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Radar in tilt, Nord Italia paralizzato: 320 voli nel caos e nessuno sa di chi è la colpa

Due ore di blackout nei cieli sabato sera: Enav accusa Tim, Tim si smarca, l’Enac indaga, la Procura valuta l’inchiesta. Brandine negli aeroporti, rabbia dei passeggeri, polemica politica alle stelle

Radar in tilt, Nord Italia paralizzato: 320 voli nel caos e nessuno sa di chi è la colpa

Aerei

Uno stop improvviso, durato due interminabili ore, ha messo in ginocchio il traffico aereo del Nord-Ovest proprio nel momento clou: la sera di sabato 28 giugno, quando milioni di italiani si preparavano a partire per il primo vero weekend d’estate. Tra le 20:20 e le 22:20, 320 voli sono rimasti bloccati al suolo o costretti a dirottare la rotta, con conseguenze pesantissime negli aeroporti di Milano Linate, Malpensa, Torino Caselle, Bergamo Orio al Serio, Pisa, Genova e in parte anche su scali internazionali. Un blackout del sistema radar ha generato uno stallo mai visto, un corto circuito nei cieli che ha fatto emergere, drammaticamente, la vulnerabilità di una rete strategica come quella del controllo aereo.

Per ricostruire quanto accaduto e accertare le responsabilità di un disservizio di simile portata, si è subito messa in moto l’Enac, che ha aperto un’indagine interna con l’obiettivo di “capire le origini dell’avaria e attuare le azioni atte a scongiurare il ripetersi del problema”. Un primo report dettagliato è atteso già nei prossimi giorni sul tavolo del governo. Parallelamente si è attivata anche la Polizia postale, mentre la Procura di Milano sta valutando l'apertura di un fascicolo dopo l'esposto presentato dal Codacons, pronto a denunciare “l’intollerabile impreparazione di fronte a un rischio sistemico per la sicurezza dei passeggeri”.

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La prima ricostruzione ufficiale è arrivata dall’Enav, l’ente nazionale per l’assistenza al volo, che ha parlato apertamente di “un’avaria alla connettività che consente l’afflusso dei dati radar alla sala operativa del Centro di Controllo d’Area di Milano”, responsabile della gestione del traffico aereo nell’intero quadrante nord-occidentale del Paese. Un guasto che, secondo Enav, sarebbe imputabile a un disservizio della rete fornita da Tim, il colosso delle telecomunicazioni, indicato come gestore della linea dati principale e di quella di riserva.

Accuse che però Tim respinge al mittente con fermezza, rivendicando “la totale estraneità ai fatti” e ricordando che “il funzionamento del radar dipende da molteplici componenti tecnologiche gestite da diversi operatori”. In una nota, l’azienda specifica di “essere stata costantemente operativa per monitorare la situazione e garantire i livelli di affidabilità richiesti dal sistema”, precisando che “confida che le analisi in corso stabiliranno la catena di responsabilità anche nell’ottica che l’accaduto non possa reiterarsi”.

Ma l’incidente, oltre a sollevare un’ondata di disagio e frustrazione tra i passeggeri, ha acceso riflettori inquietanti su possibili falle sistemiche. Secondo indiscrezioni, nella rete interessata dal disservizio sarebbe stato registrato un traffico anomalo di dati, tanto da far sorgere sospetti anche su possibili attacchi informatici o interferenze esterne. Ipotesi al momento non confermate ma che, in ogni caso, impongono un’analisi rigorosa della sicurezza informatica della rete radar nazionale.

“Quando si parla di traffico aereo non si tratta solo del diritto alla mobilità, ma della sicurezza di vite umane”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Enav, Pasqualino Monti, aggiungendo con tono piccato che “parlare di vulnerabilità del sistema di controllo è da irresponsabili o, nella migliore delle ipotesi, da chi ignora la materia cercando la sola strumentalizzazione”.

Nel frattempo, si fa la conta dei danni. A Linate e Malpensa è scattato il “piano contingency”: oltre 200 brandine allestite per accogliere i passeggeri bloccati, distribuzione di acqua, bar e ristoranti dei terminal invitati a restare aperti per tutta la notte. Dieci i voli cancellati tra i due scali milanesi, una trentina quelli pesantemente ritardati a Orio al Serio, dove la tensione è salita alle stelle. A Torino Caselle, otto voli cancellati e quattro dirottati altrove. Anche Pisa è rimasta coinvolta nel caos: all’aeroporto Galilei sono state predisposte 86 brandine per i passeggeri a terra, mentre alcuni aerei sono stati accolti su piazzole messe a disposizione dall’Aeronautica Militare. A Genova, un volo è stato cancellato e tre sono decollati con forti ritardi.

Anche le associazioni dei consumatori sono entrate a gamba tesa. Il Codacons chiede “indagini immediate per chiarire se lo stop poteva essere evitato”, mentre l’Aduc ha difeso l’operato del Ministero dei Trasporti, affermando che “i passeggeri sono stati trattati come dovuto”. Ma intanto la polemica politica monta. L’opposizione ha puntato il dito contro il ministro Matteo Salvini, titolare del dicastero, accusandolo di “gravi sottovalutazioni”. Salvini, dal canto suo, ha fatto sapere nella notte di “seguire con la massima attenzione l’evolversi della situazione, in contatto con tutti i soggetti coinvolti”.

Domenica, lentamente, la situazione è tornata alla normalità. Ma il buco nero nei cieli italiani rimane, e con esso le domande: come può un intero sistema radar andare in tilt per un problema di connettività? Chi doveva garantire le ridondanze? E soprattutto: siamo davvero sicuri, oggi, di volare in un Paese in cui il traffico aereo può essere messo in ginocchio da un blackout tecnologico?

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