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Chivasso, paziente costretto a viaggi estenuanti per controllare la Cpap: “Basta disagi”

Un 68enne racconta il calvario per ottenere un semplice controllo annuale della Cpap

Chivasso, paziente costretto a viaggi estenuanti per controllare la Cpap: “Basta disagi”

Chivasso, paziente costretto a viaggi estenuanti per controllare la Cpap: “Basta disagi”

Pubblichiamo la lettera che un cittadino chivassese ha scritto alla direzione dell’ASLTO4. Il cittadino – del quale per privatezza abbiamo omessi i dati anagrafici – di notte deve indossare la Cpap, la “macchinetta” che aiuta a respirare coloro che soffrono di apnea notturna.

Troverete nella lettera le sue vicissitudini per ottenere un controllo una volta all’anno. Due mesi fa abbiamo pubblicato la lettera di un paziente costretto a vivere con un catetere. Con (moderata) soddisfazione informiamo i lettori che la sua lettera ha ottenuto – speriamo che duri – un miglioramento del servizio: il passaggio burocratico alla “segreteria” per prenotare la successiva sostituzione del catetere è stato, almeno per ora, eliminato. Scriviamo “con soddisfazione” per sottolineare l’intenzione con la quale pubblichiamo, e pubblicheremo, queste lettere: non ci interessa fare scandalismodemagogia. L’obiettivo che, con le nostre esigue forze, ci proponiamo è quello di contribuire a migliorare, ove possibile, i servizi erogati dalla sanità pubblica del Chivassese.

La felice conclusione delle difficoltà incontrate dal paziente cateterizzato mostra che la sanità pubblica – seppure gravata dalla carenza di personale e dal taglio dei finanziamenti – ha margini di miglioramento attraverso semplici modifiche e riorganizzazioni dei servizi forniti. In articoli precedenti abbiamo anche osservato che la sanità chivassese, a partire dall’ospedale, sembra subire un progressivo depauperamento a favore di altre città come Ivrea e Ciriè. Che fare? Un medico dell’Ospedale di Chivasso ci ha scritto all’incirca queste parole: “Noi operatori chiediamo e continuiamo a chiedere all’ASL, alla direzione di Ivrea, più risorse per la sanità chivassese. Ma siamo deboli, perché non abbiamo dietro di noi una CITTÀ, un ceto politico compatto e determinato ad appoggiarci, una società civile altrettanto sollecita, un tessuto sociale che sostenga le nostre richieste. Un tale sostegno c’è a Ivrea, ma non a Chivasso”.

Queste affermazioni suggeriscono già la risposta alla nostra domanda: che fare? Oltre ovviamente all’attenzione della cittadinanza, che per la verità non manca, il primo passo sarebbe un forte e costante impegno dell’amministrazione e di tutto il consiglio comunale per il miglioramento della sanità cittadina e del Chivassese. Di tutti i partiti e gruppi consiliari, che su questo tema dovrebbero muoversi in modo unitario e compatto. Qualcosa possono fare le associazioni di categoria e imprenditoriali: anche il piccolo commercio si gioverebbe di un maggior afflusso di pazienti dai Comuni del circondario. Potremmo aggiungere altre categorie, come il vasto e generoso volontariato chivassese: alle associazioni di volontariato non si può certo chiedere di più di ciò che già fanno con sacrificio, ma una semplice adesione la si può chiedere. Alla prossima lettera!

L'ospedale di Chivasso

LETTERA DI UN PAZIENTE CHIVASSESE

Alla cortese attenzione della Direzione di ASLTO4 e dell’Ufficio Relazioni col pubblico
urp@aslto4.piemonte.it

Mi chiamo […], risiedo a […] (cell. …), e ho 68 anni. La ragione per la quale vi scrivo sono le difficoltà che incontro nella gestione della cosiddetta Cpap, che sono costretto a portare tutte le notti per rimediare ad apnee notturne. Devo eseguire un controllo della Cpap una volta all’anno per verificarne il funzionamento appropriato alla mia condizione. La devo fare anche per presentare l’esito del controllo alla visita medica per la patente, alla quale debbo sottopormi una volta all’anno. Cerco quindi di fare una sola visita all’anno, il che significa che devo far controllare la Cpap all’avvicinarsi della visita della patente. La commissione per la patente infatti non accetta il referto di un controllo effettuato troppo tempo prima. Ho quindi a disposizione un arco di tempo ristretto nel quale eseguire il controllo: non troppo in anticipo rispetto alla visita per la patente, ma senza sforare.

