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Esame della patente con microcamera nella maglia: l'uomo è stato denunciato per truffa

Il direttore della Motorizzazione segnala movimenti sospetti, la Polstrada interviene e scopre l’ennesimo tentativo di truffa tecnologica

Esame della patente

Esame della patente con microcamera nella maglia: l'uomo è stato denunciato per truffa

Una maglietta con una microcamera nascosta nel logo, un auricolare bluetooth minuscolo infilato nell’orecchio, e il tentativo – maldestro ma sempre più frequente – di superare l’esame teorico della patente con l’aiuto esterno di un suggeritore. È successo il 17 giugno scorso ad Alessandria, ma la notizia è stata diffusa solo ora dalla Questura, a conferma di un fenomeno ormai ricorrente e difficile da debellare: la truffa agli esami di guida.

Il protagonista è un uomo straniero, la cui identità non è stata resa nota, arrivato nel capoluogo proveniente da fuori provincia. A insospettirsi, come spesso accade, è stato il direttore della Motorizzazione Civile, che ha notato un numero anomalo di candidati non residenti in zona. Un dettaglio apparentemente secondario, ma che ha spinto a chiedere il supporto della Polizia Stradale, già da tempo coinvolta nel monitoraggio degli esami per la patente.

Gli agenti, presenti in borghese, hanno osservato con attenzione i comportamenti del candidato, notando un atteggiamento guardingo e movimenti sospetti. Il sospetto è presto diventato certezza: sotto la maglietta, in corrispondenza del logo della marca, era stato praticato un foro millimetrico al cui interno era stata nascosta una microcamera, collegata a distanza. L’immagine veniva trasmessa in tempo reale a un complice esterno, pronto a suggerire le risposte corrette. Il suggerimento, ovviamente, arrivava attraverso un auricolare bluetooth, di dimensioni tali da passare inosservato a un controllo superficiale.

Il candidato è stato fermato prima della conclusione della prova, e per lui è scattata una denuncia per truffa finalizzata al conseguimento di titoli pubblici, in base all’articolo 640 del Codice Penale. Rischia ora fino a tre anni di reclusione, oltre all’interdizione da qualsiasi nuova prova per un lungo periodo.

L’episodio non è isolato. Negli ultimi anni, l’esame della patente – soprattutto la parte teorica – è diventato terreno fertile per vere e proprie organizzazioni criminali, che sfruttano dispositivi tecnologici sempre più sofisticati per fornire assistenza remota ai candidati. Microcamere, auricolari invisibili, trasmettitori miniaturizzati: un piccolo arsenale dell’inganno che circola spesso nel mercato nero delle truffe per la patente, con tariffe che possono arrivare anche a mille euro per “aiutare” un solo candidato.

Alessandria, in particolare, non è nuova a casi simili. Solo lo scorso anno, la Motorizzazione aveva segnalato una rete sospetta di candidati provenienti dal sud Italia e da alcune province lombarde, tutti con le stesse modalità operative. Questo ha spinto le autorità a intensificare i controlli, con la presenza costante della Polstrada e l’impiego di personale esperto anche nel riconoscimento di dispositivi nascosti.

Il motivo dietro a questi tentativi è spesso legato a difficoltà linguistiche o culturali, ma in altri casi si tratta semplicemente di scorciatoie illecite per evitare lo studio. La legge però è chiara: l’esame teorico è un atto pubblico, e chi prova a truffarlo commette un reato. Non si tratta di furbizie, ma di frodi ai danni dello Stato, ha sottolineato una fonte della Questura.

La Motorizzazione, dal canto suo, annuncia nuove misure: controlli casuali a tappeto anche dopo l’ingresso in aula, verifica con metal detector e screening dei movimenti sospetti attraverso le telecamere interne. Si valuta anche la possibilità di verifiche biometriche sul riconoscimento del candidato, per evitare casi di sostituzione.

Ma il vero problema resta la rete che organizza questi tentativi, che spesso opera con estrema discrezione e in più regioni contemporaneamente. Le indagini in corso ora puntano a capire chi c’era dall’altra parte del collegamento, chi suggeriva le risposte e, soprattutto, quanti altri siano passati inosservati.

Intanto, ad Alessandria, il caso diventa un nuovo segnale d’allarme per chi lavora ogni giorno per garantire la regolarità delle prove. E per chi, come tanti giovani, studia onestamente per ottenere la patente, il rischio è quello di vedere vanificato il proprio impegno da chi sceglie scorciatoie e inganni.

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