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11 Luglio 2025 - 22:32
Alle domande degli inquirenti non ha voluto rispondere, avvalendosi della facoltà di non farlo. Ma al suo avvocato ha ammesso: "Sono stato io, mi vergogno". Così Giovanni Zippo, 40 anni, guardia giurata, arrestato con l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale e crollo, ha confessato di aver provocato lo scoppio del palazzo di via Nizza a Torino la notte del 30 giugno scorso. Un’esplosione in cui ha perso la vita il 33enne Jacopo Peretti, travolto dalle macerie mentre dormiva nel proprio appartamento. Cinque le persone rimaste ferite nello stabile.
Dopo alcuni rinvii dovuti alle ustioni riportate quella notte, l'interrogatorio di garanzia si è svolto presso l’ospedale Cto di Torino, dove Zippo è tuttora ricoverato. Davanti al Gip, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha voluto parlare – brevemente – con il suo legale, l’avvocato Basilio Foti, ammettendo le proprie responsabilità: "È stato lui", ha confermato il difensore. "Non voleva provocare l’esplosione, è triste. Per lui doveva essere solo un dispetto a una persona che l'ha sfruttato, non voleva uccidere. Non poteva immaginare che si sarebbe verificata l’esplosione. La situazione gli è sfuggita di mano e l'accusa di omicidio volontario è eccessiva".
L'esplosione di via Nizza e Jacopo Peretti
Secondo la ricostruzione, quella notte Zippo intendeva danneggiare l’appartamento della sua ex compagna – vicina di casa di Peretti – partita in vacanza all’Isola d’Elba, dove aveva raggiunto il nuovo compagno per un lavoro stagionale. Avrebbe utilizzato del liquido infiammabile, ma non ha ancora chiarito con quale modalità abbia provocato l’innesco. I vigili del fuoco hanno rilevato tracce compatibili con un’accensione. Alcuni testimoni lo avevano visto fuggire dalla scena con il volto insanguinato.
È stato lo stesso Foti ad aggiungere che il suo assistito, piantonato al dodicesimo piano dell’ospedale, "si è detto disponibile, per quanto possibile, a risarcire e ad alleviare il dolore delle vittime." Spetterà al perito nominato dalla Procura, l’ingegnere Marco Sartini, il compito di stabilire dinamiche e responsabilità tecniche dell’esplosione che inizialmente era apparsa un incidente domestico.
Intanto, amici, parenti e un'intera comunità si stringono attorno alla famiglia di Jacopo Peretti, strappato alla vita a soli 33 anni. A ricordarlo con affetto sono la mamma Marzia con il nonno Severino, il papà Paolo, il compagno Gioele, i padrini Claudio e Alfredo, la madrina Tina, le cugine Serenella e Federica, e tutti gli amici e i parenti che gli hanno voluto bene.
I funerali si terranno mercoledì 16 luglio alle ore 11.00 nella Chiesa Parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio di Mazzè, con partenza dall’abitazione e corteo in auto. Il Santo Rosario sarà recitato martedì 15 luglio alle ore 20.30, sempre nella stessa parrocchia. Dopo le esequie, Jacopo verrà accolto al Tempio Crematorio di Mappano.
La famiglia ha chiesto di non inviare fiori, ma di devolvere eventuali offerte in beneficenza con bonifico all’IBAN IT31I0306967684510331499137, indicando la causale: IN RICORDO DI JACOPO E NOME FAMIGLIA.
La comunità si prepara così a dare l’ultimo saluto a un giovane uomo la cui vita è stata spezzata da un gesto insensato e drammatico.
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