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Gassino Torinese

Disertiamo il silenzio: a Gassino il rumore si fa preghiera per Gaza

Pentole, campane e indignazione. Domenica sera, in corso Italia, i cittadini hanno fatto rumore contro il genocidio a Gaza. Un gesto semplice e potente, che ha unito le piazze italiane da nord a sud

Disertiamo il silenzio

Disertiamo il silenzio: a Gassino il rumore si fa preghiera per Gaza (foto di repertorio)

Domenica 27 luglio 2025, ore 21:45. Il rumore del metallo rompe la quiete estiva di Gassino Torinese. In corso Italia, davanti alla Banca CRT, un piccolo gruppo di cittadini si raduna con pentole e coperchi. Battono, fanno rumore, creano dissonanza. Un gesto semplice, ma carico di significato: rompere il silenzio davanti a quella che viene definita una catastrofe umanitaria senza precedenti.

L'iniziativa si chiama "Disertiamo il silenzio", e si inserisce nella più ampia mobilitazione lanciata a livello nazionale da associazioni, comitati e singoli cittadini con il titolo "L'ultimo giorno di Gaza". L'appello, pubblicato e condiviso in rete da Pax Christi e da numerosi movimenti pacifisti italiani, è esplicito:

"Domenica 27 luglio, alle 22, facciamo suonare a distesa le campane dei palazzi comunali, quelle delle chiese, e ogni sirena possibile: ambulanze, navi, barche, porti. Suoniamo ogni fischietto, battiamo le pentole. Facciamo più rumore, più chiasso, più fracasso possibile. Facciamolo insieme: nelle piazze e sulle spiagge. Facciamolo sui balconi e alle finestre. Facciamolo sui social. Facciamolo dappertutto".

A Gassino, qualcuno ha raccolto quell'invito. Nessun palco, nessuna bandiera, solo un gruppo di persone, alcune in silenzio, altre con lo sguardo pieno di rabbia e impotenza, tutte con un obiettivo comune: non voltarsi dall'altra parte.

"Gaza muore di fame: il genocidio entra nella fase finale, e Israele prepara così una terra finalmente davvero senza popolo. Affamando, assetando, bombardando. A Gaza suonano le sirene delle ambulanze, che danno voce ai condannati a morte per fame e bombe. Quelle sirene dicono al mondo che non c'è più tempo".

Il testo dell'appello circola anche su WhatsApp, viene stampato e letto ad alta voce. Le parole del cardinale Pizzaballa, "Mi si chiede di restare neutrale. Com'è possibile? La situazione a Gaza è disumana", rimbalzano tra le bacheche social.

Non solo credenti. L'invito si rivolge a tutti: "Religiosi, atei o agnostici non fa differenza, cerchiamo di essere voce di chi non ha voce, di accendere una piccola luce di speranza nel mezzo dell'orrida miseria dilagante, e non essere complici di questo genocidio".

L'iniziativa si è svolta anche in molte altre città italiane, da nord a sud. Ma a Gassino il gesto assume un valore particolare: perché si svolge lontano dai riflettori, senza clamore, in un Comune collinare dove è la coscienza individuale a fare notizia.

"Non rimarremo in silenzio, mentre la gente di Gaza viene sterminata", recita lo slogan finale. E ieri sera, in corso Italia, quel silenzio è stato interrotto. Con pentole, coperchi, e una voce collettiva che ha deciso di non tacere più.

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