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28 Giugno 2025 - 21:55
Voli cancellati e passeggeri a terra. Nord-ovest paralizzato per un blackout
Il cielo, improvvisamente vuoto. Come in un film di fantascienza, ma era tutto vero. Alle 21 di sabato 28 giugno 2025, lo spazio aereo sopra il Nord-Ovest italiano si è spento di colpo: nessun decollo, nessun atterraggio, nessun aereo in transito. Lombardia, Piemonte e Liguria sono rimaste isolate, sospese, paralizzate da un guasto tecnico che ha messo in ginocchio la rete di trasmissione dati dell’Enav.
Tutto inizia a Milano, cuore operativo del traffico aereo del Nord Italia. È qui che si trova il Centro di controllo d’area responsabile del coordinamento dei voli in quota. Alle 21, in piena prima serata, i sistemi gestiti da Enav cominciano a cedere. A crollare è E-Net, l’infrastruttura strategica che tiene insieme l’intero sistema radar dell’area: dai bollettini meteorologici alle comunicazioni tra torri di controllo e piloti, dai dati di rotta fino alla connessione tra i centri radar italiani e le reti estere. Una spina dorsale digitale, improvvisamente interrotta.


La conseguenza è devastante. In pochi minuti vengono cancellati, posticipati o dirottati decine di voli. Tutti gli scali principali della zona – Malpensa, Linate, Orio al Serio, Torino Caselle e Genova Cristoforo Colombo – smettono di funzionare come snodi del traffico europeo. Non si decolla, non si atterra. E non si sa quando si potrà ricominciare.
L’anomalia è visibile anche ad occhi profani, per chi guarda il traffico aereo su piattaforme online come FlightRadar24: una macchia vuota nel Nord-Ovest dell’Italia, una chiazza nera laddove di solito si accavallano rotte e transiti, in un cielo che appare sempre più simile a un’autostrada sopraelevata.
Nel frattempo, i tecnici Enav sono al lavoro senza sosta. La priorità è identificare l’origine esatta del guasto e ripristinare il servizio. Ma intanto, aerei pieni di passeggeri vengono dirottati verso altri aeroporti, alcuni oltre confine. C’è chi resta bloccato in sala d’attesa, chi cerca una sistemazione per la notte, chi aggiorna le famiglie via messaggio: “Non sappiamo quando partiamo”.
Non si tratta di un semplice disservizio, ma di un evento senza precedenti recenti per estensione geografica e durata: l’interruzione della rete E-Net ha comportato la perdita – almeno temporanea – di ogni funzionalità fondamentale per garantire la sicurezza del traffico in quota. Un blackout del cervello, più che delle ali. E in un settore che vive di precisione al secondo, l’impatto è immediato e drammatico.
In attesa di comunicazioni ufficiali sulle cause, la domanda che rimbalza tra gli operatori è una sola: “Come è potuto succedere?” Un’infrastruttura come E-Net è teoricamente ridondata, pensata per resistere a guasti parziali. Eppure, sabato sera è bastato un malfunzionamento per mandare tutto in tilt. C'è chi teme un errore umano, chi ipotizza un attacco informatico, chi ancora punta il dito su un aggiornamento software andato storto. Nessuna ipotesi, al momento, viene esclusa.
Intanto, questa sera si è consumato il paradosso: il cielo più libero d’Europa, ma nessuno a solcarlo. E migliaia di passeggeri a terra, a guardarlo da sotto, con lo sguardo fisso verso l’alto e la testa piena di domande.
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