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Gelato e riscatto: in carcere a Torino le detenute diventano gelataie grazie al progetto Soroptimist

Concluso nella sezione femminile del carcere Lorusso e Cutugno il corso di gelateria promosso dai club Soroptimist di Torino e Ivrea-Canavese, in collaborazione con Fabbri 1905: un’opportunità di formazione e rinascita per donne detenute

Gelato e riscatto: in carcere a Torino le detenute diventano gelataie grazie al progetto Soroptimist

Gelato e riscatto: in carcere a Torino le detenute diventano gelataie grazie al progetto Soroptimist

Si è concluso, tra commozione e orgoglio, il corso base di gelateria organizzato all’interno della sezione femminile della Casa Circondariale “G. Lorusso – I. Cutugno” di Torino. Un’iniziativa che non solo ha formato nuove professioniste del gusto, ma ha anche offerto una concreta possibilità di riscatto a chi vive una condizione di fragilità e marginalità.

Per la seconda volta, i club Soroptimist di Torino e di Ivrea e Canavese hanno unito le forze per realizzare un progetto che va oltre la semplice formazione professionale. All’interno del programma nazionale “Si sostiene… in carcere”, i due club hanno portato nel penitenziario un’esperienza autentica e altamente qualificata di apprendimento, sostenuti da un’alleanza istituzionale e sociale: la collaborazione con le Direzioni degli Istituti Penitenziari, il protocollo firmato con il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia), e la partnership con Fabbri 1905, storica azienda bolognese del settore dolciario e protagonista nel mondo della gelateria.

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Una fotografia scattata all'esterno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino che ritrae da sinistra la presidente del Club Torino, la formatrice del corso Rosa Pinasco, la presidente del Club Ivrea e Canavese, Ines Bisi e Silvia Brunello, socie del Club Ivrea e Canavese, tutte presenti alla consegna dei certificati di formazione alle detenute che hanno frequentato il corso di gelateria

A condurre le lezioni, la maestra gelatiera Rosa Pinasco, genovese nota non solo per la sua competenza tecnica ma anche per l’empatia e l’umanità con cui si è relazionata alle allieve. Durante il corso, le partecipanti hanno imparato a preparare gelati artigianali di vari gusti e a presentarli con cura professionale, acquisendo competenze spendibili in futuro anche fuori dal carcere.

Ma ciò che ha colpito di più è stato l’aspetto umano. Quando le presidenti dei due club, Ivana Celona per Torino ed Eugenia Enrico per Ivrea e Canavese, hanno fatto visita alle detenute insieme ad alcune socie, l’emozione è stata palpabile. Le donne ristrette le hanno accolte con gratitudine e occhi lucidi. Al termine della cerimonia, le gelataie in erba hanno offerto alle ospiti una degustazione dei gelati prodotti durante il corso. Un momento conviviale e intenso, fatto di parole, sorrisi, sapori e – inevitabilmente – di lacrime.

I certificati di formazione sono stati consegnati da Rosa Pinasco tra abbracci e commozione. Non solo pezzi di carta, ma simboli di fiducia, di nuove possibilità, di una vita che può ricominciare anche da un cono gelato.

Il progetto “Si sostiene”, attivo dal 2017, ha coinvolto finora 66 club italiani Soroptimist che hanno attivato corsi nei penitenziari femminili per oltre 1.100 detenute, con formazioni nei settori più diversi: da parrucchiera a sarta, da apicoltrice a bibliotecaria. Sono già 90 le donne che, terminati i corsi, hanno ottenuto una borsa-lavoro dentro o fuori dal carcere. Accanto a queste iniziative, non mancano quelle culturali e artistiche, così come i percorsi di prevenzione medica e promozione del benessere.

Un lavoro silenzioso, costante, che va ben oltre i numeri. Perché ogni donna che riceve fiducia, strumenti, tempo e ascolto è una storia che cambia direzione. E tra un sorbetto al limone e una crema al gianduia, anche dietro le sbarre si può cominciare a sognare. Di nuovo.

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