AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
25 Giugno 2025 - 18:34
Piastra rilancia il commercio con la "piadineria ritrovata"
E poi, quasi per caso, ti capita di leggere un articolo de La Stampa in cui si celebra con entusiasmo il rilancio del commercio a Settimo Torinese. Protagonista, manco a dirlo, l’Amministrazione comunale guidata dalla visionaria Elena Piastra, impegnata – si legge – in una serie di “azioni concrete” per combattere la crisi dei negozi di vicinato.
Ti fermi un attimo. Lo leggi e l'entusiasmo lascia spazio allo sconcerto.
Perché viene da chiedersi: davvero si stanno vantando di questo?
La prima misura sbandierata è l’azzeramento della Tari per chi nel 2025 aprirà un’attività in un locale sfitto da almeno sei mesi. Un’agevolazione che sulla carta sembra coraggiosa, ma che, a uno sguardo più attento, appare come l’ennesima operazione di facciata. L’esenzione vale infatti solo per chi apre nuove attività, escludendo completamente chi il commercio lo tiene in piedi da anni, tra mille difficoltà. Una scelta che ignora chi ha resistito alle chiusure, al Covid, alle tasse e alla concorrenza dei colossi online. Un incentivo da poche decine di euro spacciato per svolta epocale. Una misura che non cambia nulla, se non la narrazione.
Secondo punto dell’autocelebrazione: il ritorno dei “Giovedì di luglio”, serate con i negozi aperti fino a mezzanotte. Una proposta che, in sé, non ha nulla di nuovo né di rivoluzionario. Iniziative analoghe si svolgono da decenni in tutti i comuni italiani, spesso senza lasciare tracce significative. A Settimo viene venduta come strategia di rilancio, ma è l’ennesimo evento estivo che non incide sui veri problemi: parcheggi a pagamento, affitti insostenibili, burocrazia, concorrenza sleale, mancanza di visione. Aprire qualche ora in più la sera non cambia la vita a chi ogni giorno fa i conti con i bilanci in rosso.
Terza e ultima trovata: la trasformazione dell’ex piadineria abbandonata di piazza Campidoglio in uno “spazio espositivo per mostre”, pagato dalla Fondazione ECM. Altra operazione di facciata considerando che la vecchia piadineria non è stata affittata da un nuovo esercente, ma riempita con qualche quadro grazie a risorse pubbliche.
Sarebbe lecito chiedersi: dove sta il rilancio? In una mostra occasionale finanziata con i soldi dei settimesi? In una manciata di aperture serali d’estate? In una detrazione fiscale riservata a un paio (forse) di futuri imprenditori?
Il commercio a Settimo – come in tante altre città – sta morendo non per mancanza di quadri o di eventi serali, ma per assenza di politiche strutturali, di ascolto vero, di interventi a lungo termine. Chi tiene alzata la serranda ogni giorno chiede ben altro: sgravi duraturi, sostegno ai costi fissi, aiuto per la digitalizzazione, semplificazione amministrativa, soprattutto parcheggi gratuiti.
Cosa offre Piastra? Post su Facebook per dire quanto è brava e bella.
Il rischio, ancora una volta, è che si usi il tema del commercio per costruire consenso, senza incidere sulle cause profonde della crisi. Che si metta una cornice nuova a una città dove le vetrine continuano a svuotarsi. Che si confonda la cultura con il commercio, senza capire che uno non sostituisce l’altro.
E mentre l’Amministrazione si premia da sola, Settimo continua a perdere pezzi.
L'assessore al commercio Vizzari con la sindaca Elena Piastra
A Settimo Torinese si sta facendo la storia. O almeno così pare leggendo La Stampa, dove con toni commossi e fanfara istituzionale si celebra il “rilancio del commercio”. Merito, ovviamente, dell’Amministrazione comunale guidata da Elena Piastra, sindaca illuminata che, tra un post e un'inaugurazione, trova anche il tempo per rifare il mondo. A modo suo.
Ci voleva coraggio. Ci voleva visione. Ci voleva, soprattutto, la piadineria.
Sì, perché la perla di questa strategia economica è proprio lei: l’ex piadineria di piazza Campidoglio, luogo sacro dell’impasto perduto, che rinasce – udite udite – come spazio espositivo per mostre. Un tocco di genio. Dove prima si cuocevano crescioni, ora si appende un quadro. E Settimo, da periferia commerciale, diventa capitale europea della Cultura con la "C" rigorosamente maiuscola e autofinanziata (da ECM, cioè dai cittadini).
È l’evoluzione del retail: non vendere più nulla, ma esporre quello che non si vende.
La seconda trovata? I “Giovedì di luglio”, cioè i negozi aperti fino a mezzanotte, roba che a detta dell’Amministrazione dovrebbe cambiare le sorti del PIL settimese. Funziona così: la gente non entra nei negozi di giorno, ma appena sente odore di musica dal vivo e gelato scontato alle 22.30 si precipita a comprare le tende da doccia. È noto. Si chiama psicologia del commercio in notturna, la insegnano a Harvard.
E poi, eccolo lì, il colpo grosso: l’azzeramento della TARI per chi apre un’attività in un locale sfitto da almeno sei mesi. Geniale nella sua selettiva generosità. I commercianti storici? Quelli che hanno tenuto in piedi i quartieri durante la pandemia, tra chiusure, restrizioni e Amazon? Niente, loro no. Devono pagare. È l’epica del nuovo che avanza, anzi: del nuovo che paga meno, perché non ha ancora fatto nulla.
Il tutto, ovviamente, condito da un’abbondante spolverata di retorica: sostegno al commercio di vicinato, lotta alla desertificazione, valorizzazione delle risorse locali. Ma di concreto resta poco. Se non la narrazione. Anzi, quella c’è, ed è forte. Post dopo post, dichiarazione dopo dichiarazione, Elena Piastra racconta ai settimesi che va tutto bene e i settimesi – quelli che lavorano, che faticano, che aprono la serranda ogni mattina – si rodono il fegato in silenzio, ma con la ricevuta della Tari in mano.
Il resto è scenografia. Quadri appesi dove prima si facevano panini, aperture straordinarie una volta l’anno, promesse a rotazione. E intanto, come in un’opera di arte contemporanea, le vetrine si svuotano. Ma con stile. Perchè il commercio a Settimo non si rilancia. Si fotografa. Si tagga. Si espone.
E mentre l’Amministrazione si congratula con sé stessa, il cittadino guarda, applaude, scorre le foto... e va a fare la spesa altrove, dove il parcheggio è gratis.
Qui alcuni articoli sul commercio
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.