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04 Agosto 2025 - 10:48
Festival delle eccellenze canavesane: un’idea ambiziosa prende forma
Per ora non è più solo un’idea: il progetto c’è, ed è già in cammino. Un Festival delle Eccellenze Canavesane che punta a diventare appuntamento fisso, con l’obiettivo di valorizzare artisti, artigiani, imprese e cultura locale con uno sguardo ampio, nazionale e internazionale. A lanciarlo è Salvo Nugnes, giornalista, saggista, curatore d’arte e promotore di eventi tra i più attivi in Italia, reduce dal successo della mostra Tra arte e poesia dell’artista Anna Actis Caporale, andata in scena durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Ed è proprio da Spoleto che arriva l’ispirazione per una manifestazione capace di portare il Canavese sotto i riflettori, con una visione strutturata e ambiziosa. Una sfida concreta, che poggia su un territorio straordinario, ricco di saperi artigiani, storia industriale, produzioni d’eccellenza e fermento culturale. Le basi ci sono tutte: ora si tratta di costruire un evento all’altezza delle sue promesse.
Salvo Nugnes non è un nome qualsiasi nel panorama culturale italiano. È stato curatore di mostre e rassegne dedicate a Maestri dell’arte contemporanea, ha collaborato con personalità politiche e artistiche, ha firmato pubblicazioni e saggi, e da anni costruisce ponti tra territori, artisti, istituzioni e pubblico. A Spoleto, pochi giorni fa, ha coordinato l’allestimento della mostra di Anna Actis Caporale presso l’Hotel Charleston, raccogliendo consensi da pubblico e stampa. L’esposizione, inserita nel circuito del prestigioso Festival dei Due Mondi, ha unito pittura e poesia in una formula originale, accompagnata da letture, musica e interventi dal vivo.
Tra i presenti al vernissage, oltre alla stessa artista, anche volti noti come il senatore Antonio Razzi, l’opinionista Simone Merini, e il direttore dell’Agenzia di Stampa Italia, Ettore Bertolini. Un parterre che dimostra la capacità di Nugnes di costruire eventi trasversali, capaci di unire mondi diversi in nome della promozione culturale. Nella stessa occasione, il curatore ha consegnato a Razzi un’opera simbolica dell’artista Claudio Marangoni, durante la cerimonia per il conferimento del “Premio Spoleto” nella Chiesa della Misericordia.
Nugnes guarda ora al Canavese con evidente interesse. Il progetto – ancora in fase preliminare – punta a realizzare un contenitore multidisciplinare, una piattaforma in grado di valorizzare tutte le “eccellenze” del territorio: non solo l’arte e la poesia, ma anche l’artigianato, l’enogastronomia, la musica, la danza, il teatro, l’impresa, la moda, la fotografia, l’innovazione tecnologica, la tradizione agricola e quella industriale.
L’idea non è solo quella di un’esposizione, ma di un vero e proprio festival diffuso, itinerante, capace di toccare più comuni canavesani e di offrire un racconto corale del territorio, costruito attraverso mostre, performance, talk, premiazioni, laboratori per giovani, concerti, degustazioni e spettacoli. Un grande evento capace di coinvolgere istituzioni locali, fondazioni, scuole, associazioni culturali e imprese, sul modello di ciò che da decenni accade a Spoleto, a Mantova, a Udine, a Ravello.
Per ora si tratta solo di un’intenzione dichiarata, ma le basi sembrano solide. Nugnes ha già annunciato contatti con alcuni esponenti politici e imprenditoriali locali per valutare la fattibilità dell’iniziativa, e sarebbero allo studio possibili partnership con enti pubblici e privati, sponsor e realtà già attive nella promozione del territorio.
Il Canavese, d’altra parte, non è nuovo a esperienze culturali di rilievo, basti pensare al successo di festival come Morenica, Letti di Notte, Gran Paradiso Film Festival, alla vitalità di centri culturali come il Museo Garda di Ivrea, il Castello Malgrà di Rivarolo o il Teatro Giacosa di Aosta, fino alle nuove energie che si stanno riversando su Ivrea Capitale del Libro 2022 e sul rilancio di patrimoni industriali riconvertiti.
Tuttavia, ciò che manca ancora – e che il Festival delle Eccellenze potrebbe portare – è una regia unitaria, capace di fare sistema, di promuovere il Canavese non come sommatoria di eventi isolati ma come ecosistema culturale integrato.
Il tratto distintivo del metodo Nugnes è proprio questo: unire contenuti di qualità a operazioni di grande visibilità, coinvolgere testate nazionali, chiamare a raccolta volti noti e autorevoli del mondo dello spettacolo, della cultura e della politica, intrecciare linguaggi e pubblici. Lo ha dimostrato con l’organizzazione del Premio Spoleto, lo sta ribadendo con l’impegno a favore del riconoscimento istituzionale al Maestro Riccardo Muti, in un’appassionata lettera indirizzata alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Questo approccio potrebbe rappresentare un valore aggiunto decisivo anche per il Canavese, dove spesso la qualità dei contenuti si scontra con la mancanza di visione strategica e di capacità comunicativa. Il “fattore Nugnes”, insomma, potrebbe essere l’elemento catalizzatore di un cambio di passo, in grado di portare sul territorio investimenti, pubblico, copertura mediatica, collaborazioni nuove.
Resta da capire quando e dove il Festival potrebbe vedere la luce. Le ipotesi sono ancora tutte sul tavolo: Ivrea, Rivarolo, Castellamonte, Agliè, Cuorgnè sono alcuni dei centri che potrebbero ospitare sezioni tematiche o eventi di punta. L’idea di una rete di luoghi connessi, più che un’unica location, risponde alla natura diffusa del territorio e potrebbe facilitare l’adesione di più amministrazioni locali.
Non è escluso nemmeno il coinvolgimento di istituzioni scolastiche, universitarie e accademie d’arte, con l’obiettivo di far dialogare i linguaggi della tradizione con quelli della contemporaneità, favorendo anche la partecipazione attiva dei giovani.
Per ora, il Festival delle Eccellenze Canavesane è una promessa affascinante, un progetto tutto da scrivere. Ma se le premesse verranno confermate, il Canavese potrebbe presto trasformarsi in un laboratorio culturale di respiro nazionale, capace di raccontarsi con orgoglio e visione. Il contributo di Salvo Nugnes potrebbe fare la differenza. Ora, la palla passa alle istituzioni locali, chiamate a cogliere questa occasione unica.
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