Ed è questo il punto: telefono al CUP e cerco di ottenere un posto a ridosso della visita per la patente. E anche, se possibile, non troppo lontano da Chivasso. Soffro di altre patologie – asportazione di un polmone, seri problemi al cuore che potrebbero costringere a subire un intervento, una depressione per la quale vengo curato al Centro di Salute Mentale di Chivasso – e col tempo, con l’avanzare dell’età, diventerà sempre più faticoso e difficile affrontate lunghi viaggi. Ma è proprio questo che accade: negli ultimi anni sono stato costretto ad andare più volta a Veruno (VCO) e recentemente ad accettare un appuntamento a Casale Monferrato (AL). Niente di insolito: per un’altra patologia sono stato prenotato a Serravalle Scrivia (AL)… Veruno è irraggiungibile col treno, che è il mezzo di trasporto più adatto alle mie condizioni di salute. Pertanto sono costretto ad usare l’automobile ed a percorrere strade trafficate e non facili. Nulla di grave per una giovane o un adulto in buone condizioni di salute: ma per me questi viaggi costituiscono una difficoltà che aumenta col passare degli anni, e che prima o poi mi costringerà a cercare qualcuno che mi porti sul posto o a pagare il trasporto mediante la Croce Rossa.

Esasperato da questa situazione, ho chiesto informazioni a un conoscente che vive a Torino: il quale mi ha suggerito di recarmi in Lungo Dora Savona a Torino. Mi ha consigliato di non tentare nemmeno di prenotarmi telefonicamente, ma di andarci di persona. Ci sono andato, ho fatto ovviamente la coda, e quando mi sono trovato davanti allo sportello mi sono sentito dire che il servizio Cpap lì è riservato ai residenti a Torino. Non avendo risolto il mio problema, ho cominciato a telefonare al vostro CUP per chiedere come fare. Alcuni operatori telefonici non hanno saputo rispondermi. Infine un operatore, pur non sapendo anch’egli suggerirmi un rimedio, mi ha consigliato di recarmi di persona agli sportelli per prenotazioni di via Po a Chivasso.

Ci sono andato verso le 8 e ho scoperto che gli sportelli non aprono più alle 8, ma alle 10. Sono tornato due ore dopo, ho fatto una coda, e giunto di fronte allo sportello mi sono sentito dire che dovevo spostarmi ad un altro sportello.

Qui, infine, mi hanno scritto su un foglio l’indirizzo email urp@aslto4.piemonte.it, cioè all’Ufficio relazioni con il pubblico dell’ASL, e consigliato di rivolgermi a voi: ed eccomi qui a chiedervi un suggerimento. Mi chiedo perché un servizio ormai così diffuso come il controllo della Cpap non lo si possa fare o a Chivasso, il cui grande ospedale serve un vasto bacino di utenti, o almeno entro i confini dell’ASLTO4. Possibilmente non a Lanzo. Come ho scritto, soffro di depressione e vengo visitato circa una volta al mese al CSM di Chivasso. In passato venivo ricevuto ogni volta dal medesimo psichiatra, che quindi poco alla volta acquisiva una buona conoscenza del tipo di patologia di cui soffro e della mia stessa personalità. Ma da qualche anno ormai quasi ogni volta vengo visitato da un medico diverso da quello della visita precedente. Così è più difficile fruire di un servizio adeguato. Recentemente sono stato visitato da una psichiatra in servizio a Ivrea: posso sbagliarmi, ma inevitabilmente ho pensato che il CSM di Ivrea è provvisto di un numero di psichiatri certamente non grande, ma sufficiente a privarsi anche solo per qualche ora di uno di loro per inviarlo al CSM di Chivasso. E quindi mi sono trovato a chiedermi se veramente, come si sente dire, il Servizio Sanitario chivassese continua a perdere servizi a favore di quello di altre città: ma questa è solo una mia considerazione che esula dai problemi specifici per i quali vi scrivo. In attesa di cortese riscontro, porgo rispettosi saluti.

Lettera firmata

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