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04 Giugno 2025 - 22:37
ASL TO4, vergogna senza fine: fondi sprecati, medici introvabili e pazienti abbandonati
Altro che “eccellenza”. Altro che premi ai direttori generali. Altro che assemblee dei sindaci per farsi i complimenti. Tutto teatro comico.
La verità è che l’ASL TO4 è allo sfascio. Lo ripetiamo da anni, ma adesso non siamo più soli: nero su bianco, a dirlo è la Corte dei Conti, sezionale regionale, nel verbale dell’adunanza del 15 maggio 2024, firmato con severità chirurgica dal presidente Antonio Attanasio.
Un malloppone da oltre duecento pagine che descrive minuziosamente lo stato comatoso di un’azienda sanitaria che, più che curare, sembra trascinarsi come un malato terminale.
Il riferimento è alla gestione anno 2022, ma la diagnosi è valida ancora oggi: macchina clinico-amministrativa fuori controllo, incapacità organizzativa, sprechi e ritardi cronici. Il tutto sulle spalle di cittadini sempre più esasperati.
Liste d’attesa? Solo la punta dell’iceberg. Nel 2022 erano in programma 2.407 interventi chirurgici, ma ad aspettare erano 3.389. A conti fatti, solo 2.795 pazienti sono stati operati nel pubblico e appena 123 nel privato convenzionato. Il resto? Rassegnati a soffrire o a migrare altrove.
La Corte è spietata: “le tempistiche d’intervento non rispettano i parametri minimi di tutela sanitaria”.
Tradotto: il diritto alla salute è un’ipotesi teorica.
E i ricoveri urgenti? Peggio ancora. Quelli da effettuare entro 60 giorni vengono rispettati solo nel 22% dei casi. In altre parole: otto pazienti su dieci restano a casa ad aspettare. Sulle prestazioni ambulatoriali urgenti (classe B), siamo al capolinea: solo il 2% nei tempi previsti, mentre il 96% arriva fuori tempo massimo. Se non è questo un bollettino di guerra, diteci voi che cos’è.
E siamo appena all’inizio della disfatta. Il PNRR? Un’occasione buttata. Nel 2022 l’ASL TO4 ha ricevuto oltre 27 milioni di euro. Sapete quanti ne ha spesi entro il 31 dicembre 2023? Appena 216.963 euro. Nemmeno l’1%. Il giudizio della Corte è impietoso: “inerzia e lentezza delle procedure attuative”.
Tra le cause: progettazioni rifatte da capo, intoppi con la Soprintendenza, errori tecnici e l’epica scelta di non aderire all’Accordo Quadro con Invitalia, preferendo navigare da soli nel mare tempestoso degli appalti. Il risultato? Opere ferme, fondi congelati e territori abbandonati.
Capitolo personale: anche qui, baratro. I medici di medicina generale sono 312, ciascuno con in media 1.419 pazienti. Il 63% ha già raggiunto il massimale. Tradotto: non c’è spazio per nessun altro.
I pediatri di libera scelta? Appena 38, con 1.175 bambini a testa. La Corte avvisa: “saturazione incompatibile con un servizio sanitario equo e capillare”. E in effetti, trovare un medico oggi è come giocare alla lotteria.
Per tappare i buchi, si ricorre ai famigerati medici a gettone. Nel triennio 2020-2022, la spesa è quasi raddoppiata: da 4,2 a 7,5 milioni di euro. La Corte avverte: “l’eccesso di queste forme può eludere i vincoli sul personale e minare la qualità dell’assistenza”.
Ma evidentemente, se c’è una toppa, la si mette. Che sia d’oro o di carta stagnola poco importa.
Anche la libera professione intramuraria è un fallimento: se nel 2022 chiudeva con +53.491 euro, nel 2023 si è registrata una perdita di 29.372 euro. La Corte legge tra le righe: “programmazione instabile e poco redditizia”. Come dire: nemmeno nel privato, all’interno del pubblico, si riesce a quadrare il cerchio.
Il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore è il presidente della Conferenza dei sindaci dell'Asl To4
E poi c’è la questione indennizzi da vaccino Covid: 7 richieste nel 2022, 5 nel 2023, una sola accolta. Ma la Regione scrive che nel 2022 “non sono stati riconosciuti indennizzi”.
E allora quei 19.998 euro versati, a chi sono andati? La Corte vuole capirlo. E noi con lei.
La chicca finale è sui costi per ottenere la propria cartella clinica.
Che è un tuo diritto, certo. Ma guai a pensare che te la diano gratis. Anzi, i costi sembrano studiati apposta per scoraggiarti:
– 18 euro se vai tu, in pellegrinaggio, allo sportello a ritirarla
– 15 euro se chiedi una chiavetta USB
– 10 euro per riceverla via email (sì, per un allegato ti spennano)
– 25 euro se la vuoi stampata a casa tua, con tanto di francobollo d’oro
Ora, la normativa consente di richiedere un rimborso spese, ma solo per coprire i costi vivi: carta, toner, USB, spedizione. Non per fare cassa sulla salute dei cittadini.
Ma 10 euro per una mail? 25 euro per quattro fogli imbustati? Più che un servizio, pare una tassa sul diritto.
E in una sanità pubblica dove prenotare una visita è una maratona a ostacoli su un campo minato, anche accedere ai documenti diventa un ostacolo di Stato.
Il quadro, insomma, è tragico e comico insieme. Un’ASL che spende troppo per offrire troppo poco, che lascia fondi pubblici chiusi nei cassetti, che affida le cure a medici stremati o precari, e che – dulcis in fundo – fa pagare 10 euro per mandarti una cartella clinica via email.
La Corte dei Conti ha fatto il suo dovere. Ha acceso i riflettori, ha scritto tutto, o quasi tutto.
Ora tocca alla politica. Tocca alla Conferenza dei sindaci. Tocca al presidente Matteo Chiantore.
Sempre che qualcuno là dentro abbia ancora voglia – o coraggio – di guardare in faccia i cittadini.
E dire: abbiamo sbagliato tutto.
LA VOCE DEL CANAVESE
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