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30 Luglio 2025 - 21:50
Virus West Nile in Italia: ecco chi sono le 9 vittime. 10mila le infezioni stimate
Resta alta l’allerta per il virus West Nile. I casi in Italia sono in crescita e anche il bilancio delle vittime si allunga di giorno in giorno: al momento sono nove i pazienti deceduti dall’inizio dell’anno, gli ultimi due in giornata. E anche il numero delle infezioni stimate sul territorio nazionale preoccupa: sarebbero almeno 10mila, la maggioranza in forma asintomatica. Il picco dei casi si prevede dopo Ferragosto, ma a destare timore è anche l’imprevedibilità di questo virus diffuso dalle comuni zanzare Culex. Entrambe nel Casertano le ultime vittime: un uomo di 73 anni deceduto nell’ospedale del capoluogo dove era ricoverato e un 76enne ospite di una residenza sanitaria a Grazzanise. Diventano così quattro i decessi in Campania e nove in Italia. La prima vittima, di Maddaloni, aveva malattie pregresse e un quadro clinico complesso. Anche l’altra aveva un quadro clinico compromesso.
Quanto al numero dei casi confermati, l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, risalente alla scorsa settimana, ne segnalava 31, soprattutto concentrati tra Lazio e Campania. In pochi giorni, però, le infezioni segnalate e confermate sono notevolmente aumentate. Anche oggi, due nuovi casi si sono registrati in Lombardia. Si tratta di due donne, una 38enne a Milano e una 66enne a Pavia. Soltanto quest’ultima è attualmente ricoverata. E in Campania, sempre oggi, sono stati resi noti altri due casi di positività al virus, e uno dei pazienti è in gravi condizioni. A L’Aquila sono in corso accertamenti su un unico caso sospetto segnalato.
Quanto alle donazioni di sangue, nelle province dove è stata certificata la presenza del virus vengono eseguiti specifici test sulle sacche. Nelle altre regioni dove il virus non è rilevato, se non è prevista l’esecuzione del test, il donatore dovrà astenersi per 28 giorni se ha soggiornato in aree a rischio.
Dal canto loro, le istituzioni invitano alla calma. Per il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, “sul West Nile non c’è emergenza, ma preoccupa l’incapacità dei dirigenti del Ministero della Salute”. La situazione “è assolutamente sotto controllo e i cittadini possono stare tranquilli” anche per il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Mario Melazzini.
Il numero delle infezioni appare però in aumento. Attualmente in Italia, afferma all’ANSA Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia dell’IRCCS Ospedale Sacrocuore Don Calabria Negrar, “è possibile stimare la presenza di almeno 10mila infezioni da virus West Nile, la maggior parte asintomatiche”. Il calcolo è effettuato sulla base del numero attuale di decessi registrati nel 2025. Le infezioni, avverte l’esperto, “potrebbero aumentare ma è difficile ipotizzare come andrà, perché questo virus è imprevedibile sia in relazione al target di persone che verrà colpito sia nell’andamento”. Cruciali restano, dunque, la sorveglianza e il monitoraggio: “Purtroppo, se ci saranno più infezioni – afferma – aumenteranno inevitabilmente sia i casi gravi di neuro-encefalite sia i decessi”.
Anche Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all’Università Lumsa, stima che nelle prossime settimane “i casi continueranno ad aumentare: la curva di solito comincia a crescere da metà luglio raggiungendo il picco fra la seconda e la terza settimana di agosto. Per poi scendere rapidamente subito dopo”.
Intanto, la Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) ha attivato la propria rete di ospedali sentinella su tutto il territorio per supportare il monitoraggio della febbre West Nile, in seguito ai recenti focolai in diverse aree del Paese. Un’“azione concreta per garantire una sorveglianza precoce e coordinata dei casi e contribuire alla sicurezza dei cittadini, in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e nazionali”, afferma Fiaso. “La rete delle aziende sanitarie è pronta a fare la sua parte. Con l’attivazione degli ospedali sentinella, mettiamo a disposizione un’infrastruttura di monitoraggio capillare e affidabile, che ha già dimostrato la sua efficacia durante la pandemia da Covid-19”, sottolinea Giovanni Migliore, presidente Fiaso.
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