ormai stabilmente presente anche nel Nord Italia. Proprio a luglio si sono verificati casi gravi in regione, compresi decessi.

Il gruppo di opposizione contesta il fatto che Nole sia uno dei pochi Comuni del territorio a non aver mai aderito al piano regionale coordinato dall’IPLA, l’Istituto per le Piante e l’Ambiente, che dal 2007 gestisce un progetto strutturato di contrasto biologico alle zanzare. L’iniziativa, finanziata al 50% dalla Regione secondo quanto previsto dalla legge regionale 75/1995, prevede un approccio scientifico, programmato e a basso impatto ambientale, con interventi già nella fase larvale del ciclo delle zanzare. Cirié, San Francesco al Campo, San Maurizio e Robassomero — si legge nel testo — hanno già aderito da tempo. Nole, invece, no.

Da qui l’interrogativo rivolto alla giunta: perché non si è mai aderito a un progetto che tutela la salute pubblica e che è anche cofinanziato? Ma soprattutto: vista l’attuale emergenza sanitaria, l’amministrazione intende finalmente attivarsi?

Davide Arminio

I consiglieri chiedono l’inserimento della questione all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, sottolineando come sia necessario un piano “strutturato e scientifico” per proteggere la popolazione. “La percezione del benessere dei cittadini è compromessa”, scrivono, ma ciò che più preoccupa è l’assenza di prevenzione rispetto alla diffusione delle patologie virali.

Il tema della West Nile, d’altronde, non è più circoscritto. L’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato un incremento dei contagi a partire da giugno in tutta la Pianura Padana, con Pavia, Modena, Ferrara e Alessandria tra le province più colpite. Le Regioni stanno correndo ai ripari con piani di disinfestazione e sensibilizzazione, ma le azioni dei Comuni sono fondamentali: la legge regionale piemontese prevede esplicitamente che siano i singoli enti locali a presentare domanda di adesione al progetto IPLA entro dicembre dell’anno precedente.

In questo contesto, la scelta di non partecipare al piano risulta difficile da giustificare. Anche perché, come ricordano i firmatari, il piano di contrasto IPLA prevede azioni biologiche, e non invasive, oltre a un supporto tecnico per lo studio preliminare del territorio. Nessun Comune, insomma, è lasciato solo. Il fatto che Nole non abbia mai nemmeno provato a entrare nel progetto viene letto come un segnale di disattenzione, se non di colpevole inerzia.

Dalla giunta, per ora, nessuna risposta. Ma la questione è destinata a diventare un banco di prova politico, specie in vista della nuova stagione amministrativa. Il virus avanza, il clima favorisce la proliferazione delle zanzare, e il rischio è che, come spesso accade, si intervenga solo quando l’emergenza è già esplosa. Intanto, i cittadini aspettano. E pungono.

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