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Quando il caldo picchia, il cuore si affatica: i cardiologi italiani lanciano l’allarme

Il caldo estivo: un rischio sottovalutato per il cuore, ecco come proteggersi e prevenire complicazioni

Quando il caldo picchia

Quando il caldo picchia, il cuore si affatica: i cardiologi italiani lanciano l’allarme

Il caldo non è solo fastidioso: può diventare un pericolo per il cuore, soprattutto nei soggetti più fragili. Con le temperature che superano stabilmente i 35 gradi in gran parte d’Italia, i cardiologi alzano il livello d’allerta: il rischio di ipotensione, palpitazioni e affaticamento è reale e può degenerare in problemi ben più seri. A lanciare il monito sono gli esperti della Fondazione per il Tuo cuore e dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco), che mettono in guardia su un’estate che sta già facendo registrare un’impennata di sintomi cardiovascolari legati al caldo.

Il meccanismo è semplice ma insidioso. Il calore provoca una dilatazione dei vasi sanguigni — la cosiddetta vasodilatazione — che abbassa la pressione arteriosa. In risposta, il cuore accelera i battiti per compensare, ma lo fa a un costo: più sforzo, più affaticamento, più rischio. A spiegarlo è Domenico Gabrielli, presidente della Fondazione per il Tuo cuore e direttore della Cardiologia dell’ospedale San Camillo di Roma: «Il sintomo più evidente è il cardiopalmo, ovvero la percezione del battito cardiaco accelerato. Se supera i 100 battiti al minuto in modo costante e si accompagna a fiacchezza persistente, è un segnale da non sottovalutare».

Il cuore, insomma, non ama l’estate. E se già si è affetto da ipertensione, scompenso cardiaco o si seguono terapie farmacologiche, la situazione può complicarsi. Chi assume farmaci antipertensivi, spiegano gli esperti, deve monitorare più frequentemente la pressione, perché il caldo può amplificarne gli effetti. Ma attenzione: se i valori si abbassano troppo, mai modificare la terapia in autonomia. È il medico a dover valutare un’eventuale rimodulazione.

Controllo della pressione arteriosa e venosa

A pesare sul quadro clinico non sono solo i gradi in più, ma anche le cattive abitudini. Disidratazione, alimentazione pesante, esposizione al sole nelle ore centrali della giornata sono comportamenti che mettono il cuore in crisi. Il consiglio, ribadito con forza, è di bere con regolarità, anche senza sete, e di privilegiare cibi leggeri, ricchi di acqua e sali minerali, come frutta e verdura.

Sul fronte dell’alimentazione, il paradosso è che il sale, da evitare nei pazienti ipertesi, può invece essere un alleato per chi ha pressione bassa e un cuore sano. «In questi casi — spiega Massimo Grimaldi, presidente Anmco e direttore della Cardiologia dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti — è consigliabile aumentare moderatamente il sale nei condimenti, ma solo dopo consulto medico. Al contrario, chi ha problemi di scompenso o ipertensione dovrebbe evitare eccessi di sale e acqua, perché potrebbero aggravare il quadro clinico».

E i sintomi da tenere sotto controllo? I medici ne indicano alcuni come campanelli d’allarme: giramenti di testa, nausea, sudorazione fredda, battito cardiaco irregolare, debolezza marcata e respiro corto. Chi manifesta questi segnali, soprattutto se già affetto da patologie cardiovascolari, deve consultare subito il proprio medico o rivolgersi al pronto soccorso.

Il cuore, infatti, è l’organo più vulnerabile ai picchi di calore, ma anche il più silenzioso. Le complicanze possono insorgere senza preavviso, soprattutto negli anziani, nei cronici, e in chi ha già subito interventi cardiovascolari. Per questo, sottolineano gli specialisti, serve prevenzione, non solo terapia. Significa pianificare le giornate evitando gli sforzi nelle ore calde, vestirsi in modo adeguato, riposarsi di più, e — fondamentale — non sottovalutare mai un malessere persistente.

Il messaggio dei cardiologi è chiaro: non aspettate il malore per cambiare abitudini. Il caldo è un avversario serio per il sistema circolatorio, e affrontarlo richiede consapevolezza. I dati degli ultimi anni parlano chiaro: ogni estate aumenta il numero di ricoveri legati a scompensi cardiaci acuti, molti dei quali evitabili con banali accorgimenti.

L’estate, insomma, può essere una stagione serena anche per il cuore, ma solo se si impara ad ascoltarlo. E se si ha già una condizione clinica delicata, meglio giocare d’anticipo, rivedere la terapia con il proprio specialista, evitare sforzi, esporsi con cautela, e idratarsi costantemente. Perché nel silenzio di un pomeriggio torrido, anche un battito fuori tempo può fare la differenza.

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