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Settimo Torinese
26 Agosto 2024 - 11:07
Elena Piastra durante un podcast
È passato un mese da quando, accompagnate da un’insolita “fregola”, ma spinte soprattutto dagli articoli di questo giornale, la sindaca Elena Piastra e l’assessora Carmen Vizzari hanno riunito tutti i commercianti della città per parlare dei problemi della categoria. Uno su tutti: la desertificazione del centro.
Non si tratta di un’allucinazione. Che sia in corso è chiaro a tutti. Basta un giro su “immobiliare.it” per capirlo. Oggi si contano 37 locali da affittare e 86 da vendere. E questi numeri sono un colpo allo stomaco, un problema da risolvere subito, con un piano e tanta strategia, nell’interesse di tutti.
C’è un tema e poi un altro tema. E poi ancora un tema”, aveva insistito Elena Piastra, che molti in città chiamano la "chiacchierona".
Tanti “temi”, non fosse altro che lei i “problemi” li chiama così, a volte soppiantati dalle “suggestioni”. Perché, come dicevamo allora, è anche una questione di “marketing politico” e “tema” è una parola meno spigolosa e dura. Meno aspra e forte. Un po’ più digeribile. Se la si condisce con qualche sorrisetto, poi è ancora meglio.
E si ricomincia da qui, dalla crisi del commercio che a Settimo ha ormai assunto toni devastanti, per via dell’online ma anche, e soprattutto, delle grandi gallerie costruite al confine della città, a cominciare da ToDream, l’ultima arrivata, ma anche "Settimo Cielo" e l’outlet del lusso.
Cosa ne sarà di noi? si chiedeva Cristina Conz, titolare di Conz. Aveva chiesto e chiede nuove iniziative e investimenti dell’Amministrazione comunale per rendere il centro storico attrattivo, pulito e bello tutto l’anno. "Io resisto, ma sono preoccupata per tutto quel che mi sta capitando intorno..."
Nessuna promessa dall’Amministrazione sul fronte tasse, sulla tariffa rifiuti, sull’IMU e sui dehors. Niente di niente anche sugli investimenti in arredo e in nuove iniziative. Niente, infine, sul fronte “parcheggi” perché lì, con una concessione che scade nel 2036, è tutto nelle mani del concessionario.
Più che un’Amministrazione del fare, un’Amministrazione in fase di ascolto, si spera non anche in attesa del miracolo che, come si sa, chi vive “sperando” muore di qualcos’altro.
Eppure, Piastra una “promessa” l’aveva fatta, scritta nero su bianco alcune settimane prima nel suo programma elettorale.
Una su tutte: “Dotazione alle attività commerciali di dispositivi che permettano la sosta agevolata/gratuita condizionata all’acquisto/consumazione e trovare delle modalità per rilasciare abbonamenti a tariffe agevolate per i commercianti…”.
Di questo probabilmente se n’è completamente dimenticata. Lo ha fatto? Ve lo diciamo noi: “No!”.
Eppure sul suo profilo Facebook, in uno dei suoi tanti "buongiornosettimo" s'era presa un mucchio di "brava", "bene", "bis"
Eppure, questa è una di quelle azioni che si dovrebbero mettere in pista in due minuti.
Con i commercianti, di impegni, la sindaca, nel suo programma elettorale, ne aveva presi tanti che ancora rimbombano nel cervello.
"Negozi, mercati, botteghe, laboratori e pubblici esercizi della città – scriveva – rappresentano non solo l’infrastruttura di vendita più ‘prossima’ ai consumatori, e quindi un servizio fondamentale per i cittadini e per la qualità della vita nei quartieri, ma anche una rete vitale di luoghi della comunità che affianca alla tradizionale funzione di scambio tra denaro e merci compiti sociali, culturali e antropologici. Stretta tra le dinamiche della grande distribuzione organizzata e il boom del commercio elettronico, la piccola economia su strada, non solo nella nostra città, è oggi di fronte a una crisi che impone un ripensamento complessivo circa il ruolo e l’offerta di esercizi di vicinato e pubblici esercizi. La strategia di uscita da questa crisi di sistema non può limitarsi a contenere o ristorare, ma deve fare leva sui fattori di discontinuità e innovazione per accompagnare gli esercizi commerciali di prossimità a costruire per sé stessi un nuovo ruolo nel tessuto economico e sociale della città, riconoscendo che il negozio e la sua vetrina rappresentano un valore per la città intera…”.
Obiettivo di Piastra, fino a qualche mese fa?
Mettere sul piatto dei soldi per fare qualcosa che è diverso da “nulla”.
“Promuovere il protagonismo dei commercianti, la collaborazione tra essi e la scena sociale e culturale cittadina come leva per la rivitalizzazione del tessuto urbano: incontri, interviste (Radio Archimede), video…”.
E poi ancora: “Supporto alle collaborazioni, al fine di favorire la creazione di una comunità basata sulla prossimità o sulle affinità, aiutando l’organizzazione di eventi o la realizzazione di progetti comuni, che favoriscono la visibilità e la creazione di valore per i clienti. Buone pratiche di sostenibilità alla promozione delle attività di prossimità; con le azioni si guadagnano punti che rappresentano eco-sconti in euro da spendere solo nei negozi che aderiscono al progetto…”.
S’aggiungeva, sempre nel suo programma elettorale, “una valutazione dell’utilizzo della leva tributaria (ad esempio, forte riduzione dell’IMU, della TARI e revisione del regolamento sulla monetizzazione dei parcheggi, ecc.) per gli imprenditori che decidono di aprire un’attività commerciale o artigianale a partire da un negozio chiuso da almeno 6 mesi…”.
Restiamo in attesa...
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