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Clacson contro la fame e i bombardamenti: l’Italia dei taxi si schiera con Gaza

Uritaxi chiama all’azione: alle 22 un gesto sonoro per il popolo palestinese

Alle 22 clacson per Gaza: Uritaxi rompe il silenzio della guerra con un gesto che vuole farsi sentire in tutta Italia!

Alle 22 clacson per Gaza: Uritaxi rompe il silenzio della guerra con un gesto che vuole farsi sentire in tutta Italia

Uritaxi rompe il silenzio. E lo fa nel senso più letterale del termine. La sigla nazionale che rappresenta migliaia di tassisti in tutta Italia ha lanciato un invito pubblico ai propri iscritti e a tutti i conducenti di taxi del Paese: oggi, domenica 27 luglio 2025, alle ore 22, dovranno suonare il clacson in segno di solidarietà al popolo palestinese.

Una forma di protesta sonora per richiamare l’attenzione su quella che Uritaxi definisce senza mezzi termini una “crisi umanitaria senza precedenti”. Il riferimento è alla situazione nella Striscia di Gaza, da mesi al centro di bombardamenti, emergenze sanitarie e carenze alimentari drammatiche.

Nel comunicato ufficiale, Uritaxi sottolinea: «A Gaza i palestinesi sono oggi vittime di una crisi umanitaria senza precedenti. Non si tratta di un’azione contro qualcuno ma di un piccolo segnale a favore di qualcuno: della vita, del popolo palestinese che inerme sta subendo da quasi due anni bombardamenti che ogni giorno producono centinaia di vittime, finanche quando bambini, anziani, donne, uomini sono solo alla ricerca di cibo».

Un passaggio toccante riguarda anche il richiamo alla tragedia del 7 ottobre 2023, che secondo la sigla sindacale non può essere dimenticato. Ma allo stesso tempo, Uritaxi denuncia con forza l’indifferenza di chi oggi guarda altrove: «Oggi Gaza, come denunciato dalle autorità internazionali, dalle Nazioni Unite, dalla Chiesa, rischia milioni di morti per fame e molti di questi si stanno già verificando da mesi».

L’appello si rivolge anche alla coscienza dell’Occidente, accusato di esercitare una superiorità morale “sbruffona” e di scegliere ancora oggi chi meriti compassione in base a confini, religioni o etnie. «L’umanità si è sviluppata quando ha saputo provare compassione, ha saputo pensare ai più deboli ed ha saputo ascoltare l’altro da sé», si legge nella nota conclusiva.

Non un’azione politica, né una presa di posizione ideologica: l’intento, ribadisce Uritaxi, è umanitario e civile. Un gesto minimo ma visibile, che possa ricordare, anche solo per un minuto, che ci sono vite che ogni giorno si spengono nel silenzio, e che quel silenzio può e deve essere interrotto.

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