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28 Luglio 2025 - 11:39
I numeri si fermano dopo otto mesi: l’auto usata torna a perdere colpi
Dopo una corsa ininterrotta durata otto mesi, il mercato delle auto usate in Italia rallenta bruscamente. A maggio 2025, i trasferimenti di proprietà sono stati 448.299, in netto calo rispetto ai 471.992 dello stesso mese dell’anno precedente, segnando una flessione del 5%. Anche le minivolture, cioè i passaggi tra operatori del settore, segnano un passaggio a vuoto con un -5,5%. Si ridimensiona così la crescita registrata nei primi cinque mesi dell’anno, che si ferma a un timido +2,4%, pur restando sotto i livelli del 2019.
Il mercato dell’usato, tradizionalmente considerato un termometro dell’economia quotidiana, mostra i primi segnali di stanchezza. La domanda resta alta, ma si polarizza. Da un lato chi continua a cercare vetture economiche, vecchie, spesso diesel. Dall’altro chi guarda a soluzioni più recenti e sostenibili, puntando su motori ibridi o benzina. I numeri, però, confermano che quasi metà delle auto vendute ha più di dieci anni. A maggio, la quota di questi veicoli ha toccato il 48,6%, un dato che evidenzia quanto sia ancora lontano il ricambio del parco circolante italiano.
Sotto il profilo delle alimentazioni, il diesel continua la sua discesa: con una quota del 41,8%, perde quasi quattro punti rispetto al 2024, avvicinandosi pericolosamente alla benzina, che sale al 38,8%. La distanza si assottiglia e anticipa un possibile sorpasso nei prossimi mesi. In netto aumento, invece, la quota delle ibride, che raggiunge per la prima volta il 10%, segno di una graduale ma costante apertura verso soluzioni meno inquinanti, anche nel segmento dell’usato. Le alimentazioni alternative restano invece ancora marginali: Gpl al 5,2%, metano al 2%, mentre le elettriche pure (Bev) si fermano a 1%, poco sopra le plug-in che toccano l’1,3%. L’auto a batteria, almeno per ora, resta fuori dai radar del grande pubblico quando si parla di seconda mano.
La frenata di maggio non sorprende del tutto gli operatori del settore, che da settimane registrano segnali di rallentamento legati al contesto economico generale. L’inflazione, l’incertezza sulle normative ambientali, i prezzi ancora elevati delle auto nuove e la mancanza di incentivi realmente efficaci sull’usato stanno creando un mix che frena la voglia di cambiare vettura. A preoccupare maggiormente, però, è la tenuta ambientale e tecnica del parco auto italiano: vecchio, inquinante e spesso privo delle più elementari dotazioni di sicurezza. Una situazione che non può essere ignorata.
Per invertire la rotta servirebbero interventi strutturali, a partire da incentivi mirati anche sull’usato recente, verifiche più rigide sulle emissioni e programmi pubblici per favorire la rottamazione delle auto più vecchie. La svolta verde del mercato, oggi, passa più da scelte individuali che da politiche di sistema. E i numeri lo dimostrano: l’Italia resta aggrappata a un modello di mobilità che fatica a evolvere, nonostante l’urgenza climatica e il richiamo alla sostenibilità siano ormai temi dominanti nel dibattito pubblico.
Il mese di maggio segna dunque una frenata, ma non una caduta. Il settore resta in piedi, sospeso tra la necessità di innovare e la realtà di una domanda che ancora oggi guarda più al prezzo che alla tecnologia. Ma non si potrà tirare avanti così ancora per molto: senza una visione d’insieme, a lungo andare anche il mercato dell’usato rischia di diventare un freno, anziché un’opportunità.
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